Lecce, Corvino: “Siamo sulla strada giusta per la Serie A. Vogliamo aiutare Rodriguez a tornare al Real”
CORVINO LECCE SERIE A – Pantaleo Corvino, direttore dell’area tecnica del Lecce, ha rilasciato un’intervista molto corposa alla Gazzetta del Mezzogiorno. Queste le sue parole, riprese da CalcioLecce.it: “Avevo 25 anni quando ho cominciato la carriera da dirigente, dopo aver lasciato sia l’aeronautica che il calcio giocato per motivi personali, mio padre si ammalò. Così ho provato […]
CORVINO LECCE SERIE A – Pantaleo Corvino, direttore dell’area tecnica del Lecce, ha rilasciato un’intervista molto corposa alla Gazzetta del Mezzogiorno.
Queste le sue parole, riprese da CalcioLecce.it:
“Avevo 25 anni quando ho cominciato la carriera da dirigente, dopo aver lasciato sia l’aeronautica che il calcio giocato per motivi personali, mio padre si ammalò. Così ho provato a fare fuori dal campo ciò che invece avrei voluto fare in campo. Partendo da Vernole e dal Vernole, il mio paese, la mia prima squadra in Terza categoria.
Mi fa piacere e mi fa veramente emozionare pensare al mio primo acquisto: fu Pino Montinaro, lo comprai dal Monteroni, in Prima categoria. All’epoca, fra i dilettanti, fece scalpore: il Vernole si era aggiudicato un calciatore di Prima categoria. Era una punta. Fortissimo, potenzialità straordinarie, ma sfortunatissimo. La vita non gli ha riservato grandi gioie, è morto prematuramente.
Giocatori a cui sono legato? Non uno soltanto. Miccoli, per la mia esperienza a Casarano; Chevanton quando ero a Lecce: avevamo venduto Lucarelli e scommettemmo sull’uruguaiano, ricordo ancora le critiche dell’estate.
Non mi sento un mago. C’è una linea sottile, fra il saper vedere e il saper intravvedere. La differenza è questa. Certo, è più facile vedere. Io mi reputo fortunato a saper intravvedere. Ognuno, poi, ha i suoi parametri di valutazione.
Per vincere bisogna saper scegliere la qualità. Ho sempre pensato che la miscela giusta sia esperienza mischiata a gioventù. Potenzialità giuste e fortuna.”
Il direttore Corvino parla del suo legame col Lecce e della nuova avventura in Salento
“Lecce era il sogno di una vita, per un salentino. Ho fatto tutta la trafila, passando per Casarano e vincendo pure lì. Dopo Lecce, la Champions con i viola. Un percorso lungo e che mi ha portato a raggiungere quasi il top. Ecco, mi manca lo scudetto. Serie A? Siamo sulla strada giusta, le nostre idee non sono malaccio. Non si molla di un centimetro. In questo lungo sprint, bisogna migliorare i difetti e esaltare le cose buone.
Siamo partiti per costruire un gruppo forte, vincente nel tempo. Spregiudicatezza nel campo e fuori. È anche giusto che una società sia patrimonializzata, possa contare su una base solida. Il mix serve per esser forte oggi e vincenti anche domani.
Qui c’è una società straordinaria, con un senso di appartenenza incredibile. Dal presidente in poi, tutti tifosi di questo Lecce. È un club che vuole crescere e far crescere, strutture, attrezzature, uomini. Lo sforzo è questo. Ci sono le cose visibili, quelle che produce la squadra sul campo. E cose invisibili di grande valore e che contano molto. Perché fungono da supporto alla squadra, consentendole di lavorare bene.
Rodriguez? Il nostro impegno è di farlo crescere per farlo tornare li, anche se lui è del Lecce a tutti gli effetti. È uscito dalla finestra, vogliamo aiutarlo a rientrare dalla porta principale. Perché Coda non ha sfondato in Serie A? Nel calcio bisogna trovare gli “amatori” giusti. Forse non lo ha trovato.”