Lecce, Corini: “Ho sempre spronato i miei giocatori a credere nella promozione diretta”
CORINI LECCE – Eugenio Corini, tecnico del Lecce, ha parlato alla Gazzetta dello Sport del momento dei suoi in vista del rush finale. Ecco le sue parole, riportate da calciolecce.it: «Ho sempre spronato i miei giocatori a credere nella promozione diretta. Anche nel momento più difficile, ossia dopo la sconfitta in casa contro l’Ascoli, ho […]
CORINI LECCE – Eugenio Corini, tecnico del Lecce, ha parlato alla Gazzetta dello Sport del momento dei suoi in vista del rush finale. Ecco le sue parole, riportate da calciolecce.it:
«Ho sempre spronato i miei giocatori a credere nella promozione diretta. Anche nel momento più difficile, ossia dopo la sconfitta in casa contro l’Ascoli, ho pensato che avremmo trovato l’equilibrio necessario per metterci a correre. Sul crollo delle avversarie. In un campionato così livellato, basta poco per ribaltare la situazione. L’Empoli ha fatto sempre corsa a sé, la Serie A è un premio per la sua continuità. Invece dietro ci sono stati i momenti esaltanti di diverse formazioni. Ora ci siamo noi, però guai a illudersi… Play-off? Tengo dentro pure Brescia, Vicenza, Reggina e Pisa. Ora penso solo alla prossima, ostica sfida con la Spal. Con 4 punti sulla Salernitana e 6 sul Monza, il traguardo è ancora lontano. Comunque, non saremmo capaci di amministrare il vantaggio. Nel nostro dna c’è solo macinare gioco per puntare al gol. Coda in A da protagonista? In assoluto, deve avere questa ambizione. Spesso gli dico che è solo colpa sua se ha giocato poco nella massima divisione. E’ completo, segna in tanti modi, lavora per la squadra e fa movimenti da attaccante di un certo livello. Svolta? Considero significative le gare vinte a Cremona e l’ultima, a Pisa. Ho avuto la conferma della straordinaria crescita del nostro gruppo. In genere, le retrocesse dalla A sono destinate a soffrire. Invece, nonostante la crisi per gli effetti della pandemia, la nostra società ha creato i presupposti per stupire. L’umiltà porta la forza. Sapevamo quanti ostacoli avremmo dovuto superare e abbiamo atteso l’exploit nel quale tutti, in fondo, credevamo. Analogie col Brescia? Sono due creature completamente differenti. Quel gruppo poggiava su giovani già formati; questo è sbocciato, in un mix diventato perfetto. Fiducia? I dirigenti hanno dato seguito, con i fatti, alle parole di agosto. Per me, un patto d’onore vale più di un contratto. Io posso meritarmi la fiducia della società solo lavorando sodo sul campo. Mi sono sentito in colpa, quando, per la positività al Covid, ho dovuto guidare la squadra da casa per 5 gare. Sui leader. Gabriel, Lucioni e Mancosu mi hanno dato un supporto straordinario. Giovani? Hjulmand ha qualità importanti, anche nello spogliatoio. Morten era appena arrivato, ascoltò un mio discorso, in italiano, ai giocatori; poi il mio collaboratore Camoni cominciò a fare la traduzione. Hjulmand lo stoppò, dicendo che aveva capito tutto, gli era piaciuto il mio tono duro. Oltre al play Hjulmand, hanno prospettive eccezionali la mezzala Bjorkegren e l’attaccante Rodriguez. Aggiungo la punta Yalcin, ancora inespresso: è un potenziale top player».