25 Novembre 2016

ESCLUSIVA PSB – Antognoni: “Giovani? C’è un graduale miglioramento”

Numero dieci? Vengono in mente tantissimi calciatori. Unico Dieci? Viene in mente lui, Giancarlo Antognoni. Bandiera della Fiorentina, dove ha giocato per 15 stagioni, Campione del Mondo nel 1982, idolo di una generazione cresciuta con i suoi colpi di genio. Intervenuto ai microfoni di Pianetaserieb.it, l’indimenticato ex centrocampista ha toccato diversi punti di cruciale importanza. […]

Numero dieci? Vengono in mente tantissimi calciatori. Unico Dieci? Viene in mente lui, Giancarlo Antognoni. Bandiera della Fiorentina, dove ha giocato per 15 stagioni, Campione del Mondo nel 1982, idolo di una generazione cresciuta con i suoi colpi di genio. Intervenuto ai microfoni di Pianetaserieb.it, l’indimenticato ex centrocampista ha toccato diversi punti di cruciale importanza.

Negli ultimi anni, argomento oramai noto, vi è stata una carenza di giovani nelle prime squadre. Secondo lei questa carenza è solo da additare alla poca fiducia dei nostri allenatori, oppure può essere vista come di natura tecnica in quanto, a causa della formazione poco su standard europei (se così li si possono definire) che ricevono i nostri ragazzi, questi non sono pronti poi quando si tratta di giocare tra  i grandi?

Devo dire che in questi ultimi anni c’è stato un miglioramento, con diversi giovani che sono riusciti a trovare spazio in squadre di Serie A e Serie B. Chiaro che il massiccio arrivo di stranieri ha penalizzato questo processo, però comunque mi sento di dire che lentamente le cose stanno cambiando. Gli allenatori pensano chiaramente più al risultato, quindi il giovane risulta essere penalizzato. Altro problema è il salto troppo grande che vi è tra settore giovanile e prima squadra: bisognerebbe trovare un escamotage, in stile Campionato De Martino a suo tempo, per permettere ai giovani di avere un passaggio intermedio e non trovarsi catapultati in un contesto drasticamente diverso da quello al quale erano abituati”.

La Serie B può essere una buona palestra, come dimostrano i vari Insigne, Florenzi, Bernardeschi ora protagonisti nella massima serie. Secondo lei dove bisogna operare per dare manforte al movimento e non limitarsi a questi esempi?

“Torniamo un po’ al discorso fatto prima. I giovani vengono dirottati in cadetteria oppure in Lega Pro per fare esperienza, però non è mai facile riuscire ad imporsi. Sono sicuramente dei buoni trampolini di lancio ma a mio avviso, ripeto, seguire il modello ad esempio spagnolo in materia di seconde squadre da inserire appunto nei campionati inferiori sarebbe un’ottima decisione, permettendo così ai giovani calciatori di continuare a crescere nella propria squadra e potere allo stesso tempo misurarsi in un contesto sicuramente diverso da quello del settore giovanile”.

Una finestra sulla nostra Under 21: squadra che ha dimostrato di giocarsela con tutti, nonostante però pochi Azzurrini abbiano avuto la possibilità di calcare palcoscenici europei con i propri club.

Il divario comincia a vedersi in misura minore rispetto agli anni passati, adesso ce la giochiamo anche con selezioni come Inghilterra, Germania o Francia dove, nonostante si parli di Under 21, ci sono ragazzi che hanno già giocato in Champions League e sono pedine importanti delle rispettive squadre. In tal senso, si sta lavorando bene”.

La Fiorentina, squadra che lei conosce abbastanza bene, è tra le squadre che maggiormente presta i propri prodotti del settore giovanile nel campionato cadetto ed in Lega Pro, non tutti però sono poi riusciti a tornare protagonisti in maglia viola. Quanto incide in questo discorso, secondo lei, la componente mentale di un giocatore che, alle volte, può persino superare quella tecnica.

Oggi la testa forse è più importante dei piedi. Bisogna essere professionali, avere cura del proprio fisico e limare ogni minimo particolare. Questo è fondamentale e permette alle volte anche di sopperire ad un’eventuale mancanza tecnica. La crescita mentale avviene anche grazie alle esperienze come può essere un prestito in un campionato inferiore, che fortifica e permette di diventare più responsabili. Chiaramente le pressioni differiscono di luogo in luogo, sta al ragazzo saperle gestire e alla società lavorare bene in tal senso. Parlavi di Fiorentina, contro il PAOK sono scesi in campo quattro prodotti del vivaio come Lezzerini, Babacar, Chiesa e Bernardeschi. Quindi, come dicevo prima, si sta tornando pian piano a dare importanza al settore giovanile”.

Per chiudere, ci regali un commento sulla Serie B.

In questi anni è un campionato molto cresciuto, con piazze importanti che ne hanno alzato il livello. Credo che in tal senso sia stato importante inserire le regole per gli Under, in modo da permettere a diversi giovani di mettersi in evidenza. Vi sono stati giocatori che sono poi riusciti ad arrivare in Serie A, a dimostrazione che la cadetteria non è assolutamente da snobbare”.

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