10 Agosto 2020

ESCLUSIVA PSB – Camplone: “Perugia deludente, ma esonerare Oddo è stata una mossa frettolosa. Pescara non attrezzato per puntare ai playoff. Sulla sfida playout…”

CAMPLONE ESCLUSIVA PSB – E’ arrivato il momento della verità: questa sera all’Adriatico andrà in scena il primo round dello spareggio playout tra Pescara e Perugia. Solamente una delle sue compagini, tra le maggiori delusioni dell’ultimo torneo cadetto, riuscirà a mantenere la categoria, per l’altra l’amara ed inaspettata retrocessione in Serie C. Per analizzare l’altalenante […]

CAMPLONE ESCLUSIVA PSB – E’ arrivato il momento della verità: questa sera all’Adriatico andrà in scena il primo round dello spareggio playout tra Pescara e Perugia. Solamente una delle sue compagini, tra le maggiori delusioni dell’ultimo torneo cadetto, riuscirà a mantenere la categoria, per l’altra l’amara ed inaspettata retrocessione in Serie C.

Per analizzare l’altalenante torneo delle due squadre e focalizzarci sul fondamentale incrocio salvezza la nostra redazione ha contattato in esclusiva Andrea Camplone, doppio ex sia nelle vesti di calciatore che in quelle da allenatore, il quale ha espresso il suo personale ed interessante parere in vista del cruciale confronto tra la squadra di Sottil e quella di Oddo:

Annata molto complicata quella vissuta dal Perugia: la fame di Serie A della piazza associata alla grande voglia di rilancio di Oddo sembrava potessero essere due credenziali molto valide per consentire al Grifo di tornare a lottare per la massima serie dopo diverse stagioni molto deludenti. Più di qualcosa non è però andato per il verso giusto e neanche la successiva mano dell’esperto, oltre che perugino doc, Serse Cosmi ha fatto scoccare la scintilla con la squadra che, al contrario, è precipitata sempre più in classifica prima del ritorno dell’ex tecnico del Crotone. A suo avviso cosa non ha funzionato nella stagione del Grifo? Crede che la società abbia agito in maniera troppo frettolosa e confusionaria relativamente al primo esonero di Oddo?

“Sicuramente ci sono stati diversi problemi durante l’arco della stagione e lo si può constatare dai deficitari risultati ottenuti della squadra. A mio avviso, quest’anno la rosa era buona ed avrebbe potuto ambire quantomeno ad un piazzamento ai playoff, visto che poche compagini possono permettersi un parco attaccanti come quello del Grifo nel torneo di Serie B: tra Iemmello, Falcinelli, Capone, Buonaiuto e Melchiorri c’era l’imbarazzo della scelta. Sono d’accordo sul fatto che la mossa di esonerare Oddo sia stata troppo impulsiva, a mio modo di vedere. La squadra era in orbita ottavo posto e c’era tempo e modo per rimediare a qualche risultato poco soddisfacente, puntando anche ad una risalita difficile ma non impossibile. Personalmente, credo si fosse rotto qualcosa altrimenti non mi spiego come si faccia ad esonerare un allenatore che comunque era potenzialmente in corsa per il treno promozione. Cosmi, invece, non è riuscito a dare quanto avrebbe voluto e quanto di sicuro ci saremmo aspettati dall’alto della sua esperienza e competenza. E’ un peccato perchè lui è di Perugia ed era già riuscito a dare tanto al club ed alla città in passato. La tanto sperata sterzata non è però arrivata un pò per sfortuna, un pò per altre variabili, che hanno portato la società a richiamare Oddo. Le colpe non posso sapere di chi siano osservando il tutto dall’esterno ma la situazione si sarebbe potuta gestire meglio”.

Non se la passano di certo meglio in quel di Pescara, visto che anche il Delfino era partito con ambizioni sicuramente opposte rispetto a quello che oggi recita la classifica. Gli abruzzesi, prima di aggrapparsi a Sottil, avevano deciso di affidarsi a tecnici si promettenti ma sicuramente ancora inesperti come Zauri e Legrottaglie e le scelte, in entrambi i casi, non hanno ripagato. Come giudica l’altalenante torneo del Delfino?

“Da pescarese che vive a Pescara, penso che quest’anno la squadra non fosse attrezzata per poter puntare ai playoff. Personalmente, pensavo potesse riuscire a condurre un campionato tranquillo ma non la ritenevo in grado di competere con altre compagini, molto più attrezzate, in ottica promozione. Davanti l’attacco era troppo leggero e, Galano a parte, è mancato un punto di riferimento, di categoria, che potesse fare la differenza in positivo in zona goal. Poche alternative di livello e troppe giovani promesse aggregate in panchina. Poi, come accaduto proprio a Perugia, qualcosa non ha funzionato anche a livello tecnico con allenatori, si giovani, ma che non avevano mai avuto modo di confrontarsi con la cadetteria. Zauri stava facendo bene, secondo me, ma una volta esonerato per via del rendimento poco soddisfacente, e considerata la situazione in cui versava il Delfino, la società avrebbe dovuto optare per una figura più esperta, senza nulla togliere a Legrottaglie, che conoscesse la categoria e potesse dare una scossa alla squadra. La dirigenza probabilmente avrebbe dovuto fare scelte diverse, ed ora il club si ritrova a disputare questa inaspettata sfida salvezza”.

Ad incidere sicuramente anche la partenza di Machin, uomo in più del Pescara nella prima parte di stagione, e l’impossibilità di potersi affidare a Bojinov, arrivato a Gennaio ma praticamente mai impiegato…

“La cessione del ragazzo ha indubbiamente pesato molto visto il suo ottimo rendimento nella prima parte di campionato e la sua importanza nello scacchiere tattico abruzzese. Una volta andato però, sarebbe dovuto arrivare qualcuno in grado colmare il profondo vuoto lasciato dal calciatore equatoguineano. Bojinov non ha mai giocato anche per via dell’avvento del Covid ed è logico che la squadra abbia finito con l’andare ad indebolirsi. Ma, a prescindere da questo, hai tolto un tassello importante ma non lo hai rimpiazzato”.

Questa sera in scena il primo round del playout. Chi vede favorito nel doppio confronto tra le due squadre?

“Dispiace che in una sfida tanto delicata vadano ad incontrarsi due città e piazze con un passato ed un blasone tanto importante. Purtroppo una delle due dovrà lasciare la categoria e ciò comporterà un danno per l’intero panorama cadetto oltre che per società e tifoserie. Tralasciando tale aspetto, penso che questo non sia calcio. Senza pubblico le partite sono scialbe e prive di senso: i calciatori vivono di quella tensione e di quella adrenalina che solo i tifosi sono in grado di trasmettere. Si fa fatica a trovare le giuste motivazioni ed a provare le giuste emozioni. Ciò naturalmente non toglie che gli uomini in campo sappiano benissimo quale sia il peso della posta in palio e che retrocedere sarebbe un disastro, oltre che una macchia che nessun professionista vorrebbe mai avere sulle proprie spalle. Personalmente, non vedo nessuna favorita: come dico sempre, verrà premiata la compagine che dimostrerà di meritare di mantenere la categoria”.