1 Novembre 2019

ESCLUSIVA PSB – Letizia: “Cosenza? Esperienza notevole. Ho imparato da Stroppa. Calciatori, non ci siamo”

Si è fatto apprezzare ovunque è andato, sia per le qualità tecniche che per quelle umane. Antonio Letizia è un profilo che all’interno di un gruppo serve, perché ha la passione di un ragazzino ma l’esperienza di un veterano. Accetta con piacere il ruolo di pilastro e non ripudia l’idea di dover rimettersi in gioco. […]

Si è fatto apprezzare ovunque è andato, sia per le qualità tecniche che per quelle umane. Antonio Letizia è un profilo che all’interno di un gruppo serve, perché ha la passione di un ragazzino ma l’esperienza di un veterano. Accetta con piacere il ruolo di pilastro e non ripudia l’idea di dover rimettersi in gioco. Chiedere a chi ha condiviso con lui una delle diverse esperienze vissute. Cosenza, Foggia, Modena e non solo. Oggi ha 32 anni ed è alla ricerca di una squadra pronta a credere in lui nel rispetto della sua storia. È questo uno dei temi toccati nel corso dell’intervista che l’attaccante ha rilasciato in esclusiva ai nostri microfoni.

Antonio, dopo la fine dell’esperienza con il Modena è cominciata, per te, una fase non facile. I contatti non sono mancati, la sensazione è che, nonostante l’amore verso uno sport che ti ha dato tanto, tu stia volontariamente aspettando una proposta all’altezza del tuo curriculum.

“Mi sono allenato fino a poco tempo fa con l’Equipe Campania, che mi ha permesso di non vedere la mia condizione fisica deteriorarsi. Recentemente c’è stata una diatriba tra Antonio Trovato, l’organizzatore dell’Equipe e Salvatore Sandomenico, ora alla Cavese, nata a seguito di un’intervista rilasciata da Campilongo, tecnico dei campani, dove quest’ultimo ha fatto notare come Sandomenico fosse indietro con il lavoro rispetto ai compagni di squadra. È stato detto e pensato che questo ritardo fosse dovuto alla preparazione non efficace con l’Equipe Campania, ma non è così, ci tengo a smentire gli addetti ai lavori che portano avanti questa tesi. Sandomenico non veniva praticamente mai ad allenarsi, al massimo una o due volte la settimana. A seguito di tutto ciò, dobbiamo fare i conti con questa etichetta che non corrisponde alla realtà dei fatti, perché tanti calciatori hanno trovato squadra e sono scesi in campo pochi giorni dopo la firma. Allenatori e dirigenti possono ora pensare che un calciatore con l’Equipe Campania non affronti un percorso allenante, quindi il sottoscritto o altri possono essere messi in disparte ma, ripeto, non è assolutamente così. È sgradevole sminuire il lavoro che viene fatto a causa di un singolo che non si è ben comportato, perché gente come il sottoscritto oppure Gennaro Troianiello, che lavorava duramente ogni giorno, non merita questo trattamento. Inoltre, per quanto mi riguarda, dopo aver terminato la parentesi con l’Equipe ho avuto la possibilità di allenarmi insieme ai calciatori dell’Afragolese (Eccellenza campana, ndr). Parliamo di allenamenti tosti, fatti ad alta intensità perché loro hanno un campionato da affrontare, quindi mi adeguo a ciò che devono fare. Ergo sto bene, aspettare non è facile. Vorrei però porre l’accento una questione a mio avviso molto importante”.

Prego.

“Noi calciatori dobbiamo rivedere certi comportamenti. Ci stiamo dando delle coltellate non indifferenti. Mi spiego meglio: i dirigenti sanno che per Antonio Letizia serve una determinata cifra da investire. Nel frattempo chiamano un altro calciatore, magari un profilo tecnicamente meno valido, al quale propongono un ingaggio inferiore. Nel momento in cui l’atleta in questione accetta, ad averci perso è il sistema. Il giocatore, perché pur di firmare non tiene conto della cifra, e la società, perché così non rinforza la squadra e quindi non alza il livello qualitativo. Si sta configurando quella che è definibile una guerra dei poveri. Gli effetti si vedono in una categoria come, ad esempio, la Serie C, dove il livello è basso, eccezion fatta per qualche realtà. Il calcio sta cadendo in rovina, soprattutto a causa dei calciatori. Il problema siamo noi. Qualcuno dovrebbe capire che la ruota gira, un giorno potranno ritrovarsi anche loro senza squadra, e lì dovranno affliggersi al pensiero di ciò che è stato fatto”.

Hai militato e meritato in diverse piazze. Soffermiamoci però sull’esperienza a Cosenza, dove il sogno Serie B si arenò solo ai playoff contro il Pordenone.

