Cellino: “Vado in Serie B se serve per salvare il calcio, ma come si può giocare a luglio?
CELLINO BRESCIA SERIE B – Massimo Cellino, presidente del Brescia, è intervenuto ai microfoni di Radio24, nel corso della trasmissione Tutti Convocati. Ecco le sue dichiarazioni raccolte da Tuttomercatoweb.com: “La FIFA dice finiamola qui, il CONI dice finiamola qui, la FIGC invece mi ricorda il nostro governo, crea un sacco di commissioni ma è solo […]
CELLINO BRESCIA SERIE B – Massimo Cellino, presidente del Brescia, è intervenuto ai microfoni di Radio24, nel corso della trasmissione Tutti Convocati. Ecco le sue dichiarazioni raccolte da Tuttomercatoweb.com: “La FIFA dice finiamola qui, il CONI dice finiamola qui, la FIGC invece mi ricorda il nostro governo, crea un sacco di commissioni ma è solo politica e burocrazia. È una tragedia su cui stiamo scherzando tutti ancora, io vivo a Brescia e vi auguro di non vivere mai il Covid-19, nel resto d’Italia non se ne rendono conto. Di andare in Serie B non me ne frega nulla, ci vado domani mattina. Nascondersi dietro i problemi economici è sbagliato, l’azienda calcio è come tutte le altre, ma nel sistema mondiale è l’unica in grado di risollevarsi e ripartire senza chiedere aiuti a nessuno. Il fatto che ci nascondiamo dietro consigli di chi non è coinvolto è sbagliato, che si possa ripartire io me lo auguro ma non lo credo. Io sono a Brescia e ho paura di uscire in giardino.
Le società di calcio sono società per azioni come altre, quando hai il 90% delle società che hanno bilanci negativi, le cui perdite vengono colmate con le plusvalenze, le cessioni dei calciatori, già è chiaro cos’è il calcio. In questo momento non si gioca, ma tutti abbiamo interesse che si riprenda a giocare. Ma come si fa a giocare giugno, luglio, quando i bilanci chiudono a giugno e i contratti anche? I calciatori riprendono senza fare un giorno di vacanza? Ma si strappano tutti! Come ha detto Ranieri, i giocatori di Serie A sono come macchine di Formula 1 e stare fermi due mesi è una cosa mai accaduta prima. Se il Brescia deve retrocedere per salvare il calcio io firmo subito e non faccio causa a nessuno, ma non permetto che si facciano insinuazioni del genere.
Galliani? Adriano è il mio maestro, ho imparato tutto da lui. Ma parliamoci chiaro, non siamo più ai tempi delle retrocessioni a tavolino e dei punti di penalizzazione. Capisco la situazione del Monza e del Benevento, gli daranno questi punti di bonus l’anno prossimo, cosa facciamo causa al Coronavirus? È colpa sua, non nostra. Parlando da persona pratica: consolidare la classifica vuol dire pagare i premi ai calciatori, ma i miei calciatori saranno disposti a scendere in B e prendere il 50%? La soluzione unica è spostare tutto di un anno, come fatto con l’Olimpiade e con l’Europeo. Giocare a porte chiuse è una bestemmia, una cosa che in Inghilterra non verrà mai fatta, non è una soluzione. La prima componente è il tifoso allo stadio, abbiamo snaturato uno sport con moviole e VAR, perché mancano i dirigenti di calcio. Io lo faccio da 30 anni e le dico che non ci sono più dirigenti di calcio, e lo dimostra il fatto che i conti economici della società sono tutti in passivo. I milioni che leggo sui giornali sono tutti coriandoli, piuttosto approfittiamo di questo Coronavirus per mettere a posto il calcio.
Decurtazione degli stipendi e conclusione della stagione? Sarebbe una truffa, togliere due mesi di stipendi e costringere i ragazzi a giocare 25 partite in due mesi. Il 90% dei calciatori sono persone perbene, glielo garantisco. Bisogna dar loro certezze, se finiamo il campionato gli spetta il 100% dello stipendio, se non finiamo lo stipendio gli sarà decurtato perché non si è giocato per cause forza maggiore, vi assicuro saranno i primi a mettersi le mani in tasca. Ma dobbiamo garantirgli che saranno calciatori anche l’anno prossimo, non cambiare versione ogni giorno.
La proposta di Galliani? Capisco il suo senso di frustrazione, andare quest’anno in Serie B sarebbe importante, sarei incazzato nero se fossi loro. In Serie A sarebbe penalizzato Claudio Lotito, ingiustamente, dal punto di vista sportivo. Per Vigorito del Benevento in serie B vale lo stesso discorso, Monza e Vicenza in C, idem. Queste squadre o si trova una soluzione che due retrocedono volontariamente o si danno 20 punti a testa di vantaggio. Questa però non è una situazione normale: se continuiamo così, noi ci giochiamo questo campionato e il prossimo. A livello mondiale i bilanci chiudono al 30 giugno, ci sono conti, obblighi di riscatto, trasferimenti, anticipi di diritti tv, come si fa a ipotizzare che si possa andare oltre il 30 giugno? Qualcuno ha preso persino l’anticipo del paracadute! Io parlo del sistema calcio, ho inventato io il paracadute e non ne ho mai preso uno. A testa alta me ne vado meritatamente in Serie B, perché ho fatto troppe cagate quest’anno, ma è l’unico modo per salvare il calcio.
Dopo il 30 giugno non posso schierare la squadra, ho i contratti in scadenza, non esiste spostare i bilanci. Bisogna garantire 700 milioni alle banche entro il 30 giugno, non diciamo coglionerie. Incassare una percentuale del betting per aiutare il calcio? Son cazzate. Come si fa ad andare da un ministro, che non ha mai giocato a pallone o gestito una squadra di calcio, e chiedere la percentuale sul betting? Non seguivo il panorama italiano nei miei sei anni in Inghilterra, sono tornato e ho visto i Cinque Stelle fare campagna elettorale su un aereo comprato da Renzi, mi stavano simpatici. Anche Salvini mi era simpatico anche se non posso essere leghista essendo sardo, ero contento del governo Cinque Stelle-Lega, ma se il ministro dello sport si permette di dire che non dà i soldi il betting al calcio perché è una questione di principio ed è nel governo con Renzi, ma di che principi parli? Non abbiamo bisogno dell’elemosina, il 90% dei soldi in Inghilterra derivano dal betting, sponsorizzano il calcio perché hanno un ritorno. In Francia il 3% del betting va al calcio, mentre in italia non danno nulla…. ma parliamo di cose serie e smettiamo di farci ridere dietro“.