Lecce, Corvino: “C’erano strascichi da retrocessione. Politica dei prestiti ha dilapidato il patrimonio del club”
CORVINO LECCE RETROCESSIONE STRASCICHI – Pantaleo Corvino, DG del Lecce, ha rilasciato un’intervista fiume a Il Giallorosso riportata da CalcioLecce.it. “Il ritorno nel territorio in cui sei nato, dove vive la tua gente, è stato lo stimolo che mi ha portato a tornare dove mi hanno permesso di diventare grande. Per me che sono partito dalla Terza Categoria per poi […]
CORVINO LECCE RETROCESSIONE STRASCICHI – Pantaleo Corvino, DG del Lecce, ha rilasciato un’intervista fiume a Il Giallorosso riportata da CalcioLecce.it.
“Il ritorno nel territorio in cui sei nato, dove vive la tua gente, è stato lo stimolo che mi ha portato a tornare dove mi hanno permesso di diventare grande. Per me che sono partito dalla Terza Categoria per poi vincere quasi tutti i campionati, arrivando fino alla disputa della Champions League, diventa difficile tornare a lavorare lì dove hai già vinto e trovare stimoli nuovi. Ma in questo caso non potevo rimanere insensibile davanti all’opportunità di lavorare di nuovo per la mia terra, la mia gente, i miei colori, nonostante ripartire dalla B potesse sembrare penalizzante dopo 600 partite di Serie A, ma così non è per i motivi che ho appena elencato. Se mi aspettavo un mio ritorno al Lecce? Onestamente, non ci pensavo proprio… Ho fatto un percorso in continuo crescendo e miravo a confrontarmi in piazze in cui avere ancora motivazioni, per centrare obiettivi non ancora raggiunti. La chiamata del Lecce, tuttavia, è sembrata quasi una storia già scritta a cui è stato impossibile dire di no; una sorta di fiaba a lieto fine per un salentino come me che, così, è tornato alle origini. Una retrocessione comporta sempre strascichi negativi a cui si aggiunge un abbattimento morale tra chi guida una società. Sono sincero: non è stata una passeggiata questa campagna acquisti seguita alla precedente in cui si era privilegiata una politica di prestiti che ha dilapidato anche gran parte del patrimonio tecnico ed economico del club. Ovvio che ciascuno opera secondo le proprie convinzioni e non sto qui a commentarle, ma la situazione che mi sono ritrovato era oggettiva. Bisognava ripartire affiancando tutti i nuovi ai pochi big rimasti, i quali dovevano agevolarne l’inserimento. Tutti abbiamo dato il meglio per risolvere problemi legati a legittime ambizioni di qualche elemento che voleva confrontarsi in quella serie che avevamo appena perso, perché questo territorio merita una squadra importante. Mi piace in tal senso ricordare lo sforzo compiuto dalla società per realizzare nuove infrastrutture, quali un secondo campo da gioco ad Acaya, ristrutturando come strutture ed attrezzature gli spogliatoi del Via del Mare, senza dimenticare la nuovissima palestra all’avanguardia in cui dare comfort anche quando ci si allena al chiuso. Un’organizzazione più capillare, insomma, che interessa anche gli uomini che, magari, hanno meno visibilità rispetto ai risultati che la squadra sta ottenendo. Tutte le trattative hanno comportato un grande impegno. Si doveva ripartire subito bruciando le tappe, portando in squadra giocatori che andassero in un ritiro cominciato molto presto, tra mille difficoltà legate alla pandemia, e ogni trattativa è stata davvero molto faticosa. Siamo partiti ad handicap e non si arriva immediatamente a certi livelli. Per i responsabili serve prima trovare individualità importanti. Poi c’è la consapevolezza di dover operare con risorse limitate perché una retrocessione non è mai indolore a livello economico. In più, è necessario stimolare chi arriva ad indossare la maglia giallorossa e infine si arriva a diventare gruppo, ma la cosa più difficile è trasformare quel gruppo in un branco competitivo, che sia orgoglioso ed attaccato ai colori che rappresenta. Si vince tutti insieme se c’è la voglia di essere famelici e non mollare mai l’osso. E non va dimenticata la difficoltà di giocare senza il sostegno del tuo pubblico che ancora non può tornare allo stadio con l’importanza del suo supporto, soprattutto in casa, che è nota a tutti. Dopo l’esperienza con un allenatore vincente come è stato il precedente, non era facile trovare un tecnico simile. La sua scelta non si poteva sbagliare nonostante sia stata dettata da diverse considerazioni fatte tutte in tempi strettissimi e siamo pienamente contenti di Corini. Stiamo dimostrando che questo Lecce sa cosa si prefigge. Abbiamo il compito di rendere la squadra sempre più competitiva per raggiungere, attraverso le idee giuste, gli obiettivi che questo territorio merita. Puntiamo a fare tornare il Lecce ad essere una società modello di professionalità, che sia riconosciuto non solo a livello nazionale, per poi finanziarsi attraverso nostre risorse. Anche il Settore Giovanile dovrà avere un ruolo strategico. Altro aspetto importante è sviluppare un senso di appartenenza e attaccamento ai tifosi per realizzare quel progetto pluriennale che abbiamo appena iniziato. Di pari passo si procederà con le operazioni di mercato. Questo Lecce è attrezzato in ogni reparto. Indicare un solo nome sembrerebbe come fare un torto a qualcuno. Mi auguro piuttosto che tutto il lavoro fatto possa esplodere come sta avvenendo da qualche settimana. La vera gioia è se tutti i calciatori arrivati in squadra si esprimeranno al massimo regalando un sogno alla platea leccese che tanto ci manca allo stadio ed in trasferta e alla quale, come dirigenza, stiamo cercando di sostituirci per motivare il gruppo giorno dopo giorno, ma che speriamo torni presto a sostenerci.”