3 Aprile 2020

ESCLUSIVA PSB – Di Cintio: “Servono unità e condivisione, ogni decisione comporterà misure drastiche”

CESARE DI CINTIO AVVOCATO / I dubbi dilagano in un mare di paura e la speranza è il ponte che unisce questo precario presente al futuro. Il calcio, ovviamente componente dalla ridotta importanza con riferimento ai novanta minuti di passione ma meritevole di rispetto per la portata socio-economica di cui si fa carico, non fa […]

CESARE DI CINTIO AVVOCATO / I dubbi dilagano in un mare di paura e la speranza è il ponte che unisce questo precario presente al futuro. Il calcio, ovviamente componente dalla ridotta importanza con riferimento ai novanta minuti di passione ma meritevole di rispetto per la portata socio-economica di cui si fa carico, non fa eccezione. Cosa sarà di questa stagione e di quella a venire? Per cercare di dare una risposta, o quantomeno fornire spiegazioni, abbiamo raggiunto in esclusiva Cesare Di Cintio, avvocato ed esperto di diritto sportivo.

Avvocato, il calcio italiano continua a patire i noti problemi che affliggono il Paese. Il tutto si concretizza nelle difficoltà che sembrano rappresentare ostacoli a tratti insormontabili verso la ripresa del movimento. A tal proposito, sono diverse le proposte valutate. Una di queste, ovviamente, è la ripartenza dei campionati ed estensione della stagione al mese di luglio. Ciò comporterebbe il differimento di ogni termine di adempimento giuridico. NOIF alla mano, l’art. 85 sez. B parla, in primis, di termine statutario di approvazione del bilancio. Questo può essere modificato (come si dovrebbe fare qualora si giocasse effettivamente anche a luglio) con una delibera dell’assemblea straordinaria, ma è necessario un particolare quorum. Qualora quest’ultimo non dovesse essere raggiunto, per qualsiasi motivazione, fermando quindi la “macchina burocratica” societaria, si potrebbe creare questo impasse oppure è da escludere una simile eventualità?

“Anzitutto ritengo necessario rilevare che a mio avviso ogni decisione che sarà adottata dovrà tenere conto in primis della salute pubblica. Certo è che un’eventuale decisione di estensione dei campionati oltre il termine consueto, potrebbe comportare la necessità di differire anche ogni altro termine ad esso collegato e connesso. Quanto ai termini di approvazione del bilancio, come noto si tratta di una materia che ricalca quella civilistica di cui all’art. 2364 c.c. secondo cui “l’assemblea dei soci deve essere convocata per discutere e deliberare sull’approvazione del bilancio di esercizio entro il termine stabilito dallo statuto”. Come noto il Governo con il D.L. 17 marzo 2020 n. 18 è intervenuto sulla materia riscrivendo il calendario relativo all’approvazione dei bilanci derogando a quanto ordinariamente previsto dalle disposizioni del codice civile. Evidente quindi che nel caso delle società di calcio sia necessaria una presa di posizione da parte degli organi federali anche in tal senso che possa evitare un eventuale “impasse” del sistema sul tema dei bilanci e dei relativi incombenti da espletare avanti la Co.Vi.Soc.”.

Visionando ulteriormente il succitato articolo 85 NOIF, alla voce Emolumenti, apprendiamo che: “Le società devono documentare alla F.I.G.C.-Co.Vi.So.C., secondo le modalità e le procedure stabilite dalla F.I.G.C., entro i termini fissati dal Sistema delle Licenze Nazionali, l’avvenuto pagamento di tutti gli emolumenti dovuti per il quinto bimestre (1° marzo-30 aprile) e sesto bimestre (1° maggio-30 giugno) e per quelli precedenti, ove non assolti prima, in favore dei tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo con contratti ratificati”. Una questione, quella relativa ai seguenti versamenti, che in Serie B (per non parlare della Serie C) non va sottovalutata: dato che vi è querelle per l’ultima tranche di ricavi da diritti tv che potrebbe non arrivare e gli incassi da botteghino ovviamente assenti, le compagini rischiano di ritrovarsi in una difficoltà che non era prevedibile e che, ipotizzo, potrebbe essere attenuata da eventuali disponibilità liquide o riserve disponibili. Come commenta quest’osservazione?

