ESCLUSIVA PSB – Colomba: “Reggina, un uomo d’area come Iemmello servirebbe come il pane. Castori tecnico pratico, lotterà fino alla fine per la promozione”
COLOMBA ESCLUSIVA PSB REGGINA SALERNITANA – In una Serie B che mai come quest’anno vede all’ordine di ogni weekend match di altissimo livello, il confronto tra Reggina e Salernitana è la perfetta rappresentazione dell’elevatissimo blasone riacquisito da parte del torneo cadetto, oltre che di una bellissima e consolidata amicizia tra due storiche società del nostro […]
COLOMBA ESCLUSIVA PSB REGGINA SALERNITANA – In una Serie B che mai come quest’anno vede all’ordine di ogni weekend match di altissimo livello, il confronto tra Reggina e Salernitana è la perfetta rappresentazione dell’elevatissimo blasone riacquisito da parte del torneo cadetto, oltre che di una bellissima e consolidata amicizia tra due storiche società del nostro calcio, persistente oramai da oltre trent’anni. Un evento che, nonostante il passare degli anni ed il particolare contesto dettato dalla pandemia, riesce a conservare intatto il proprio fascino e a destare elevata curiosità nei confronti di tutti i veri appassionati di questo sport, spinti a rivivere i fasti e le emozioni che questo incrocio ha spesso regalato tra gli anni 90 e l’inizio del 2000 e che ha visto protagonisti campioni ed allenatori di elevatissima caratura.
Tra questi non può che esservi Franco Colomba, bandiera da calciatore di Avellino e Bologna prima ed allenatore dalla grandissima esperienza e competenza, poi, il quale annovera nel suo ricchissimo ed invidiabile curriculum anche esperienze a Salerno e, soprattutto, Reggio Calabria: in granata dal 1995 al 1997 con una promozione in Serie A sfiorata, mentre sono addirittura tre le parentesi alla guida della compagine amaranto nel 1997/1998, nel triennio 1999/2002 e nel 2003. Intervenuto in esclusiva dai nostri microfoni, mister Colomba ha analizzato il momento delle due compagini sopracitate proiettandoci verso il posticipo che le vedrà protagoniste Lunedì sera al “Granillo“.
Mister, alle porte del campionato si erano senza dubbio create delle importanti aspettative attorno alla Reggina: nonostante si presentasse da neopromossa, le ambizioni della compagine amaranto sembravano essere quelle di una squadra pronta a lottare per le zone nobili della classifica ma che invece, ha dovuto fare i conti con una realtà ben diversa. Dal suo punto di vista, la pressione e le prospettive venutesi a creare attorno ai calabresi sono state davvero così eccessive oppure più di qualcosa non ha funzionato nel verso giusto?
“Secondo me non era facile, per la Reggina, essere protagonista da subito dopo aver cambiato così tanto a livello di organico. Non è una squadra che ha mantenuto l’ossatura dell’anno passato ma, al contrario, ha effettuato numerosi innesti, alcuni dei quali provenienti dall’estero. Tutto ciò si è riversato sul campo dove gli amaranto hanno offerto prestazioni altalenanti, senza riuscire ad avere una grossa continuità. Ora però, con il mercato invernale, la società avrà sicuramente capito dove andare a ritoccare l’organico per poter risalire la china. Chiaro che davanti vi è un gruppo di squadre agguerrito e non facile da raggiungere, specie per le prime posizioni. L’obiettivo che deve porsi ora la squadra è quello di una salvezza tranquilla per poi, chissà, ambire ad un piazzamento playoff. Gli spareggi promozione hanno sempre rappresentato un traguardo di spessore in cadetteria e raggiungerli sarebbe un grande colpo: chiaro che ad oggi la situazione sia negativa e le priorità siano altre ma la classifica è corta e, mancando un girone intero, tutto può succedere. Il calcio insegna che se ci si crede e non si molla tutti gli obiettivi sono raggiungibili”.
Una squadra, esattamente come da lei ricordato, letteralmente rivoluzionata nella scorsa estate. Con il susseguirsi di risultati talmente negativi dall’euforia iniziale si è passati, comprensibilmente, ad una grandissima sfiducia nell’ambiente amaranto, con i tifosi che hanno cominciato a nutrire particolari perplessità riguardo le strategie di mercato attuate dalla società: un gruppo, quello della promozione, letteralmente smantellato e che ha visto approdare in riva allo Stretto numerosi volti dal nome sicuramente altisonante ma che non sono riusciti ad esprimere il proprio immenso potenziale. Con il senno di poi, a suo avviso, con qualche doveroso aggiustamento di categoria, l’organico che aveva contribuito alla promozione avrebbe potuto garantire maggiori certezze anche in cadetteria?
