C’era una volta il Del Duca: Ascoli al via con il problema stadio
Cresce l’attesa tra i tifosi bianconeri (che stasera si ritroveranno in piazza Arringo per la tradizionale festa dei tifosi) per l’inizio del campionato. L’Ascoli esordirà domenica sera alle 21 contro il Cosenza tra le mura amiche dello stadio Del Duca. Già, ma davvero si può ancora chiamare stadio quell’obbrobrio che anni fa (l’ultima volta nella […]
Cresce l’attesa tra i tifosi bianconeri (che stasera si ritroveranno in piazza Arringo per la tradizionale festa dei tifosi) per l’inizio del campionato. L’Ascoli esordirà domenica sera alle 21 contro il Cosenza tra le mura amiche dello stadio Del Duca. Già, ma davvero si può ancora chiamare stadio quell’obbrobrio che anni fa (l’ultima volta nella stagione 2006-2007) è stato teatro delle gesta dei bianconeri in massima serie?
In effetti la situazione del Del Duca è a dir poco deprimente, tra settori in condizioni pietose e interminabili cantieri. Nonostante le promesse e i ripetuti proclami, lo stadio comunale si presenta al via della stagione nelle stesse indecorose condizioni dello scorso anno. C’è quella che una volta era la tribuna coperta e che ora è senza parte della copertura (il tetto), triste ricordo del periodo del terremoto (parte del tetto è stato tagliato per renderla agibile). Era così nell’ultima parte della stagione 2016-2017, si è ripresentata in quel modo nella stagione scorsa (2017-2018), è ancora così al via della nuova stagione. Come al solito bisogna “pregare” che il tempo sia clemente in occasione delle partite casalinghe dei bianconeri, altrimenti sono dolori (già in Coppa Italia un temporale passeggero un paio d’ore prima dell’inizio della partita ha creato non pochi problemi).
La curva sud, il tempio del tifo bianconero, è stata messa ko dal terremoto. E’ inagibile, non si sa se verrà mai ricostruita (o sistemata) e al suo posto c’è una gradinata provvisoria che quest’anno è stata resa più decente dai seggiolini ma che, se non cambieranno le norme, dovrà essere smontata per la prossima stagione. Il settore che, almeno in apparenza, è nelle condizioni migliori è la curva nord che, però, è riservata ai pochi tifosi ospiti (a parte un paio di partite lo scorso anno mai più di un centinaio). Che potrebbero tranquillamente trovare sistemazione nei vicini distinti est, consentendo così alla società di utilizzare i circa 6 mila posti della curva per i tifosi bianconeri.
Peccato, però, che in quel settore manchino i servizi igienici (in occasione della sfida playout con l’Entella sono stati installati quelli provvisori per consentire di convogliare in quel settore i pochi tifosi liguri e liberare la curva nord) e servano alcuni piccoli lavori, quindi non si può utilizzare. Lo scorso anno più volte la vecchia società e, soprattutto, i tifosi avevano chiesto un immediato intervento risolutivo (che, per altro, non comporterebbe neppure un particolare impegno). Il Comune e il sindaco in particolare avevano annunciato che per la nuova stagione il problema sarebbe stato risolto e, invece, si parte anche in questo campionato nella stessa condizione.
“Dulcis in fundo”, la nuova tribuna est che assomiglia sempre più ad un moderno Godot (il personaggio dell’opera teatrale di Beckett). Una vicenda, quella della nuova struttura attesa vanamente da anni, che va oltre l’ambito calcistico ed è ormai diventata una delle pagine più sconcertanti della storia recente dell’amministrazione comunale del capoluogo piceno. Senza ripercorrere tutte le tappe di una telenovela a dir poco paradossale, basterebbe ricordare ciò che aveva dichiarato l’allora presidente Bellini nel maggio 2015, nel corso della conferenza stampa di fine stagione (dopo lo sfortunato playoff contro la Reggiana): “I lavori inizieranno tra un mese, i tecnici comunali mi hanno assicurato che sarà pronta tra 3 mesi. Visto come vanno le cose da queste parti, mi accontenterei che fosse pronta per dicembre”.
Ovviamente a dicembre 2015 la tribuna non era pronta (i lavori non erano neppure partiti) ed è iniziato un vero e proprio stillicidio di nuove scadenze e di promesse, tutte puntualmente disattese. Da giugno 2016 si è passati a settembre 2016. Poi il terremoto ha fatto slittare tutto a giugno 2017, poi settembre 2017 che ben presto è diventato dicembre 2017/gennaio 2018. Sembrava una data certa, lo aveva assicurato più volte il sindaco Castelli. Al punto che la società ha fatto la campagna abbonamenti solo per il girone di andata, visto che il Comune aveva assicurato che per il ritorno ci sarebbe stata anche la nuova tribuna est. Come non detto, da gennaio si è passati a giugno 2018, poi all’inizio della nuova stagione (settembre 2018), poi a fine anno.
Il 10 luglio scorso, nel corso della presentazione della nuova società, il presidente Tosti riferiva che “il sindaco mi ha promesso che sarà pronta per gennaio 2019”. Un incomprensibile ulteriore slittamento, ma almeno la telenovela sembrava avviarsi al termine. Invece un mese dopo, esattamente il giorno di ferragosto, in un’intervista ad un quotidiano locale il sindaco Castelli affermava che “la nuova tribuna est sarà pronta nel corso della stagione 2019-2020 ma non chiedetemi date”.
Nel frattempo il progetto iniziale, che prevedeva due stralci di intervento (demolizione e ricostruzione) per una spesa di 2,5 milioni di euro, ha visto moltiplicarsi gli stralci (siamo già a 5 e non è detto che siano finiti) e, soprattutto, i costi. Siamo già oltre i 4 milioni di euro e si viaggia speditamente verso i 5 ma si arriverà ben oltre, considerando che sono state presentate riserve per oltre un milione di euro. Cosa sia accaduto in questi 4 anni, come si sia potuto arrivare a questa situazione è un autentico mistero, visto che il sindaco non spiega e non parla.
Quel che certo è che ancora una volta domenica sera, prima del fischio di inizio per il via alla nuova stagione, ai tifosi bianconeri si stringerà il cuore nel vedere il glorioso Del Duca ridotto in quello stato.