“Il rischio che le società affrontino questo particolare periodo con molte difficoltà è un dato ormai consolidato. Come noto la situazione è ancora in costante evoluzione con provvedimenti che, a livello governativo per lo meno, continuano a susseguirsi al fine di poter prevedere le misure più idonee di aiuto e sostentamento per le società. A mio avviso è certamente necessario che il Governo in primis e gli organi federali poi, intervengano maggiormente sul punto, dopo un primo passo già percorso dal D.L. n. 18/2020 contenente tra gli altri alcuni interventi a sostegno di tutto il mondo dello sport”.

Altro argomento centrale è quello dell’iscrizione alla stagione successiva, qualora quest’ultima riuscisse a terminare. Per ottenere la licenza, vi sono degli indicatori economici e finanziari da rispettare. È facile pensare come ciò sarà più che complicato nel prossimo futuro a causa delle difficoltà che toccano, per l’appunto, sia il lato economico che finanziario. Ritiene sia necessaria una deroga alle suddette richieste federali?

“Ritengo opportuno prima di tutto che gli organi federali si pronuncino sul destino di questa stagione sportiva per poter pensare a come iniziare la prossima. Certamente le difficoltà economiche che tutti i club stanno subendo dovranno condurre ad una sostanziale modifica delle normative federali in termini di richieste federali necessarie per ottenere la relativa licenza nazionale, perché con tutta evidenza tutte le decisioni che saranno adottate con riferimento all’attuale stagione sportiva andranno ad incidere di riflesso su quella successiva”.

Alcuni presidenti, come Maurizio Stirpe, hanno proposto di spalmare l’attuale stagione in due annate, chiudendo quella in corso in data 30 giugno 2021. È una strada giuridicamente percorribile oppure comporterebbe misure eccessivamente drastiche (penso, ad esempio, alla determinazione di costi e ricavi di esercizio e la relativa competenza)?

“Ogni decisione che verrà presa comporterà delle misure drastiche. L’idea di prolungare l’attuale stagione in due annate senza alcun dubbio determinerebbe squilibri sia da un punto di vista sportivo che economico/aziendale. Disputare un torneo nell’arco di due anni non migliorerebbe i risultati economici, verrebbero generati ricavi totali del valore di un anno in due stagioni senza che si possa pensare ad eventuali positività in termini di ricavi. Senza contare gli ulteriori problemi dettati dal necessario intervento normativo sul punto in ordine ad ogni aspetto rilevante nonché dal punto di vista sportivo la necessità di coordinare tale ipotesi con tutti gli scenari sportivi ipotizzabili (coppe, competizioni europee e così via…)”.

Avvocato, terminiamo così: i discorsi fatti toccano diritto ed economia ma vanno ben ponderati tenendo conto del bene supremo, la salute. Quale crede sia la strada migliore (con le infinite accezioni possibili per tale aggettivo) da percorrere?

“La mia personalissima opinione è certamente che la priorità assoluta in questo momento è quella della salvaguardia della salute pubblica. Per poter pensare a quale possa essere la strada migliore occorre prima di tutto prendere coscienza delle conseguenze che potrebbero derivare da ogni tipo di decisione. In questi ultimi giorni siamo a conoscenza del fatto che ogni club sostiene le proprie ragioni propendendo per una ripresa mentre altri per l’interruzione definitiva. Ritengo che attualmente sia necessario un intervento della Federazione che sia dettato da condivisione e unità tra le compagini in ordine al futuro prossimo dello sport ovviamente con la speranza di poter tornare alla nostra nuova normalità una volta superata definitivamente l’emergenza”.

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