Salernitana, Castori: “In A col calcio di Klopp. Non seguo le mode”
CASTORI SALERNITANA SERIE A – Fabrizio Castori è ancora in Serie A. Ci è arrivato attraverso dieci promozioni, dalla Terza categoria in su. Dopo il Carpi, c’è la Salernitana. Questa la sua intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport: Come si sente? “Soddisfatto, anzi realizzato. Ma non appagato. Devo dire che la A mi era piaciuta e […]
CASTORI SALERNITANA SERIE A – Fabrizio Castori è ancora in Serie A. Ci è arrivato attraverso dieci promozioni, dalla Terza categoria in su. Dopo il Carpi, c’è la Salernitana. Questa la sua intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport:
Come si sente?
“Soddisfatto, anzi realizzato. Ma non appagato. Devo dire che la A mi era piaciuta e mi ero detto che ci dovevo tornare… E questo era il posto giusto, anche se la pandemia ha segnato tutta la stagione”.
Prima di Pescara ha dovuto saltare tre partite per il Covid. Era più preoccupato per la salute o per la squadra?
“Per la salute grazie a Dio non ho avuto problemi, anche se sono rimasto in casa da solo 20 giorni. Ero dispiaciuto per non poter partecipare allo sprint finale. La tecnologia, con l’aiuto di mio figlio, mi ha aiutato. Ci tenevo troppo alla Serie A”.
E’ la seconda volta.
“A Carpi fu un’esplosione inattesa, lanciando giocatori scovati nelle categorie inferiori. A Salerno c’è stato un cambio di mentalità dopo Ventura, c’è voluto un po’ di tempo ma ho sentito da subito la fiducia della proprietà. C’era un clima pesante nei loro confronti, ma le difficoltà devono essere un’opportunità, non un alibi”.
Lotito l’aveva fatta arrabbiare quando disse che non voleva il Carpi in A… Ora gli ha dato una gioia!
“Gli avevo risposto che le promozioni le determina il campo, non il bacino d’utenza. Lo stesso gli ho detto qui”.
La Salernitana in estate aveva chiamato Dionisi, poi ha pensato a Zanetti. Invece lei ha subito fatto innamorare Lotito. Come ha fatto?
“Mi ha chiamato che ero al Trapani e non avevo ancora finito, così gli ho chiesto di aspettare. Poi mi ha richiamato, è uno battagliero e ha visto che siamo fatti alla stessa maniera. Ha avallato le mie idee e scelto i giocatori che volevo: questa è fiducia, dà forza”.
Quindi la ricetta per vincere la Serie B è…?
“Bisogna correre molto, la condizione conta con tante partite difficili e ravvicinate. Io ammazzo i miei giocatori, ma le mie squadre finiscono sempre i campionati vincendo”.
Come si sente il tecnico più anziano della B ad aver messo in fila i colleghi più giovani?
“Non me ne frega niente. Mi aggiorno, ma uno che ha fatto questa carriera non può cambiare le sue convinzioni. Sono arrivato in A vincendo tutte le categorie, vuol dire che le mie idee pagano. E mi rafforzano”.
Diciamo la verità: il suo non è un calcio moderno…
“A me viene sonno quando vedo squadre che fanno cento passaggi senza mai tirare in porta. Io mi ritengo moderno, faccio il calcio di Klopp, di Simeone, dello stesso Guardiola. Lo dice anche Allegri. Rifiuto questa etichetta. Il mio è un calcio efficace, per me il passaggio orizzontale in difesa non serve a niente”.
Le analisi statistiche sulla Salernitana non sono quelle di una squadra da promozione. Invece…
“Il pallone se lo possono portare anche a casa, io mi prendo i 3 punti. Me ne frego delle mode. Il mio punto di riferimento è la velocità con cui si arriva a tirare in porta. Noi siamo organizzatissimi, non ci inventiamo le cose. Per fare questo calcio bisogna correre e tutti gli allenamenti sono studiati. Portatemi lo scienziato che dice che il calcio bello è quello con cento passaggi…”.
Uno dei punti di forza della Salernitana è stata la capacità di rialzarsi dopo le sconfitte.
“Le sconfitte fanno parte del gioco, bisogna superarle in fretta e metabolizzarle”.
Basterà tutto questo per la A?
“Come concetti e principi sì. Poi ci sono i giocatori. Bisogna mangiare l’avversario, come fanno Atalanta e Verona, che giocano come noi. Anche Gasperini e Juric ammazzano i giocatori per attaccare meglio e in fretta, restando corti”.
Magari ci sarà anche il pubblico, e a Salerno si sente…
“Tanta roba, per noi sarebbe fondamentale, avremmo lo stadio sempre pieno”.
Lunedì da Pescara, invece di rientrare a festeggiare, ha preferito portare la squadra a Cascia per il voto a Santa Rita.
“Siamo arrivati a mezzanotte per un incidente, ci aspettava Lotito per cenare. Poi abbiamo fatto una visita al Santuario, il voto dovevamo rispettarlo. Siamo pronti a farne un altro”.