Borsino di Coppa: Benevento formato Serie A, quante crepe nella difesa del Lecce
BENEVENTO LECCE – L’antipasto del terzo turno di Coppa Italia disputatosi ieri sera ha dato indicazioni piuttosto significative riguardo al prossimo campionato di Serie B. Dopo tanto vociare a causa di vicende esterne al rettangolo verde, è finalmente possibile parlare di calcio giocato e, dato che il periodo ancora lo consente, di mercato. Già, perché in sede di trattative […]
BENEVENTO LECCE – L’antipasto del terzo turno di Coppa Italia disputatosi ieri sera ha dato indicazioni piuttosto significative riguardo al prossimo campionato di Serie B. Dopo tanto vociare a causa di vicende esterne al rettangolo verde, è finalmente possibile parlare di calcio giocato e, dato che il periodo ancora lo consente, di mercato. Già, perché in sede di trattative il Benevento ha costruito un’autentica schiacciasassi per la categoria, che al primo test probante ha eliminato l’Udinese alla Dacia Arena.
La sensazione è che la squadra del patron Vigorito abbia da subito trovato, grazie a mister Bucchi, il perfetto amalgama tra esperienza e freschezza. Alla lucidità tecnica e mentale di calciatori come Maggio e Nocerino si abbinano perfettamente il dinamismo di Tello, Improta o Insigne. Non pare un’eresia sostenere che l’organico allestito sia persino superiore rispetto a quello che tante difficoltà ha incontrato lo scorso anno in massima serie. Il ruolo delle motivazioni, inoltre, si è dimostrato ampiamente decisivo contro i friulani: compattezza, voglia di vincere, capacità di soffrire sono caratteristiche che hanno avuto enorme valore nei supplementari vinti dalla formazione sannita.
Se l’1-2 centrato dal Benevento ha destato scalpore in positivo, il roboante 4-0 inflitto dal Genoa al Lecce potrebbe lasciare più di uno strascico tra le fila dei pugliesi. Se dalla cintola in su, nonostante il dietrofront per La Mantia, ha di molto alzato il tasso tecnico della compagine, il ds Meluso è ancora chiamato ad apportare qualche miglioria sostanziale al pacchetto arretrato. Al netto dell’assenza di Lucioni e Bovo, infatti, la difesa salentina è apparsa tremendamente fragile al cospetto di avversari di caratura superiore come i rossoblu. Il match in sé risulta quasi banale da analizzare a causa del pessimo approccio alla gara degli uomini di Liverani, incapaci di nascondere le proprie debolezze. Il risultato finale, infatti, è maturato per intero nella prima frazione di gioco grazie al poker della rivelazione polacca Piatek.
In attesa delle partite di stasera non possiamo che tessere nuovamente le lodi del direttore sportivo Pasquale Foggia e constatare come il Lecce costituisca ancora un cantiere aperto. La voglia di raccontare la prossima stagione è tanta, ci si augura che tribunali e organi istituzionali consentano di farlo quanto prima.