“E’ una riflessione sicuramente interessante e comprensibile, ma ti posso confermare come in questo mondo quello che non si può mai dire o sapere, purtroppo, è ‘cosa sarebbe stato o cosa sarebbe potuto succedere se…’ Avessero mantenuto gran parte dell’organico e si fossero trovati ugualmente in una situazione di classifica del genere, il mercato sarebbe stato etichettato come insufficiente e la società sarebbe stata ‘accusata’ di non essersi mossa in maniera proficua e di non aver portato in Calabria elementi di qualità ed esperienza. Non c’è mai una verità ma una cosa è certa: inserirne così tanti non è facile e ne stiamo avendo la conferma”.
La dirigenza amaranto sta ora provando a muoversi intelligentemente sul mercato per risollevare le sorti di questa difficile stagione. I principali movimenti sembrano diretti a rinforzare quello che è il reparto che ha accusato maggiori difficoltà in questa prima metà di stagione, ossia l’attacco. E’ già arrivato Montalto e, tra i diversi nomi, si è fatto quello di Pietro Iemmello, ambito da diversi club cadetti ed obiettivo confermato dal direttore generale Antonio Tempestilli. Crede che questo binomio, qualora si andasse a costituire, sia in grado di portare a Baroni quei goal che finora sono mancati?
“Penso proprio di si, perchè finora è mancato proprio l’apporto di qualcuno che avesse confidenza con la porta e che sapesse occupare l’area di rigore. I calciatori che hai menzionato sono elementi che dispongono di tali caratteristiche. Finora, ho visto molti elementi abili nel partire da lontano con l’intento di inserirsi ed arrivare a concludere, però uomini d’area che abbiano la giusta confidenza con la porta, in effetti, servono come il pane”.
Dall’altra parte la Salernitana di Castori, dall’inizio del torneo in lotta per i primissimi posti, probabilmente anche contro larga parte dei pronostici precampionato. Un periodo di flessione tra fine dicembre ed inizio gennaio ma un successo, l’ultimo ottenuto contro il Pescara, che inietta sicuramente nuova linfa in vista del prosieguo del campionato. Si aspettava di vedere i granata al secondo posto (in coabitazione con il Monza) al giro di boa?
“In effetti, con il gruppo di squadre importanti che ci sono quest’anno in cadetteria, non sarebbe stato facile prevederlo. Diciamo però anche che la compagine campana è tanti anni che prova ad inserirsi per la lotta alla promozione in Serie A e quindi prima o poi questo momento sarebbe dovuto arrivare. Adesso è lì, però vedo anche che ci sono tantissime contendenti agguerrite e quotate e che dall’ottavo posto in sù si registra un elevatissimo livello di qualità da fronteggiare. Empoli, Monza, Chievo, SPAL, Lecce e lo stesso Pordenone che ha dimostrato di poterci stare per la lotta playoff: sono tutte realtà da tenere d’occhio. Credo sia ancora tutto in gioco e la situazione sia difficile da decifrare ma i granata possono dire la loro fino all’ultima giornata”.
Pur riconoscendo a mister Castori larga parte dei meriti per l’ottima prima parte di stagione condotta dai granata, l’opinione pubblica si divide riguardo il tipo di calcio attuato da parte dell’ex tecnico di Carpi e Trapani: una fetta degli addetti ai lavori lo considera un vero e proprio stratega dell’organizzazione tattica mentre un’altra lo etichetta come eccessivamente difensivista. Qual è la sua posizione riguardo questo tema, ampiamente oggetto di discussione negli ultimi anni nel panorama calcistico generale?
“Castori lo definirei un tecnico ‘pratico’, che bada al sodo senza tanti fronzoli. Non è un profeta ma è un allenatore ed un uomo vero. Sono tanti anni che lavora alla grande in questa categoria vincendo campionati e raggiungendo comunque sempre ottimi risultati. E’ un professionista preparato ed esperto oltre che abile, secondo me, ad impiegare perfettamente i propri calciatori in base a ciò che possono dargli. Ripeto, non sarà facile prendersi uno dei primi due posti vista la feroce concorrenza ma ora è lì, meritatamente, e deve provarci”.
Lunedì al “Granillo” un match che la lega a particolari e forti ricordi. Quale sarà la chiave tattica della gara? Che tipo di partita si aspetta di vedere?
“Mi aspetto una Reggina che cercherà di vincere a tutti i costi perchè ne ha troppo bisogno per la propria classifica che, attualmente, è in deficit e che proverà quindi a fare da subito la gara. Prevedo, di conseguenza, possa nascere una partita adatta alle caratteristiche della Salernitana che predilige un gioco di rimessa e che attenderà gli amaranto per poi colpire tramite le ripartenze. Il motivo dominante del confronto penso possa essere questo”.