“È stata un’esperienza bellissima soprattutto per il gruppo che trovai. I ragazzi mi fecero sentire subito a casa, tanti di loro venivano dal Sud, questo sicuramente accelerò il mio processo di inserimento. Arrivai dal Foggia, squadra che avrebbe poi vinto il campionato, mentre il Cosenza puntava ad arrivare ai playoff. Non palesai assolutamente un alone di superiorità, anzi, mi misi subito a disposizione della squadra. Nacque davvero un bel gruppo, come dicevo in apertura di risposta. Per fortuna sono riusciti ad arrivare in B, traguardo assolutamente meritato. È stata una parentesi che mi ha segnato, nella quale ho vissuto momenti emotivamente forti, sia in senso positivo che negativo, come in occasione del gol ai playoff contro il Pordenone, che fu ingiustamente annullato e che ci avrebbe permesso di vincere 1-0”.

Restiamo in tema Lupi. Recentemente Angelo Corsi, capitano della squadra, è stato al centro di alcune critiche ingenerose da parte di una porzione residuale dell’ambiente, con Piero Braglia che l’ha legittimamente difeso. Cosa ti senti di dire in merito al ragazzo?

“Ho conosciuto Angelo. Prima di essere un ottimo capitano è un uomo di spessore. Ho un piacevole ricordo dei nostri momenti insieme, era uno che ci metteva la faccia. Il calcio è fatto anche di critiche e di momenti altalenanti. Spesso ci si dimentica delle dimostrazioni d’amore verso dei colori. Angelo ha il Cosenza nel cuore, ha sopportato delle rinunce pur di restare lì, piazza dove sta davvero bene e con la quale ha conquistato anche la Serie B. Nella scorsa stagione la squadra ha lottato per i playoff e lui ha dimostrato grande attaccamento alla maglia, cosa volere di più? Ovviamente, ribadisco, nel calcio si vivono periodi differenti, ma bisognerebbe considerare tanti fattori prima di avanzare certe critiche”.

Hai avuto modo di lavorare con Giovanni Stroppa ai tempi del Foggia. La vostra era una squadra forte, bella da vedere ma soprattutto unita. Il tecnico ora sta facendo molto bene con il Crotone. Quanto è stato importante per te?

“Arrivai a Foggia grazie a De Zerbi, che mi volle lì con sé. Dopo di lui cominciò l’era-Stroppa. Parliamo di un tecnico che vuole creare una macchina perfetta, non fa preferenze, ognuno deve dare il massimo. Questo carattere gli ha permesso di vincere il campionato con il Foggia e, oggi, fare molto bene con il Crotone. Da Stroppa ho tratto insegnamenti importanti, anche quando magari stavo fuori oppure avevo la sensazione che le cose non andassero per il verso giusto. Si poteva fare qualcosa di veramente importante, e Stroppa voleva che tutti si mettessero a disposizione, ognuno con le proprie caratteristiche. Non c’erano prime donne, non contavano i cognomi, contava la squadra. Questa è una mentalità che non avevo, motivo per il quale lo ringrazio”.

Il Benevento di tuo fratello Gaetano è in cima alla classifica in Serie B. Inzaghi sta facendo un ottimo lavoro e sembra aver trovato la quadratura sia con la squadra che con l’ambiente. Hai avuto modo di parlare di ciò con Gaetano? C’è la sensazione di poter fare qualcosa di realmente importante?

“Parlo spesso con Gaetano, vivendo di calcio piace ad entrambi parlare di questo sport. Ho un bel rapporto con i calciatori del Benevento, mi capita di passare del tempo con loro, sono dei bravi ragazzi. Il presidente e il direttore Foggia sono stati bravi a non stravolgere il gruppo, bensì a puntellarlo con pochi innesti, che si sono rivelati essere mirati. Credo che quest’anno sia la volta buona per ottenere la promozione senza passare dai playoff. Il gruppo è unito, l’uno si sacrifica per l’altro, questi sono segnali importanti che arrivano dopo anni insieme. Inoltre, parliamo di una squadra forte, ci sono profili dalla caratura importante e questo non può che essere un vantaggio”.

La Serie B quest’anno si sta rivelando davvero avvincente, con tante squadre che possono dire la loro per le primissime posizioni, ed è questa la grande differenza rispetto alle passate stagioni. Per te quali sono le squadre che riusciranno a reggere certi ritmi fino al termine del campionato?

“Cito il Benevento, perché è una squadra veramente forte, come detto poco fa. Qualora dovesse riuscire a mantenere il gruppo così compatto grazie al suo carisma, non posso che segnalare il Crotone di Stroppa. Dico anche Salernitana ed Empoli”.

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