Empoli, Corsi: “Sembrava una cosa di pochi mesi, e invece sono trent’anni che guido questo club”
CORSI EMPOLI – Cento anni di Empoli, quasi un terzo con Fabrizio Corsi. Il presidente è al trentesimo campionato alla guida degli azzurri che da 25 anni si dividono tra A e B. Lo stesso Corsi si è raccontato alla Gazzetta dello Sport. Ecco la sua intervista: «Come cominciò? Sembrava una cosa di pochi mesi, […]
CORSI EMPOLI – Cento anni di Empoli, quasi un terzo con Fabrizio Corsi. Il presidente è al trentesimo campionato alla guida degli azzurri che da 25 anni si dividono tra A e B. Lo stesso Corsi si è raccontato alla Gazzetta dello Sport. Ecco la sua intervista:
«Come cominciò? Sembrava una cosa di pochi mesi, per risolvere un problema tra amici, e invece… Silvano Bini guidava l’Empoli in maniera esemplare, i soci non erano tutti d’accordo, così decisero che il passaggio dovevo gestirlo io: Bini restò con me 5-6 anni e poi sono andato avanti da solo, puntando su Spalletti come allenatore. Un errore che ha fatto? Tanti… Per esempio cercare un allenatore che somigliasse a Spalletti: cosa impossibile. Di cosa va più fiero? Dell’immagine trasmessa a livello nazionale di una società che ha valori sportivi, di una piccola realtà che si confronta con chi ha più possibilità. Il calciatore che ha lanciato di cui va più fiero? Ho conosciuto tanti uomini veri: se ne dico uno non rendo merito a molti altri. E tra i tecnici? Senza la cavalcata con Spalletti dalla C alla A tutto il resto non sarebbe venuto, la vittoria a Modena contro il Como nella finale playoff di C resta nel mio cuore. Ma anche Baldini resta un riferimento, un amico. Un nome che ha nel cuore? Marcello Carli (d.s. al Parma, ndr) è stato 22 anni con me: il primo capitano, allenatore nelle giovanili e dirigente. Chi è andato oltre le sue aspettative? Montella mi diceva che Mario Rui era un giocatore importante: per me era un po’ piccolino, invece aveva ragione lui. Disse che i soldi li ho sempre fatti con quelli piccolini (ride).. E chi ha tradito le attese? Mchedlidze. Un ragazzo e atleta straordinario, ha fatto vedere lampi importanti: purtroppo segnò a San Siro e si ruppe un ginocchio. Non ha mai recuperato in pieno. Quale ricorda più di tutte tra le 5 promozioni in A? La prima a Cremona, c’erano 6.000 empolesi al seguito: cosa incredibile per una città di 42 mila abitanti. Poi quella con Andreazzoli, era la squadra più forte con Krunic, Bennacer, Caputo e Di Lorenzo. Ci sono le basi per la sesta? Siamo un cantiere. Si è intrapreso un percorso con base esperta e un allenatore capace, con tanti ragazzi di talento. Dionisi e il 4-3-1-2 di Sarri, Giampaolo e Andreazzoli. E’ uguale nella linea difensiva, diverso nello sviluppo offensivo: è più verticale. Campionato incertissimo, con la variabile Covid…E’ una tombola, prima o poi toccherà a tutti e bisogna cavarsela, sperando di limitare i danni con i protocolli. Fosse stato nella Salernitana, sarebbe andato incontro alla Reggiana decimata? Ci siamo dati delle regole ma molti aspetti sono stati trascurati, un caso simile era impensabile. Io avrei rinviato la gara e rifatto il regolamento, ma rispetto chi ha deciso così. Cinque promozioni in A ma altrettante retrocessioni: è tanto difficile stare lassù? Se hai una squadra che si salva, vuol dire che hai giocatori forti che vanno ceduti, se no perdono motivazioni. E bisogna trovarne altri dello stesso valore. Ho sbagliato per esempio a trattenere Rocchi e Di Natale, o Saponara e Pucciarelli. Che regalo si aspetta per questo 30° campionato? Mi piacerebbe avere i tifosi allo stadio, ma come si fa? Speriamo di arrivare in fondo. Lascerà il trono a sua figlia Rebecca? Sono contento per come vive il calcio. Ma ci sono momenti di difficoltà e non le farei un regalo a lasciarla da sola».