Marco Carraro, qualità e quantità al servizio del Cosenza
CARRARO COSENZA – A catturare l’occhio della critica, spesso, sono quei talenti cristallini baciati dalla fortuna, che ci deliziano con giocate appariscenti e stravaganti. Altrettanto spesso, però, gli equilibri, la compattezza e la funzionalità di una squadra, che quasi sempre portano al raggiungimento degli obiettivi, sono dettati ed influenzati da giocatori diametralmente opposti. Per questo […]
CARRARO COSENZA – A catturare l’occhio della critica, spesso, sono quei talenti cristallini baciati dalla fortuna, che ci deliziano con giocate appariscenti e stravaganti. Altrettanto spesso, però, gli equilibri, la compattezza e la funzionalità di una squadra, che quasi sempre portano al raggiungimento degli obiettivi, sono dettati ed influenzati da giocatori diametralmente opposti. Per questo oggi, volendo entrare nel merito di una causa tanto affascinante quanto stimolante, sotto la lente di ingrandimento ci finisce Marco Carraro nella sua nuova esperienza a Cosenza.
La formazione giovanile
Marco Carraro è un centrocampista italiano classe 1998 di proprietà dell’Atalanta. Cresciuto nelle giovanili del Padova è poi passato all’Inter nel 2014. Nel 2017 si trasferisce in prestito con diritto di riscatto e contro opzione al Pescara, dove è particolarmente apprezzato da Zdeněk Zeman. Nel 2018 è poi l’Atalanta a voler puntare su di lui. Nonostante le indiscusse qualità, le cose, per un motivo o per un altro, non vanno come dovrebbero ed inizia così un fitto girovagare di prestiti. E’ giunto quest’anno nella città dei Bruzi, a Cosenza, al servizio di Marco Zaffaroni, un tecnico che con i giovani ha sempre avuto particolare affinità.
Nell’ultima esperienza prima di Cosenza, a Frosinone, Carraro ha collezionato 24 presenze, molte delle quali da subentrato, schierato sempre nel ruolo di play in mezzo al campo, nei consueti 3-5-2 o 4-3-3 dei ciociari. Ruolo che, per l’appunto, ne ha sempre delimitato lo sfogo tattico, impedendogli così di trovare la sua vera dimensione.
L’esplosione a Cosenza
A Cosenza lo schieramento prediletto da Zaffaroni è il 3-5-2. Ma, a differenza dello scorso anno, Marco viene schierato da interno di centrocampo, sul versante destro. Zaffaroni, grazie ad un’intuizione, o semplicemente per necessità, visto che nel ruolo di play ha un fenomeno per la categoria quale Luca Palmiero, ha spostato ed alzato il raggio d’azione di Carraro, divincolandolo dai soli compiti prettamente tattici, vista l’imponente fisicità e le buone doti tecniche, concedendogli di operare maggiormente anche in fase offensiva.
La sua imponente presenza in mezzo al campo consente al Cosenza, in un calcio strutturato e fisico come quello della Serie B, di recuperare quei centimetri che non forniscono i compagni di reparto, esempio lampante l’ultima gara contro la Reggina, con Palmiero e Florenzi al suo fianco. La presenza di Carraro, sempre in merito all’ultima gara, ha concesso ai rossoblù di tener botta nella zona calda del campo, trafficata da colossi del calibro di Bianchi, Crisetig, Galabinov e Montalto. Forza fisica che va a contribuire attivamente anche su tutte le situazioni di calci piazzati, dove il Cosenza si sta consolidando.
La crescita tattica
I compiti richiesti da Zaffaroni, abbinati ad una particolare finezza intellettuale nell’interpretazione del ruolo da interno di centrocampo, ci parlano attualmente di un giocatore imprescindibile per questa squadra. Gli equilibri, per quanto invisibili, sono spesso dettati dai suoi movimenti, dalla capacità di progressione e di disponibilità al passaggio. Doti abbinate poi ad una straordinaria lettura dei momenti, e ad un agonismo che lo portano spesso ad accompagnare l’azione offensiva in ripartenza. L’aspetto in cui il giocatore può e deve migliorare è certamente la fase realizzativa. Visto l’importante quantitativo di inserimenti a cui ci sta abituando nelle ultime uscite. Inserimenti, però, che spesso è anche bravo a servire.
La progressione offensiva, che Zaffaroni sta lentamente inculcando nel ragazzo, trova particolare riscontro sicuramente grazie al nuovo ruolo, che gli consente liberamente di attaccare e invadere l’area avversaria, ma anche grazie alla predisposizione e alla duttilità del ragazzo. Predisposizione e dedizione alla funzionalità del gruppo che si evincono poi anche a parti invertite, quando la squadra si allunga sul versante opposto. Salta infatti agli occhi la diligenza tattica di questo giocatore, in grado di ricoprire un quantitativo enorme di campo in fase difensiva.
Il Cosenza ha palesato una particolare difficoltà quando Palmiero, costruttore della manovra, viene marcato a uomo dagli avversari. Cosa che accade sempre più spesso, viste le limitate cartucce a disposizione della squadra. Anche qui Carraro ha dimostrato arguzia e buone doti di costruzione nel saper prendere il posto del compagno o, inconsciamente, nel sapergli togliere la marcatura di dosso consentendogli di ricevere in spazi più agevoli.
Gli auspici futuri
Sono questi elementi che, per quanto invisibili statisticamente all’interno delle classifiche che fanno brillare gli occhi, stanno contribuendo attivamente al rendimento, più o meno positivo, del Cosenza. Il percorso di Marco Carraro è ancora lungo e tortuoso. C’è un intero campionato da disputare e una salvezza che, paradossalmente, potrebbe consentirgli di imboccare la strada per la consacrazione nel calcio che conta. Ma, se i presupposti sono questi, il futuro può ampiamente considerarsi dalla sua parte.