ESCLUSIVA PSB – Bartoletti: “Un delitto la situazione del Bari. Su giovani, Pisa e Cosmi…”
Marino Bartoletti, massimo esperto di calcio, ciclismo e non solo, è uno dei monumenti del giornalismo italiano sportivo. Facente parte anche del Comitato Etico della Serie B il giornalista romagnolo ha particolarmente a cuore il campionato cadetto: raggiunto in esclusiva dalla redazione di pianetaserieb.it, i temi trattati sono stati il Bari, il caso Pisa ed […]
Marino Bartoletti, massimo esperto di calcio, ciclismo e non solo, è uno dei monumenti del giornalismo italiano sportivo. Facente parte anche del Comitato Etico della Serie B il giornalista romagnolo ha particolarmente a cuore il campionato cadetto: raggiunto in esclusiva dalla redazione di pianetaserieb.it, i temi trattati sono stati il Bari, il caso Pisa ed i giovani che dal secondo campionato italiano approdano in Serie A con una chiosa sul Trapani di Cosmi e sulla situazione del Cesena. Ecco l’intervista completa:
Analizzando la storia del Bari dal dopoguerra ad oggi si nota come la società pugliese non si sia mai riuscita ad imporre per un periodo lungo in Serie A. Secondo lei a cosa è legata questa difficoltà di una piazza così grande e calda di affermarsi nel calcio che conta?
“Mi verrebbe da dire, con un certo affetto, che forse Bari non ha mai trovato le persone giuste a meno dei Matarrese: i momenti più belli, eccezion fatta per i periodi “preistorici” degli anni 50/60, sono arrivati sotto la loro gestione. Mi è sembrato di capire che coloro i quali hanno preso in mano il Bari dopo i Matarrese lo abbia fatto in modo avventuroso o perlomeno senza un progetto ben preciso a cominciare dagli ultimi e dai penultimi. Ciò è un delitto perché Bari, sia calcio che città, appartiene a pieno diritto alla storia del calcio italiano”.
Analizzando il caso Pisa secondo lei quali sarebbero le normative da mettere in chiaro e da attuare per far sì che casi come questi, o come quello del Parma, non possano più “modificare” un campionato in corso con punti di penalizzazione, partite a porte chiuse e via discorrendo?
“Dal punto di vista sportivo la cosa incredibile è che il Pisa si stia comportando con estrema dignità sul campo. Ci sono delle regole di diritto civile e di diritto sportivo che non dovrebbero essere violate; sono molto vicino alla filosofia di Abodi, persona che stimo profondamente, credo che tutto sommato quello fatto sino adesso si stia fatto incentrato al buon senso ed al tentativo di compattare e di salvare questa grande creatura che come dice sempre il Presidente è il campionato degli italiani”.
Anche se sembra che la tendenza stia cambiando, è sotto gli occhi di tutti come calciatori giovani ed italiani provenienti dalla Serie B non si impongano più in Serie A come un tempo. Secondo lei ciò può essere ricondotto all’abolizione del limite degli stranieri che, come negli anni ’80, era abbastanza rigido o lo ritiene solo un periodo storico poco produttivo?
“La Serie B è sempre stata una culla di giovani campioni e di calciatori promettenti ed il gol di Lapadula col Palermo apre un mondo su quelle che sono state sempre le attese per un calciatore che dalla cadetteria sale in Serie A. La cosa buffa la si nota se osserviamo la classifica cannonieri: per riscontrare un giovane bisogna arrivare ad Avenatti mentre tutti gli altri sono tutti attorno ai 30 anni o addirittura oltre. Credo che a prescindere da tutto la B debba essere un laboratorio ed in questo senso sia dal punto di vista delle rose che da quello delle piazze stia rispecchiando la sua natura”.
“Permettimi di aggiungere un ultimo pensiero: da romagnolo sto soffrendo per la situazione del Cesena che è sempre stato il collante di una regione a suo tempo ma ancor di più per quello che sta accadendo a Trapani ma soprattutto a Serse Cosmi che è uno dei più grandi galantuomini conosciuti in vita mia”.