Salernitana, Di Tacchio: “I soccorsi a Dziczek? L’eroe è Patryk, non io”
DI TACCHIO SALERNITANA DZICZEK – Francesco Di Tacchio e Vittorio Parigini sono stati premiati questa mattina dal Comune di Salerno per onorare i soccorsi prestati dai due calciatori a Patryk Dzcizek nel match giocato al Del Duca. Presente fisicamente, ovviamente, solo il centrocampista della Salernitana, che ha rilasciato alcune dichiarazioni evidenziate da salernitananews.it: “Non mi […]
DI TACCHIO SALERNITANA DZICZEK – Francesco Di Tacchio e Vittorio Parigini sono stati premiati questa mattina dal Comune di Salerno per onorare i soccorsi prestati dai due calciatori a Patryk Dzcizek nel match giocato al Del Duca. Presente fisicamente, ovviamente, solo il centrocampista della Salernitana, che ha rilasciato alcune dichiarazioni evidenziate da salernitananews.it: “Non mi sento un eroe, ho fatto solo un gesto istintivo che chiunque altro fosse stato lì avrebbe dovuto fare. Il vero eroe è stato proprio Patryk, che ha fatto un grande sforzo per riprendersi.
Ero lì a 5 metri e mi sono sentito in dovere di aiutare il mio compagno. Prima di ogni partita o quando parliamo tra di noi ci diciamo sempre di rialzarci nei momenti negativi, in quell’istante ho visto un ragazzo che cercava di rialzarsi: resta un esempio che porterò per tutta la vita con me. Chi è stato lì in quegli attimi ha visto lo sforzo che ha dovuto fare Patryk per rimettersi. Grande merito va ai medici che lo hanno aiutato, al nostro fisioterapista e alla Croce Rossa per essere stata rapidissima a entrare in campo, dopo nemmeno 20 secondi.
Anche io ho ricevuto tanti messaggi e sono passato da eroe ma non mi sento tale perchè ho fatto un gesto istintivo. Sono scene che nessuno vuole vedere, anche fuori da un campo da calcio. Certamente è stato un episodio che ha lasciato qualcosa nella mia vita, l’ho fatto anche grazie all’esperienza vissuta a settembre: non sono un dottore e non sapevo neanche dove iniziare, ho fatto quello che avevo visto fare ai medici in occasione del primo malore occorso al ragazzo in allenamento.
In questo momento è sotto controllo medico, sta bene e speriamo tutti che possa tornare a giocare a calcio; ha 23 anni e un grande futuro davanti, ma prima bisogna capire bene cos’ha è già la seconda volta che è successo. Speriamo che si riesca a trovare il problema ed a risolverlo per fargli tornare a fare quello che lui ama. Astori? Una tragedia, cose che non vorremmo sentire. Ma tengo a sottolineare che noi calciatori siamo sempre super monitorati su tutto.
Ho pianto perché non è bello vedere queste scene. A volte gioiamo per vittorie e sconfitte, bisognerebbe capire che abbiamo la fortuna di fare quello che amiamo e c’è la salute. Questa deve essere la cosa più importante. Quel momento lì per me è stato esempio di vita. Ci siamo abbracciati io e Patryk quando, dopo qualche giorno, è tornato al campo di allenamento: è bastato uno sguardo per ritrovare felicità. Dopo la partita di Ascoli col resto della squadra abbiamo fatto una videochiamata e lui era molto felice. Essere il capitano della Salernitana è motivo di grande orgoglio, responsabilità, cerco di onorare la fascia in ogni allenamento e ogni partita, cerco di essere esempio per i compagni sia nei momenti belli che brutti“.