20 Agosto 2018

Ascoli: la “rivoluzione di ferragosto” riaccende speranze e sogni

Per gli addetti ai lavori l’Ascoli è tra le squadre uscite in maniera peggiore dal mercato. Eppure i tifosi bianconeri sui social, dopo lo scoramento che ha fatto seguito al clamoroso tonfo in Coppa Italia (0-4 contro la Viterbese), non hanno certo nascosto il proprio entusiasmo, tanto che in molti hanno apertamente parlato di obiettivo […]

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Matteo Ardemagni, attaccante dell'Ascoli

Per gli addetti ai lavori l’Ascoli è tra le squadre uscite in maniera peggiore dal mercato. Eppure i tifosi bianconeri sui social, dopo lo scoramento che ha fatto seguito al clamoroso tonfo in Coppa Italia (0-4 contro la Viterbese), non hanno certo nascosto il proprio entusiasmo, tanto che in molti hanno apertamente parlato di obiettivo playoff, al termine di una campagna acquisti che ha portato a Vivarini ben 16 nuovi acquisti (ma anche una rosa spropositata con ben 36 giocatori, assolutamente da sfoltire).

Entusiasmo alimentato anche dal patron Pulcinelli secondo cui la società “ha centrato tutti gli obiettivi di mercato fissati il giorno dopo l’acquisto delle quote di maggioranza dell’Ascoli”. Come spesso accade, aspettando i verdetti inequivocabili del campo, la verità è nel mezzo. E’ infatti indiscutibile che la società, dopo il disastro di Coppa Italia, è intervenuta per porre rimedio alle tante carenze che erano emerse, ai limiti della rosa all’epoca a disposizione di Vivarini così emblematicamente evidenziati da quella partita: l’assenza di esterni difensivi in grado di assicurare la necessaria copertura, la fragilità del centrocampo e la necessità di mettere al centro dell’attacco un attaccante in grado di garantire un adeguato numero di gol. E in buona parte quei “buchi” sono stati coperti.

Con l’arrivo di Ardemagni l’Ascoli ha finalmente, almeno sulla carta, un attaccante di categoria, in grado di garantire un buon bottino di gol (anche se reduce da una stagione non entusiasmante ad Avellino). Nelle ultime ore di mercato sono arrivati anche il serbo Ninkovic, il senegalese Coly Keba (dalla Primavera della Roma) che si aggiungono a Beretta e Ngombo arrivati ad inizio mercato e ai già in rosa Ganz e Rosseti. Nel 3-5-2 fin qui proposto c’è solo l’imbarazzo della scelta per Vivarini che, con esterni con caratteristiche spiccatamente offensive come Kupisz e Baldini, potrebbe schierare anche un attacco a tre, così come potrebbe schierare anche un attacco con due punte con dietro il trequartista, ruolo nel quale si esprime al meglio il nuovo arrivato Ninkovic. Tante soluzioni, quindi, a differenza del centrocampo che non ha tutte queste alternative.

E’ arrivato il playmaker che prenderà il posto di Buzzegoli, Casarini, a cui si aggiungono Addae, Cavion e Zebli che dovrebbero contendersi le altre due maglie. Discorso a parte per Frattesi, sicuro talento ma da verificare in un campionato di serie B (molto differente rispetto al campionato Primavera) e per Martinho che doveva partire e invece è rimasto in rosa (e se tornasse ai suoi livelli diventerebbe un elemento determinante). Rosa affollatissima ma con poche sicurezze per quanto riguarda il reparto difensivo. Con i giovani Quaranta e Diop sono ben 8 i centrali a disposizione di Vivarini. Per il quale non sarà semplice scegliere i tre che possono dare maggiore affidamento, soprattutto dopo le prove non certo positive di Mengoni, Padella e Brosco.

Degli ultimi arrivati Valentini ha esperienza in serie B, mentre Ingrosso viene dalla Lega Pro dove 2 anni fa ha disputato un gran campionato con il Matera, mentre lo scorso anno ha avuto una stagione altalenante con il Pisa. Con l’acquisto di D’Elia dovrebbe essere risolto il problema della fascia sinistra, mentre resta aperto quello della fascia destra. Proprio Ingrosso e Valentini, pur essendo centrali, hanno ricoperto quel ruolo, ovviamente con caratteristiche prettamente difensive. In Coppa Vivarini ha utilizzato Kupisz che, al di là della precaria condizione fisica, ha confermato di avere grossi limiti in fase di copertura. Ci sarebbe anche Baldini che può essere utilizzato in quel ruolo ma si tratta comunque di una soluzione di ripiego.

Nel complesso, quindi, è indiscutibile che la squadra sia stata decisamente rafforzata e completamente ma è troppo presto per dire che quanto fatto sarà sufficiente per garantire un campionato tranquillo o, addirittura, per cullare sogni ambiziosi. Anche perché, al di là del fatto che ovviamente servono giocatori di qualità e di categoria, da sempre poi le squadre si costruiscono sul campo e non certo con le figurine.

C’è poi da considerare che mai come quest’anno quello di serie B si annuncia come un campionato difficile e di alto livello, soprattutto se dovesse restare l’attuale fomat (ma non ci giureremmo) con 19 squadre e 4 retrocessioni. Sono tante le squadre che partono con motivate ambizioni e anche le neopromosse possono puntare in alto, anche in virtù del mercato fatto.

Quindi, al di là dei voti e dei giudizi di agosto che lasciano il tempo che trovano, è inutile e dannoso creare ora aspettative e mettere pressione ad una squadra che ha bisogno solo di lavorare e crescere. E che, eventualmente, avrà poi tutto il tempo che vuole per “alzare il tiro” e dare corpo alle proprie ambizioni.