11 Novembre 2020

Pisa, Corrado: “Emergenza? Regole applicate con superficialità. Dispiaciuto e arrabbiato per il rinvio con l’Ascoli”

CORRADO PISA – Giuseppe Corrado,  presidente del Pisa, ha rilasciato una lunga intervista all’emittente 50 Canale ed andata in onda nel corso della trasmissione “Il Neroazzurro”. Ecco un estratto delle sue parole, riportate da tuttopisa.com: “Non mi preoccupa assolutamente la classifica. Basti pensare anche ad esempio anche ad alcuni precedenti storici come, in ultimo, quello […]

CORRADO PISA – Giuseppe Corrado,  presidente del Pisa, ha rilasciato una lunga intervista all’emittente 50 Canale ed andata in onda nel corso della trasmissione “Il Neroazzurro”. Ecco un estratto delle sue parole, riportate da tuttopisa.com:

Non mi preoccupa assolutamente la classifica. Basti pensare anche ad esempio anche ad alcuni precedenti storici come, in ultimo, quello dello Spezia la scorsa stagione. Mentre invece devo dire che ci sono una serie di situazioni che preoccupano: regole che la pandemia aveva precisato bene in termini sportivi ed oggi vengono applicate con superficialità e creatività da un caso all’altro. Rinvio Pisa-Ascoli? Dispiaciuto ed arrabbiato perchè stavamo bene e preparavamo al meglio la partita. Abbiamo saputo del rinvio in maniera strana, tramite un comunicato dell’Ascoli che nel giro di qualche ora poi lo ha mutato, aggiungendo due positivi che hanno portato il numero totale a 9 potendo sfruttare il bonus del rinvio creando a noi problemi importanti. Giocheremo nuovamente in trasferta, per la terza volta consecutiva, dovendo condensare recuperi in una situazione difficile. Protocollo? Il campionato scorso andava portato a termine altrimenti gli effetti sarebbero stati disastrosi, senza sponsor e diritti tv. In Serie A la situazione di emergenza è stata gestita bene, un po’ meno in B dove con una normativa più elastica si è permesso di chiedere una volta il rinvio con 9 positivi. Dopo di che si perde 3-0. Ma sono subentrate le ASL che hanno prevaricato la federazione senza avere uniformità nelle varie regioni. Alcune vietano alle società di partire per una gara, penso al caso del Napoli, ma alla Salernitana di far scendere in campo un giocatore rientrato dalla nazionale che sarebbe dovuto essere in isolamento mentre i nostri in quarantena fiduciaria non hanno giocato. Piano B o C? C’è stato un consiglio federale di preparazione ad eventuali soluzioni. L’obiettivo di tutte le federazioni è di portare a compimento il campionato secondo le regole normali, magari con più partite in una settimana. Se subentrasse una contingenza particolare non si può escludere nulla: riduzione partite, girone di ritorno con una sorta di play-off o play-out ma si tratta di consapevolezza davanti all’emergenza, Gravina si è mosso molto bene difendendo lo sport in maniera oggettiva e la volontà è di terminare la stagione anche per tutto quello che muove il calcio, non solo come interessi ma anche nel mantenimento di tantissime famiglie. I problemi fanno nascere opportunità, chi deve gestire deve trovare alternative, noi stiamo lavorando su questo e sappiamo che i 2 milioni di questo stadio non entreranno quasi totalmente con le porte chiuse, ed una riapertura ipotizzabile forse solo nelle ultime gare. Di situazioni complesse ne abbiamo affrontate tante in questi anni ereditando emergenze del passato che abbiamo superato, lo scorso anno prima del Covid siamo riusciti ad ottenere buoni risultati economici, ci sono poche società con un bilancio come il nostro, ed invece qualche difficoltà in più ci sarà considerando ciò che è avvenuto e sta avvenendo. Arena Garibaldi? Siamo un po’ in ritardo con questa operazione. Dopo 4 anni mi immaginavo ci fosse già il cantiere. Senza schermaglie varie, potevamo essere al 30% del progetto. Centro sportivo? Dobbiamo chiudere la transazione con Carlo Battini, dopo di che abbiamo già l’accordo con l’Ing. Bulgarella detentore dell’altra 50% della proprietà. Noi dobbiamo chiudere l’arbitrato, la progettualità lì è già scritta, non essendo lontano dallo stadio potrebbe anche integrarsi. Il centro sportivo si può fare in 9-10 mesi, lo stadio ce ne vogliono 18-20. Una società di calcio che vuole ambire a creare quello che noi abbiamo in testa non può fare a meno di tutto questo. Intanto abbiamo risolto un problema annoso come la palestra per i prossimi 12 mesi: ne costruiremo una mobile che sarà a San Piero a Grado“.