Nessun calciatore schierato dal Monza in B ha un valore di mercato inferiore a quello di Baldini
BALDINI MONZA VALORE MERCATO – Non c’è dubbio che la clamorosa eliminazione del Monza in semifinale play-off sia stata griffata da Enrico Baldini, autore di una debordante tripletta nella gara d’andata e ispiratissimo anche in quella di ritorno persa 2-0 dal Cittadella. La storia del ventiquattrenne ex Ascoli è ormai nota a tutti: la società veneta lo ha prelevato dal Fano, ora invischiato […]
BALDINI MONZA VALORE MERCATO – Non c’è dubbio che la clamorosa eliminazione del Monza in semifinale play-off sia stata griffata da Enrico Baldini, autore di una debordante tripletta nella gara d’andata e ispiratissimo anche in quella di ritorno persa 2-0 dal Cittadella. La storia del ventiquattrenne ex Ascoli è ormai nota a tutti: la società veneta lo ha prelevato dal Fano, ora invischiato nei play-out in Serie C, a gennaio e l’operazione non ha suscitato alcuna sorta di clamore nell’intero panorama calcistico.
Sul ragazzo scuola Inter, però, bisogna fare un’analisi più ampia al fine di provare a comprendere meglio il progetto granata e la cadetteria stessa. Il calciatore in terra marchigiana, nonostante un contesto generale non esaltante, è stato protagonista di un anno e mezzo piuttosto positivo e anche abbastanza continuo. Sebbene il salto di categoria non sia uno scoglio semplice da superare, è doveroso ammettere che la sottovalutazione della C è una pratica che limita eccessivamente le prospettive di chi giudica e scrive.
Il Cittadella opera da ormai più di un lustro monopolizzando una fetta di mercato ampiamente trascurata e l’efficacia di tale formula in un torneo come la Serie B è comprovata. Puntando forte sull’ambiente sanissimo e sull’abilità di mister Roberto Venturato di mettere a proprio agio qualsiasi calciatore, il dg Stefano Marchetti scommette con convinzione su profili tecnicamente dotati che per una concatenazione di fattori non sono mai riusciti a emergere.
Se si pensa a colpi come Mario Gargiulo o Nicola Pavan, si coglie come le referenze di Baldini fossero persino superiori a quelle che spesso vantano calciatori poi decisivi per le stagioni dei granata. Tra i tanti dati che Transfermarkt fornisce, uno spicca particolarmente: il valore di mercato (150.000 euro) dell’eclettico elemento offensivo mattatore dei play-off è inferiore a quello di qualsiasi calciatore di movimento schierato dal Monza in tutta la competizione e pari a quello del solo terzo portiere Sommariva.
Monza vs Cittadella: che valore dare al mercato? Le filosofie a confronto
Qualsiasi costrutto retorico volto a rimarcare la superiorità delle idee rispetto alla mera forza economica diviene superfluo dinanzi a una statistica simile. Nel calcio contemporaneo contano in misura sempre maggiore le abilità della dirigenza e dell’allenatore, la visione sul lungo periodo, la sostenibilità delle proprie ambizioni. La società brianzola, forte di una storia sfarzosa dei propri vertici, ha ampiamente trascurato le mutazioni di questo sport e ha pagato nel doppio confronto il proprio punto di vista temporalmente datato.
La mastodontica campagna acquisti di gennaio ha messo in difficoltà l’allenatore Cristian Brocchi, chiamato a guidare un gruppo dal talento impressionante per il livello medio del campionato e proprio per questo per nulla semplice da gestire. Troppe alternative per ruolo hanno prodotto l’effetto inverso a quello sperato: nessuno è riuscito totalmente a imporsi (esclusi Frattesi e Mota), tantissimi hanno patito la non centralità tecnico-tattica (Diaw e Ricci su tutti).
Al contrario, puntelli poco appariscenti come il ripetutamente citato Baldini e l’attaccante centrale Beretta hanno ampliato il ventaglio di scelte di Venturato e si sono rivelati complementari agli altri elementi della rosa. La grande forza dei veneti è stata quella di poter giocare in svariati modi (ieri oltre al regista Iori e alla punta Tsadjout gli altri 4 elementi del 3-1-2 assumevano posizioni ibride), arricchendo il proprio bagaglio grazie a calciatore con caratteristiche differenti tra loro ma funzionali alla causa comune.
Il risultato della semifinale play-off non si può banalmente bollare come l’acuto miracoloso di un Davide che riesce a sopraffare Golia. La lezione è più profonda, meno scontata. Pianificazione, continuità, fiducia, scouting non sono parole astratte con cui riempire trafiletti di giornale e pagine web, bensì aspetti decisivi che se una proprietà riesce a curare maniacalmente possono contrapporsi con notevoli velleità di successo a ricchezza, blasone e status delle rose avversarie. Più passano gli anni, meno improvvisare con budget smisurati è garanzia di successi.
Vale solo per la Serie B? Sarebbe il caso di chiederlo a Vincenzo Italiano, che con una situazione societaria decisamente meno amena ha salvato uno Spezia dato per spacciato ai nastri di partenza del campionato di Serie A.