Benevento, Vigorito: “Il calcio ci abitua alle cose difficili, speriamo che sia una serata semplice”
Oreste Vigorito, presidente del Benevento, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “DerBy” in onda su 696 TV OttoChannel. La massima carica dirigenziale dei giallorossi ha affrontato i diversi temi collegati alla serie cadetta, partendo proprio dalla sfida playoff di stasera tra i sanniti e il Cittadella: “Partivamo con un piccolo vantaggio consolidato grazie alla vittoria […]
Oreste Vigorito, presidente del Benevento, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “DerBy” in onda su 696 TV OttoChannel. La massima carica dirigenziale dei giallorossi ha affrontato i diversi temi collegati alla serie cadetta, partendo proprio dalla sfida playoff di stasera tra i sanniti e il Cittadella: “Partivamo con un piccolo vantaggio consolidato grazie alla vittoria del Tombolato. Adesso abbiamo una terza possibilità di passare il turno – riporta ottopagine.it -, dato che possiamo anche perdere di misura. Al di là di tutto mi auguro che sia una bella partita e che il Benevento possa continuare questa avventura. Il calcio ci abitua alle cose difficili, speriamo che sia una serata semplice. Questo pomeriggio sono stato all’Imbriani per assistere all’allenamento dei ragazzi. Sono piacevolmente sorpreso del fatto che tutti sono rimasti sul pezzo, senza lasciarsi andare a facili entusiasmi. La squadra è matura, anche perché nel corso della stagione ne ha viste di cotte e di crude seppur non sia mai uscita dalla zona play off. Da come l’ho vista sono certo che offrirà il massimo delle sue potenzialità che, in questo momento, sembrano abbastanza notevoli”.
Il numero uno di casa campana affronta il controverso caso Palermo e tutto il caos generatosi: “Sono molto sconcertato. Da anni ci sono delle evidenti lacune nel sistema calcio e ogni tanto esce la punta di un iceberg che ha delle radici ancora da scoprire. Come ben sapete faccio parte del direttivo di Lega B, posso dire con serenità che si è presa una decisione difficile dopo le accuse molto gravi rivolte al Palermo. Le responsabilità devono essere accertate nel secondo grado, ma non potevamo aspettare così tanto tempo rischiando di paralizzare un’intera categoria. Per tale motivo abbiamo applicato il concetto dell’esecutività della sentenza. Non fare i play off avrebbe significato un disastro economico davvero pesante, tra l’altro costringendo le varie squadre ad aspettare un mese per giocare gli spareggi. Onestamente si sarebbe persa la regolarità. Tenendo conto dell’articolo 22 del Noif, si è indicato il Palermo come quarta retrocessa con il conseguente annullamento dei play out. Inizialmente tutti hanno contestato questa scelta, ma la questione non è stata risolta in 24 ore. Se l’autorità competente sospenderà la delibera i play out si faranno, ma il discorso si è ridotto a due squadre tenendo fuori le cinque qualificate ai play off. I consiglieri di B hanno dimostrato che si possono raggiungere risultati dove la giustizia sportiva non arriva. Abbiamo fatto ciò che reputavamo giusto, su questo posso esserne sicuro, lanciando un messaggio chiaro al palazzo dicendogli che siamo stanchi di aspettare sempre l’ultimo giorno. Il calcio è del popolo. Ho detto chiaramente nel corso della riunione che se dovessimo ancora scontrarci con queste realtà, con qualche presidente che gioca con i soldi o la passione o altri che speculano con i soldi del monopoli, io non ci sto più”.
Parole al miele e di stima verso Pasquale Foggia, direttore sportivo degli stregoni: “Ha costruito una squadra vera, non attaccando le figurine. Ha cercato calciatori complementari che avessero una funzione specifica tra di loro. Lavora dodici ore al giorno. Mi ha meravigliato la sua capacità di preservare la grande grinta che aveva da calciatore, trasferendola da dirigente. Sta lavorando come ho sempre voluto che facesse un dirigente, sostituendo il presidente. Foggia parte da direttore del settore giovanile e non è un caso se, grazie anche al lavoro di Palermo e Puleo, tre squadre su quattro del vivaio sono tra le migliori in Italia. Tutto il movimento legato al Benevento è diventato maturo è questo ha permesso a un presidente di fare solo il presidente, e non come l’anno scorso anche il direttore sportivo dopo gli esoneri di Di Somma e Baroni”.