ESCLUSIVA PSB – Battocchio: “La Serie B mi è servita. Penso spesso ad un ritorno in Italia”
È stato uno dei tanti talenti sudamericani portati in Italia dall’Udinese. Con i friulani ha conosciuto la Serie A, dove ad accelerarne l’ambientamento c’era un certo Alexis Sanchez, e le competizioni europee. Qualità, le sue, che gli hanno permesso di giocare anche un Europeo Under 21 con l’Italia, con compagni di squadra oggi protagonisti in […]
È stato uno dei tanti talenti sudamericani portati in Italia dall’Udinese. Con i friulani ha conosciuto la Serie A, dove ad accelerarne l’ambientamento c’era un certo Alexis Sanchez, e le competizioni europee. Qualità, le sue, che gli hanno permesso di giocare anche un Europeo Under 21 con l’Italia, con compagni di squadra oggi protagonisti in Serie A. Nazionale conquistata anche grazie ad una positiva annata in Serie B, con la Virtus Entella. Sono tanti gli aneddoti collegati a Cristian Battocchio, centrocampista classe ’92 attualmente in forza agli israeliani del Maccabi Tel Aviv. Intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, abbiamo toccato diversi temi con il calciatore.
Dopo una prima, ottima stagione in Israele, un brutto infortunio ti sta tenendo ai box. Prima, doverosa, domanda: come procede il recupero?
“Il mio è un recupero lento, perché ho avuto seri danni al ginocchio, però procede bene. Spero di essere in campo per gennaio”.
Hai giocato in Italia, Inghilterra e Francia, Paesi dalla grande tradizione calcistica. Adesso sei in Israele, e la domanda sorge spontanea: un’esperienza di questo tipo è più formativa sotto l’aspetto umano oppure tecnico?
“Ho un preciso modo di vivere il calcio, che mi spinge a provare sempre nuove esperienze, praticando questo sport in diverse parti del mondo. Volevo quindi gettarmi in quest’esperienza in Israele, non è stata una scelta di natura tecnica quanto piuttosto dettata dalla mia volontà di conoscere nuovi posti, come ti ho appena detto”.
Apriamo l’album dei ricordi: l’Udinese ti ha portato in Italia, poi hai vissuto l’esperienza inglese con il Watford prima di rientrare in Italia e giocare in Serie B con la Virtus Entella. Soffermandoci sulla cadetteria, che tappa della tua carriera è stata?
“In quel momento avevo bisogno di giocare, dopo l’esperienza con il Watford, dove c’erano stati dei problemi a seguito dell’entrata in vigore di una regola che prevedeva la presenza di 6 inglesi nei 18 convocati tra calciatori in campo e panchina, a discapito quindi di noi stranieri. Ho scelto di partire, perché ero nel giro della Nazionale e non volevo perdere un’opportunità così. All’Entella mi è stato dato il minutaggio che cercavo, con un tecnico che mi dava fiducia. Mi sono trovato molto bene, ed è anche grazie a loro che ho giocato un Europeo Under 21 con l’Italia”.
Ottimo assist: al termine dell’annata con i liguri, vieni convocato proprio per l’Europeo Under 21 con la Nazionale italiana di Gigi Di Biagio. Quel gruppo era composto da calciatori come Belotti, Bernardeschi, Berardi, Benassi, Rugani e tanti altri che adesso sono protagonisti in Serie A e con la Nazionale maggiore. In passato hai dichiarato che, qualora foste riusciti a passare il girone, avreste vinto il torneo. Adesso, passato qualche anno, che ricordo hai di quell’esperienza?
“Eravamo una squadra davvero forte, difatti credo che più della metà di quel gruppo adesso sia in Serie A. La mia opinione non è cambiata: se avessimo passato il girone, avremmo avuto grandi possibilità di vincere la competizione. Purtroppo l’esisto è stato diverso, ma sono ricordi che porterò sempre con me”.
Chiudiamo con un pensiero sul futuro: hai conosciuto ed amato il nostro Paese, puoi dirci se pensi mai ad un ritorno?
“Il pensiero di ritornare in Italia, dove ho anche casa, è costantemente presente nella mia mente. Mi sento in parte italiano, mio nonno lo è, i miei genitori vivono ad Udine. C’è quindi grande attaccamento tra la mia famiglia e questo Paese, circa il quale ho ricordi davvero positivi”.
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