Vicenza, Brocchi: “Serviva del tempo per trovare la giusta confidenza. La meta è una sola”
BROCCHI VICENZA – Cristian Brocchi, tecnico del Vicenza, ha parlato a Il Giornale di Vicenza soffermandosi sulle ritrovate speranze di salvezza dei berici, in grado di risalire la china nelle ultime settimane fino ad agguantare la zona playout (il Cosenza ha però una gara in meno rispetto al club biancorosso): “Sosta? Ci voleva. Intanto recuperiamo […]
BROCCHI VICENZA – Cristian Brocchi, tecnico del Vicenza, ha parlato a Il Giornale di Vicenza soffermandosi sulle ritrovate speranze di salvezza dei berici, in grado di risalire la china nelle ultime settimane fino ad agguantare la zona playout (il Cosenza ha però una gara in meno rispetto al club biancorosso):
“Sosta? Ci voleva. Intanto recuperiamo giocatori come Ranocchia, invece per Contini dovremo fare delle valutazioni, ma è stato importante anche far lavorare quelli indietro di condizione, averli in forma serve per avere cambi validi durante la gara. Pure mentalmente un po’ di riposo ci voleva. Il riposo è parte integrante dell’allenamento. I giocatori non sono macchine, alle spalle avevano 45 giorni intensi anche a livello emotivo. Ha fatto bene pure a me tornare a casa. Alla ripresa l’ho notato dall’espressione dei ragazzi che ci voleva proprio”
Su cosa conterà di più in vista del rush finale di stagione
“Nervi saldi e spirito di gruppo, che per fortuna si è creato. La squadra è in salute e comunque le gambe, se anche non sei al cento per cento, funzionano se hai testa”
Sulla rivoluzione attuata nel mercato di gennaio
“L’avevo detto che sarebbe servito del tempo perché i ragazzi trovassero la giusta confidenza, ma ho capito che c’erano i presupposti, adesso c’è un buon clima: si aiutano, c’è la battuta. Il gruppo che avevamo portava sulle spalle un peso enorme, aveva perso autostima e sicurezza, in gare anche ben giocate come col Brescia o col Benevento quell’aspetto ha pesato e così si è voluto portare gente nuova, libera nella testa”
Sul suo approdo dopo l’esonero di Di Carlo
A me viene ancora la pelle d’oca se ripenso a quando sono stato chiamato, e non lo dico per prendere qualche applauso, ci ero venuto da giocatore e da allenatore e questa piazza mi aveva sempre colpito. E c’è una cosa che ho apprezzato tanto: io sono arrivato per sostituire quello che a Vicenza è un mostro sacro, Di Carlo, eppure ho avuto subito tanto rispetto, si capiva che l’unica cosa che contava era far uscire il Vicenza da quella situazione e questo per me non ha prezzo. La mia esultanza, quando anch’io ogni tanto mi lascio andare, è semplicemente un gesto di riconoscenza per quanto ho ricevuto. Non ho difficoltà a dire che tutto questo mi ha dato la forza e l’energia per andare avanti nei momenti bui”
Sul momento più difficile della sua gestione
“Sempre dopo le sconfitte, perché rappresentano ogni volta un punto di ripartenza, rischi di dover azzerare tutto quello che hai fatto e temi che una parte del gruppo riveda i fantasmi del passato. Io in carriera non ero mai stato abituato a perdere così tanto ed è stato di insegnamento anche per me, però poi riesci a girare pagina e a ripartire com’è giusto “
Il percorso dei biancorossi si chiude ad Alessandria
“Se ci pensiamo già da ora abbiamo sbagliato tutto, anche perché bisogna arrivarci in una certa situazione. Intanto concentriamoci sul Brescia, piazza molto difficile anche perché purtroppo il mio amico Inzaghi non è più l’allenatore, e dunque sarà un Brescia diverso e non sappiamo bene come lo troveremo”
“Adesso sarà fondamentale avere quasi tutti a disposizione, poi devi scegliere, ma alla base ci sono sempre delle motivazioni. Ecco, a volte i tifosi non capiscono: per esempio Meggiorini. Molti quando non è in campo si chiedono perché non giochi o non entri prima. Meggiorini, per la prima volta dall’inizio del campionato, si sta allenando da due settimane. Lui non dirà mai che non sta bene perché è un professionista generoso, però ha avuto diversi piccoli infortuni che lo hanno condizionato e alla sua età un anno in più cambia molto. Comunque lui, come Cappelletti o Pasini, magari li porto lo stesso in panchina perché mi danno qualcosa dal punto di vista caratteriale. Mica sono matto!”
In chiusura un messaggio ai tifosi del Lane
“Dico loro due cose: un grazie, una parola che raccoglie tutto nella sua semplicità perché senza di loro non saremmo arrivati fin qui oggi. E poi di sostenerci fino alla fine perché il Menti quando spinge aiuta noi e fa paura agli avversari: la meta è una sola!”