12 Settembre 2017

ESCLUSIVA PSB – Benedicic: “Non mi abbatto, lavoro per ritrovare la forma migliore”

Vi sono storie di uomini che, a 21 anni, è come se ne avessero vissuti dieci in più. Tanti i posti visitati, le case cambiate, le esperienze fatte. Si arriva quindi ad un punto dove l’unica cosa da fare è resettare e resettarsi, per ripartire e tornare dove si merita più forti di prima. Questa […]

Vi sono storie di uomini che, a 21 anni, è come se ne avessero vissuti dieci in più. Tanti i posti visitati, le case cambiate, le esperienze fatte. Si arriva quindi ad un punto dove l’unica cosa da fare è resettare e resettarsi, per ripartire e tornare dove si merita più forti di prima. Questa è la categoria di persone nella quale rientra Žan Benedičič, classe ’95 scuola Milan ed attualmente svincolato. Intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, il centrocampista sloveno ha toccato diversi punti su quello che ha vissuto e ciò che lo attende.

Prima domanda a carattere strettamente personale: ti stai allenando e, soprattutto com’è allenarsi senza squadra?

Mi sto allenando per cercare di tenermi il più in forma possibile. Ovviamente non è facile stare a casa ad aspettare la chiamata giusta. Ho due allenatori personali, uno per il campo ed uno in palestra, con l’obiettivo di essere nella miglior condizione possibile quando troverò una squadra“.

La scorsa stagione la seconda parentesi inglese, poi l’Olbia dove sembrava tu potessi rilanciarti. Cosa non ha funzionato?

Credo di aver sbagliato ad andare in Inghilterra in quel momento, ma mi trovavo in una situazione un po’ strana perché venivo da una stagione con 22 presenze complessive che non bastarono a meritare la conferma con l’Ascoli, dove nel frattempo cambiarono tutti i dirigenti. Speravo di trovare facilmente una squadra, invece non è stato così e quindi ho deciso di cercare fortuna in Inghilterra, dove però non ero felice perché lì nulla funzionava, quindi ho deciso di andare a giocare per l’Olbia e, nonostante fisicamente non fossi al top, mi sono trovato davvero bene. Sarei voluto rimanere lì, ma non abbiamo trovato l’accordo. Purtroppo non ho avuto la possibilità di dare continuità alle mie prestazioni, ma questo oramai è il passato“.

L’annata passata è stata un’incognita soprattutto pensando all’esperienza che avevi accumulato in Serie B nel 2015/2016, come tu hai già accennato. Come ti spieghi ciò?

Non vorrei parlare di certe cose, mi limito a dire che non ho avuto fortuna nel trovare la squadra che mi desse la giusta fiducia e la possibilità di potermi esprimere al meglio“.

Hai militato sia in Serie B che in Championship, entrambe seconde divisioni. Anche se con il Leeds non è andata benissimo, che differenze hai trovato nell’approccio alla gara tra Italia ed Inghilterra?

In Inghilterra lo studio dell’avversario non è preso molto in considerazione, si pensa a se stessi. Inoltre l’approccio alla gara è totalmente diverso, lì non ci sono ritiri, si è molto più liberi anche su cose come l’alimentazione. Parliamo comunque di differenze culturali, loro hanno certe abitudini mentre in Italia delle altre“.

La fortuna nel trovare un ambiente giusto è fondamentale, ma quanto conta lasciare il settore giovanile per approdare in una realtà totalmente diversa?

Questo è un passaggio che è molto difficile da reggere quando si hanno 17-18 anni, perché a quell’età pochi sanno davvero come funziona il mondo del calcio. Nel settore giovanile sei coccolato, puoi permetterti di tutto, mentre fuori hai a che fare con giocatori più grandi, magari in un campionato difficile come la Serie B dove ti viene chiesto di essere decisivo sin da subito. Ti porto il mio esempio: sono uscito dal Milan, un club che tutti sognano e che funziona molto bene, quindi nel momento in cui ti trovi ad approdare in realtà di Serie B o Serie C tutto ti sembra diverso, difficile da accettare, perché non era ciò al quale sei stato abituato per anni. Questa è una cosa sulla quale in Italia bisogna lavorare, perché a causa di ciò si perdono tanti giovani dal potenziale importante“.

Tempo di futuro: dove vedremo Benedicic in questa stagione?

Credo che giocherò nel mio Paese, in qualche squadra che possa aiutarmi a ritrovare ritmo e condizione, però spero in una chiamata dall’Italia nel prossimo futuro. Adesso ciò che mi serve e ripartire, ripulire la mente e trovare nuove energie“.

Ripartire per poi, chi lo sa, ritrovare la Nazionale.

Ai tempi della Primavera del Milan ero nel giro, avevo già diverse presenze in Under 21 con gente di tre-quattro anni più grande di me. In quegli anni ho fatto bene, giocavo il mio calcio, poi purtroppo la mia crescita si è un po’ fermata anche a causa di qualche infortunio di troppo, ma questa non deve essere una scusa perché oggi quasi tutti i calciatori convivono con certe dinamiche. Non mi lascerò abbattere da tutto ciò“.

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