Pisa, la rinascita di Caracciolo: “Nove mesi lunghi, ora vogliamo chiudere il più in alto possibile”
La rinascita di Caracciolo dopo l'infortunio al crociato
Si potrebbe leggere come nelle favole: 300 giorni dopo Antonio Caracciolo è riuscito a rialzarsi dopo l’infortunio al crociato. Quasi un anno di assenza dai campi per il difensore del Pisa, che dopo aver superato uno dei momenti più complicati della sua carriera è pronto a ritornare protagonista principale sul prato verde. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Caracciolo ha riavvolto il nastro, rivivendo i momenti dell’infortunio e dando un parere anche sulla stagione attuale.
Ecco le parole di Caracciolo:
“Era la penultima giornata in casa contro il Cosenza, era il 30 aprile, minuto 81. Sentivo fastidio, ma l’adrenalina e il fatto di essere in corsa per la A me ne hanno fatto quasi dimenticare. Invece è saltato il crociato del ginocchio destro, abbiamo preso il rigore e il pareggio, niente Serie A diretta, tutti ai playoff. Nove mesi sono lunghi, il primo è stato tranquillo, c’erano i playoff e seguivo la squadra. Volevo tornare da mio figlio con la medaglia al collo, purtroppo non ci siamo riusciti, mi è dispiaciuto non poter dare una mano alla squadra. La finale è stato il momento più duro, avevo fiducia nei compagni, ma il Monza aveva una rosa più ampia, l’ha vinta così. Il nostro d.s Chiellini mi ha fatto parlare con il fratello Giorgio, ho sentito tante esperienze, molti colleghi che hanno fatto fatica. Io avevo solo un muscolo che cresceva poco per il resto ero tranquillo. Sabato ritrovo il Cosenza? Non penso alle coincidenze, ma so che sarà una gara tosta, in un’ambiente fastidioso contro la squadra del d.s Gemmi, colui che mi portò a Pisa: sarà una battaglia. Ci attendono 8 partite toste, l’obiettivo è chiudere più in alto possibile, e se ricapita un’altra finale bisogna finire il lavoro”.
D’Angelo e il campionato
“É molto umano. Venivo da club in cui mancava l’ambiente famigliare, qui a Pisa l’ho trovato grazie a lui. Nei momenti di difficoltà prende sempre i giocatori nel modo giusto. E sull’aspetto tattico lavora molto. Questo campionato è sempre molto complicato. In A i campioni li noti perchè decidono le partite, qui no, anche chi ha qualità fa fatica perchè conta la fame. Vedi il Sudtirol. Chi non voglio trovare contro ai playoff? Ce ne sono tanti tosti, ma si deve preoccupare chi si ritrova davanti i nostri Torregrossa, Gliozzi, Moreo e Masucci“.