Benevento, D’Angelo: “Inzaghi è un vulcano di idee. Se non si riprende il merito sportivo non può essere disconosciuto”
D’ANGELO BENEVENTO – D’Angelo, vice allenatore di Pippo Inzaghi, ha rilasciato una lunga intervista al Mattino, dove ha parlato soprattutto del suo rapporto con mister Inzaghi e del lavoro di tutto il team. «Inzaghi ce lo aveva detto subito: voglio una squadra che prenda innanzitutto pochi gol, per farli abbiamo qualità a sufficienza. L’obiettivo era […]
D’ANGELO BENEVENTO – D’Angelo, vice allenatore di Pippo Inzaghi, ha rilasciato una lunga intervista al Mattino, dove ha parlato soprattutto del suo rapporto con mister Inzaghi e del lavoro di tutto il team.
«Inzaghi ce lo aveva detto subito: voglio una squadra che prenda innanzitutto pochi gol, per farli abbiamo qualità a sufficienza. L’obiettivo era già nella sua testa. È un vulcano di idee, sempre un passo avanti agli altri. Prima della pausa, una parte del lavoro era incentrata sulla sperimentazione, ovvero provare nuove soluzioni per il futuro. Il nostro segreto? Il tè delle 5 post-allenamento nell’area hospitality del presidente. La Serie A è un merito sportivo insindacabile, espresso dal campo e come tale non può essere sovvertito. Alchimia e unità d’intenti con la società: si può aprire un ciclo».
D’Angelo ha lavorato col Napoli e col Chievo ed è stato collaboratore tecnico di Del Neri nelle esperienze con Juve, Genoa e Hellas prima dell’incontro e del colpo di fulmine con SuperPippo.
«Ci ha presentati il suo ex procuratore, era un amico comune. Inzaghi stava componendo lo staff per Venezia e Tullio Tinti fece il mio nome. C’era stima reciproca per esserci incrociati sul campo diverse volte, nacque subito una certa empatia. Campionato? Non è stato facile fermarsi sul più bello. Non posso nascondere che sentivamo profumo di A, e per questo stare insieme era ancora più bello. Ora le cose sono cambiate, ma i preparatori monitorano i ragazzi, che a loro volta si stanno adoperando per mantenere uno standard di condizione adeguato in vista dell’eventuale ripartenza. Ne abbiamo approfittato per rivisitare il percorso di questi primi 2/3 di stagione, poi il mister ci ha chiesto di sviluppare modelli su eventuali scenari che potrebbero crearsi. Come? Acquisendo informazioni, aggiornandoci su sistemi di gioco, partite, scambiandoci pareri, feedback. Protocollo? Per quel poco che abbiamo potuto capire ci sono alcuni aspetti da chiarire, in questa fase se ne stanno occupando il dottor Salvatori e il direttore Foggia, ma sembra talmente rigido che può creare problemi a squadre non attrezzate a dovere. Ripresa? Per la A sono ottimista, troppi interessi in gioco, per la B ho qualche perplessità in più, ma credo che alla fine daranno l’ok per il rotto della cuffia. Non vediamo l’ora di ripartire, 3/4 settimane basteranno per ritrovare la condizione e un paio di partite per essere a pieno regime. Se non si dovesse ricominciare, al di là di chi tira acqua al proprio mulino, sulla promozione del Benevento non vedo margini di discussione. Le regole basilari si fondano sul risultato sportivo e non può essere disconosciuto. Bunker difensivo? A volte esagerano con gli attestati di stima, ma per noi è motivo d’orgoglio e uno stimolo. Una fase difensiva importante è quella dove tutti si sacrificano nel seguire la costruzione del gioco avversario. Ognuno sa quello che deve fare. E su tempi e movimenti Pippo ne sa più di me».