Good(B)ye 2016 – Avellino, bisogna far tesoro degli errori commessi
Un anno preoccupante, dentro e fuori dal campo, per l’Avellino Calcio. L’ombra del calcioscommesse, i risultati altalenanti e insoddisfacenti, gli errori in sede di mercato e di gestione societaria. Ripercorriamolo nei punti salienti. I NUMERI – L’Avellino è la peggiore squadra della Serie B nell’anno solare 2016. Ultima in classifica con soli 39 punti conquistati, […]
Un anno preoccupante, dentro e fuori dal campo, per l’Avellino Calcio. L’ombra del calcioscommesse, i risultati altalenanti e insoddisfacenti, gli errori in sede di mercato e di gestione societaria. Ripercorriamolo nei punti salienti.
I NUMERI – L’Avellino è la peggiore squadra della Serie B nell’anno solare 2016. Ultima in classifica con soli 39 punti conquistati, frutti di 9 vittorie, 12 pareggi e ben 21 sconfitte. L’Hellas Verona, che ha giocato la metà degli incontri, ha conquistato due punti in più rispetto ai biancoverdi. Peggiore attacco con 33 reti segnate, seconda peggior difesa con 64 reti subite, solo il Brescia con 66 ha fatto peggio.
Quattro invece gli allenatori che si sono susseguiti nell’anno solare sulla panchina biancoverde, per cinque mandati diversi: Tesser in due occasioni, la parentesi Marcolin, la scelta di Toscano ad inizio stagione e l’ultimo arrivato Novellino. Poche le note positive: la salvezza della scorsa stagione costruita su quanto di buono fatto nel girone d’andata e sulle sei vittorie consecutive che avevano lanciato i lupi in zona playoff; le vittorie nei due derby casalinghi giocati contro la Salernitana.
Numeri che sono lo specchio di un calo vertiginoso dell’Avellino rispetto agli anni precedenti. Le diverse gestioni tecniche rendono l’idea di una dirigenza che ha valutato male determinate situazioni ed è dovuta correre ai ripari in corso d’opera. Errori che non sono accreditabili per larga parte ai vari tecnici che si sono seduti sulla panchina dei lupi, ma alle scelte di mercato infruttuose delle ultime due sessioni. A gennaio la cessione di un Trotta lanciato verso la Serie A, tra i migliori attaccanti della B di quell’anno per rendimento, sostituito con un Joao Silva che non ha lasciato traccia di sé, e un mercato fatto di prestiti come Pucino e Pisano e azzardi come il triennale fatto firmare a Sbaffo o l’esonero di Tesser per far posto a un Marcolin capace di collezionare un punto in cinque partite. Leit-motiv ripetutosi nella sessione estiva prima della stagione 2016-17. Cessioni illustri come quelle di Arini e Biraschi, acquisti dalla dubbia utilità in un mercato fatto di 11 prestiti e acquisti a parametro zero che adesso gridano vendetta , visti i risultati scadenti e il penultimo posto in classifica.
Scommesse perse, come Molina, Crecco, Tassi, Donkor e Bidaoui, e calciatori che non stanno rendendo secondo le attese, la corsa contro il tempo dell’ultimo giorno di mercato. Poca programmazione, tanta improvvisazione e confusione. Eppure quella biancoverde è una società che ci aveva abituato ad essere tra le migliori nello scovare talenti in giro per lo stivale (Izzo, Zappacosta, Bittante ecc..). Ed allora urge un’inversione di tendenza rispetto ad un 2016 preoccupante.
La vicenda calcioscommesse merita un capitolo a parte. Ormai si è detto di tutto, ed è inutile ritornare sui fatti di cronaca. Un’altra onta sul 2016 dei lupi, chiamati a rispondere in aule di Tribunale e non solo sul terreno di gioco. La Giustizia farà il suo corso nel prossimo anno e presto si conosceranno le novità a riguardo.
È ovvio, quando mancano i risultati, viene a mancare anche la fiducia della piazza. E il finale di 2016 stava assumendo tratti drammatici per il rapporto tra società e tifosi. Un clima mai stato così teso da quando Walter Taccone ha assunto la guida dell’U.S. Avellino 1912. Per fortuna l’ambiente si è ricompattato e ora si guarda con maggiore fiducia al 2017, nonostante la posizione di classifica deficitaria. La salvezza, però, passa per il calciomercato di gennaio. Bisognerà intervenire in almeno due reparti (esterni e centrocampo) con innesti di qualità, calciatori esperti e di categoria, per riuscire a salvarsi in un campionato livellato verso il basso, dove tre neopromosse occupano i primi tre posti della graduatoria. Comprendere gli errori e tirare fuori il meglio da essi è meglio che giustificarli. La salvezza è un obiettivo ancora raggiungibile.