Da Cruz, il racconto: “Ho ricevuto insulti razzisti e alla mia famiglia. Il club ora non mi vuole più”
DA CRUZ ASCOLI – Alessio Da Cruz è stato uno dei maggiori protagonisti in negativo dell’ultima giornata di campionato. Il talentuoso attaccante dell’Ascoli è stato espulso contro il Trapani per un brutto fallo al ’94 ed all’uscita dal campo ha avuto un confronto piuttosto acceso con i 72 tifosi ascolani presenti allo stadio. Per placare l’ira […]
DA CRUZ ASCOLI – Alessio Da Cruz è stato uno dei maggiori protagonisti in negativo dell’ultima giornata di campionato. Il talentuoso attaccante dell’Ascoli è stato espulso contro il Trapani per un brutto fallo al ’94 ed all’uscita dal campo ha avuto un confronto piuttosto acceso con i 72 tifosi ascolani presenti allo stadio. Per placare l’ira del giocatore sono dovuti intervenire dirigenti e addetti alla sicurezza.
Il classe ’97 a Gianlucadimarzio.com ha raccontato quanto accaduto:
“Ho sbagliato a entrare in tackle, ero in ritardo per prendere la palla, ma non è stata affatto mia intenzione toccare il giocatore del Trapani in occasione dell’espulsione. Nel primo tempo il mio compagno di squadra Gerbo ha discusso con l’arbitro Camplone del suo cartellino giallo: ho cercato di tenere Gerbo lontano da lui, ma poi l’arbitro è venuto da me e mi ha detto già allora che mi avrebbe dato un cartellino rosso. Non stavo facendo nulla di male in quel momento, perché parlare così? Perché io sono Alessio da Cruz? Ho sbagliato in passato con il mio comportamento in campo, ma è questo un motivo per minacciarmi e trattarmi in modo diverso dagli altri giocatori in campo? No. Ho bisogno di essere trattato come chiunque altro in campo.
Quando ho ricevuto il cartellino rosso, comunque ero calmo e volevo andare fuori dal campo. L’ho accettato. Alcuni tifosi dell’Ascoli però hanno iniziato a insultare me e la mia famiglia anche con insulti razzisti. Così ho perso il controllo, quelle parole mi hanno mandato fuori di testa.
Per me è davvero difficile capire come i tifosi possano non sostenere la propria squadra e i propri giocatori. Quando io o i miei compagni di squadra riceviamo un cartellino rosso, devono comunque supportarci, qualunque cosa accada. È sbagliato voltare le spalle ai tuoi giocatori. Ma mi scuso ancora con quella parte di tifosi che non aveva niente contro di me.
La partita mi ha frustrato perché abbiamo giocato male, stavamo perdendo e non siamo riusciti a segnare in superiorità numerica. Dobbiamo assumerci le colpe noi come squadra, dovremmo fare molto meglio. Lavoriamo duro ogni giorno e vogliamo vincere. Che i tifosi possano essere arrabbiati con noi è un conto; ma per favore, continuate a sostenerci. Abbiamo bisogno che siate con noi. Non contro di noi.
Voglio chiarire inoltre che non ho mai insultato il nostro presidente: una persona che rispetto profondamente, investe molto per far crescere l’Ascoli Calcio e portarlo in Serie A. Come posso insultare qualcuno che paga il mio stipendio? Ancora, continuate a supportare anche lui per favore.
Mentre Zanetti è uno dei migliori allenatori che ho avuto in carriera e fa tutto il possibile per vincere, segue sempre noi giocatori e insieme siamo una squadra. Se come gruppo in questo momento non riusciamo a raggiungere i nostri obiettivi, l’allenatore non c’entra. Dobbiamo dimostrarlo sul campo e riporre la sua fiducia in noi con buone prestazioni. Sarò sempre con mister Zanetti.
Non avevo alcuna intenzione di lasciare Ascoli, ma ho letto che il club non mi vuole più. Parlerò con i miei agenti per vedere come continuare”.
FONTE: Gianlucadimarzio.com