Cacia a 360°: “Troppa ipocrisia nel calcio. Questo mondo non mi piace più…”
Con la doppietta nell’ultimo turno di campionato contro l’Avellino è arrivato a due sole reti dal record di miglior marcatore di tutti i tempi in Serie B. 133 esultanze per Daniele Cacia, soltanto due in meno di Stefan Schwoch che detiene il primato assoluto. Per il nuovo attaccante del Cesena l’occasione di agguantare il primato già da stasera contro il Cittadella, […]
Con la doppietta nell’ultimo turno di campionato contro l’Avellino è arrivato a due sole reti dal record di miglior marcatore di tutti i tempi in Serie B. 133 esultanze per Daniele Cacia, soltanto due in meno di Stefan Schwoch che detiene il primato assoluto. Per il nuovo attaccante del Cesena l’occasione di agguantare il primato già da stasera contro il Cittadella, ma nonostante la possibilità di conquistare un traguardo storico il classe ’83 non apprezza più il mondo del calcio. “Mi sono reso conto che questo mondo non mi piace più – ha detto Cacia a La Repubblica -, sono consapevole che ha rappresentato la fortuna della mia vita, ma certe cose non sono apprezzabili. C’è troppa ipocrisia, tra i calciatori, tra i dirigenti, tra i procuratori. Sono in questo giro da 18 anni e sono stato in grado di rimanerci, però a lungo andare si fa fatica a sopportare tanta falsità. Per fortuna riesco a portarmi dietro delle cose belle, come ad esempio aver baciato una sola maglia nonostante abbia giocato in tante squadre. E’ quella del Piacenza, la città dove sono cresciuto calcisticamente e dove ho scelto di vivere. Prima o poi tornerò per chiudere lì la mia carriera”.
E i rapporti con le altre piazze? “Io non ho bisogno di arruffianarmi le tifoserie – ha proseguito Cacia -. Il rispetto bisogna averlo dentro. Questo atteggiamento, a volte, è stato scambiato per freddezza o per distacco, è stato così nel periodo finale ad Ascoli, dove invece ho provato sensazioni fantastiche. Ma poi con il club è finita male: nel calcio, se dici al 90% quello che pensi realmente, non vai bene. Però io sono fatto così: preferisco avere 50 nemici in più pur di tenere 10 amici veri. Quali sono i miei in questo mondo? Pochi ma buoni: Missiroli, Troianiello, Tommaso Bianchi e Laner”.
Niente social network, nessun procuratore. Daniele Cacia rappresenta un’eccezione tra i calciatori: “Non ho mai avuto un profilo social, mi sembra una pagliacciata. E’ una totale mancanza di privacy, non ho bisogno di far sapere a tutti che vado a cena. E i miei pensieri voglio tenerli per me. Da tre anni senza procuratore? Ho capito che potevo gestirmi da solo. So perfettamente qual è il mio livello e se una squadra di Serie B mi vuole può chiamarmi direttamente. Così se sbaglio è solo colpa mia. Ai giovani ad inizio carriera però non lo consiglierei, hanno bisogno di essere indirizzati da persone competenti e serie. Io invece ormai posso permettermi di farne a meno, so qual è la mia strada. Ad esempio quest’anno ho firmato con il Cesena un contratto annuale nonostante mi offrissero un biennale: mi piace il rischio. Meglio cercare di fare un anno alla grande e riparlarne a fine stagione. Ma in passato non ho fatto sconti a nessuno, non voglio fare il santo”.
In chiusura un pensiero sulla Serie B e sul futuro: “La B rimane un campionato affascinante perchè sempre incerto, ma il livello tecnico è calato. Giocano diversi giovani di proprietà dei club di Serie A, perché nei contratti è previsto che dopo 30 presenze scattano i premi. Cosa farò in futuro? Resterò in questo mondo – ha concluso Cacia -, anche se non mi piace più, perchè so fare solo questo. Ho lasciato casa a 13 anni per giocare a calcio. Mi vedo più dirigente che allenatore. Ma vorrei rimanere in questo mondo a modo mio”.
FONTE: Gianluca Di Marzio