16 Marzo 2020

Di Cintio: “Situazione delicata, i nodi da sciogliere sono diversi”

CESARE DI CINTIO AVVOCATO – Cosa sarà del calcio? In un periodo in cui si pensa, legittimamente, ad altro, gli sviluppi di un movimento così importante per il Paese riesce comunque a tenere banco. Riportiamo, dunque, l’approfondimento apparso su Tuttosport ad opera di Cesare Di Cintio, avvocato tra i massimi esperti di diritto sportivo presenti […]

CESARE DI CINTIO AVVOCATO – Cosa sarà del calcio? In un periodo in cui si pensa, legittimamente, ad altro, gli sviluppi di un movimento così importante per il Paese riesce comunque a tenere banco. Riportiamo, dunque, l’approfondimento apparso su Tuttosport ad opera di Cesare Di Cintio, avvocato tra i massimi esperti di diritto sportivo presenti in Italia.

Lo sport professionistico, e il calcio in particolare, si sono ritrovati improvvisamente fragili e vulnerabili di fronte all’espandersi dell’epidemia di coronavirus. Oggi è molto complicato effettuare previsioni con riferimento a quando si potrà tornare a giocare e, soprattutto, se sarà possibile terminare le competizioni entro il 30 giugno che, normativamente, è considerato come giorno conclusivo di ogni stagione sportiva. Tale data è un punto di riferimento molto importante nell’ambito dei rapporti giuridici nel mondo del calcio – e dello sport in generale – proprio perché le annate si contano in base alle stagioni sportive che decorrono dal 1 luglio al 30 giugno dell’anno successivo. È chiaro che il prossimo Consiglio Federale della Figc, già convocato per il prossimo 23 marzo, oltre ad affrontare i temi riguardanti la conclusione del campionato in corso e, quindi, a disciplinare i casi di “sospensione” (slittamento della partite oltre il termine previsto per la conclusione delle medesime a seguito di un periodo di pausa) e “interruzione” (termine definitivo delle gare per impossibilità di completare il calendario con eventuali appendici agonistiche era assegnare il titolo di Campione d’Italia, determinare le partecipanti alle coppe europee e le retrocessioni) della competizione per eventi di forza maggiore, sarà tenuto anche a considerare gli effetti che tali situazioni potranno avere sulle iscrizioni ai campionati e sui rapporti giuslavoristici. Il problema ovviamente non si porrà nel caso in cui sarà possibile concludere il campionato entro il 30 giugno. Nel caso in cui, invece, tale ipotesi non fosse percorribile, il Consiglio Federale dovrà provvedere normativamente sul punto disciplinando, d’intesa con le Leghe e le componenti tecniche (Aiac e Aic), anche tale eventualità. In questo caso non solo dovrà focalizzare la sua attenzione normativa alla disciplina delle iscrizioni ai campionati professionistici ma anche ai rapporti di lavoro subordinato sportivo. La materia sul punto appare molto delicata data la presenza di diversi nodi da sciogliere a livello giuslavoristico per prolungare l’efficacia di contratti, qualificati come rapporti di lavoro subordinato, oltre il termine naturale di loro scadenza (30 giugno). Il tema è connesso non solo ai rapporti di lavoro legati a cessioni di contratto a titolo definitivo ma anche a quelle a titolo temporaneo, gergalmente definiti con il termine di “prestiti”. Sul punto, come nei casi di “sospensione” ed “interruzione” della competizione esiste un vuoto normativo, dettato dalla eccezionalità della situazione motivo per cui la Figc dovrà porre molta attenzione ad ogni scelta coinvolgente il destino del campionato. Il calcio professionistico, infatti, prima di esser un grande spettacolo è un insieme di aziende che intrattengono rapporti di lavoro subordinati con i propri dipendenti sportivi“.