Reggina, Del Prato: “Qui mi sento a casa. Menez e Denis? Giocatori di un altro livello”
DEL PRATO REGGINA – Enrico Del Prato, difensore della Reggina, si è raccontato ai microfoni di DAZN: “A che punto sono nella mia crescita da calciatore? Sicuramente all’inizio, ho finito la Primavera da un annetto e mezzo, ho affrontato l’anno scorso la mia prima esperienza in quel di Livorno e ora sono qui a Reggio. […]
DEL PRATO REGGINA – Enrico Del Prato, difensore della Reggina, si è raccontato ai microfoni di DAZN: “A che punto sono nella mia crescita da calciatore? Sicuramente all’inizio, ho finito la Primavera da un annetto e mezzo, ho affrontato l’anno scorso la mia prima esperienza in quel di Livorno e ora sono qui a Reggio. Per quanto riguarda la crescita umana, anche lì sono un po’ nel limbo, perché sto passando da ragazzo a uomo: questa è un’età un po’ strana, basta poco per essere considerati l’uno o l’altro. Mi ritengo fortunato, mio padre è stato calciatore e mi ha aiutato con tanti consigli. Un giocatore di riferimento? Da bergamasco dico Gianpaolo Bellini, che ho avuto come vice-allenatore in Primavera. Mi è stato molto vicino. Sono qui da poco tempo, ma questo posto è speciale, è un vero spettacolo. Alle volte ci sono degli stereotipi attorno al sud, ma qui mi trovo benissimo, la gente è calorosa, è un aspetto bellissimo perché ti senti a casa. Chiaramente i risultati aiutano ulteriormente questo processo. Integrarsi all’interno del gruppo, a patto che sia come quello che ho trovato quest’anno, non è difficile. Nonostante i miei compagni abbiano vinto il campionato nella passata stagione, mi hanno accolto e integrato subito. Tutti i giovani vengono trattati come uomini. Essere a contatto con Menez e Denis è una cosa bellissima, tutti sognano di giocare con calciatori così forti che, in quanto tali, si aspettano tanto dai compagni. Sono così bravi tecnicamente e tatticamente che, alle volte, può capitare di non capire una loro giocata. Si arrabbiano ma esclusivamente perché tengono alla causa, sono di un altro livello. Questo ti aiuta a crescere. Il numero 24? L’ho scelto per Kobe Bryant, seguo molto il basket ed è sempre stato il mio idolo. Purtroppo è venuto a mancare. Il mio ruolo? Non lo so nemmeno io. Ho questa fortuna, nata durante la permanenza nel settore giovanile dell’Atalanta, dove la squadra dei ’99, negli anni, ha sempre avuto una mancanza di terzino, un centrale oppure un centrocampista. È una caratteristica che ho assorbito e sto mostrando anche ora nelle prime squadre. Il mio obiettivo? Rendere orgogliosa la città di Reggio e i reggini“.