ESCLUSIVA PSB – Calori: “Nessun contatto col Venezia. Al Brescia servirà serenità”
CALORI VENEZIA BRESCIA – Sia da calciatore che da allenatore, Alessandro Calori è stato protagonista del campionato di Serie B. Dopo che il suo nome è stato accostato alla panchina del Venezia, la redazione di PianetaSerieB.it l’ha intervistato in esclusiva per comprendere la veridicità della voce. Prima di porgli la domanda, però, ci si è confrontati a lungo sulla tortuosa estate […]
CALORI VENEZIA BRESCIA – Sia da calciatore che da allenatore, Alessandro Calori è stato protagonista del campionato di Serie B. Dopo che il suo nome è stato accostato alla panchina del Venezia, la redazione di PianetaSerieB.it l’ha intervistato in esclusiva per comprendere la veridicità della voce. Prima di porgli la domanda, però, ci si è confrontati a lungo sulla tortuosa estate che la cadetteria ha vissuto e sul periodo di forma dei suoi ex club.
Si possono definire questi ultimi mesi i più complicati dell’ultimo decennio per la Serie B. La Giustizia Sportiva ha dimostrato dei corto-circuiti, ma anche la Lega non ne è uscita benissimo. Lei che idea si è fatto della vicenda ripescaggi?
“Purtroppo ci sono regole poco chiare e quindi si può sempre trovare una scappatoia. Il problema è che si mandano segnali sbagliati e ciò che emerge è la poca organizzazione. Ci vorrebbero delle direttive precise che facciano chiarezza, ma la questione è di natura più ampia.”
Uno dei fautori del blocco è stato Cellino, il quale a Brescia sta però portando anche grande entusiasmo. Condivide la scelta di affidarsi a una guida più esperta di Suazo dopo i primi risultati negativi? Sotto la guida di Corini dove può arrivare il club?
“Cellino è un personaggio particolare, ma ha una cultura del lavoro importante. Quando si affronta un campionato importante bisogna scegliere se portare avanti delle idee o affidarsi a una guida più esperta, ma non esiste una decisione giusta e una sbagliata. L’organico è di livello, nonostante l’addio di Caracciolo, grazie all’arrivo di un craque della categoria come Donnarumma, al ritorno di Morosini, alla permanenza di Bisoli e all’arrivo di Tremolada. La squadra è costruita bene, con un buon mix di esperienza e gioventù. Non so dove possa arrivare, perché di formazioni forti ce ne son tante, ma a fare la differenza è la continuità. Per vincere vanno scongiurati gli sbalzi d’umore e preservate la serenità e la continuità, non soltanto in campo, ma anche a livello societario. Se mancano questi presupposti, diventa più difficile.
Un’altra città che è tornata a sognare è quella di Padova. Nonostante un approccio molto tignoso al campionato, ora Bisoli sta incontrando molte difficoltà sul suo percorso. Cosa dovrà cercare la dirigenza durante il mercato di gennaio per rendere l’organico più competitivo?
“Credo che sia presto per parlare di gennaio, poiché tutte le squadre si stanno ancora assestando. Anche corazzate come il Benevento faticano e questo è dovuto ai tempi necessari per creare l’amalgama. Discorsi di mercato vanno impostati con lucidità e consapevolezza a partire da novembre e sviluppati soltanto a dicembre inoltrato.”
Anche il Perugia sta faticando più del previsto a trovare la quadra. Nesta è stato messo in forte discussione dall’ambiente, ma non dal presidente: per un tecnico quale dei due aspetti conta di più?
“Una società che dà supporto permette al mister di lavorare con più agio, ma ovviamente nessuno nello sport può prescindere dai risultati. Per ciò che concerne i tifosi credo che vada dato loro il giusto peso: gli stessi che ora criticano potrebbero essere i primi ad esaltare il tecnico se la squadra risalisse la classifica. Ovviamente, però, gli estremi non vanno mai bene: una tifoseria distaccata non può che essere un fattore negativo per la squadra.”
Venezia è la piazza in cui ha concluso la sua carriera da calciatore. Che ricordi le suscita? Cosa c’è di vero, inoltre, nelle voci riguardo una sua candidatura alla panchina lagunare?
“A Venezia, così come in tutti i club di cui abbiamo parlato in precedenza, mi sono sempre trovato bene. Per quanto riguarda le voci sul mio futuro lì, smentisco. Ogni settimana giro gli stadi delle principali categorie italiane per passione e cultura professionale. Non ero in Veneto perché in contatto con qualcuno della società, ma per studiare l’undici di Vecchi e quello del Livorno.”
A prescindere da ciò, le manca la cadetteria? Perderla col Trapani al termine di un eccellente girone di ritorno fu un vero peccato…
“Presi i ragazzi con 11 punti dopo 17 partite e nel girone di ritorno fummo il miglior attacco, ottenendo 34 punti. Fermarci a un punto dei play-out mi dispiacque, perché sarebbe stato il coronamento di un lavoro fantastico. Rimasi anche in C perché me lo chiese il presidente Morace, altrimenti non avrei mai accettato una categoria inferiore. Considero la B il mio habitat e attendo una chiamata.”
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