ESCLUSIVA PSB – Ciaramitaro: “Trapani, serve ricompattarsi ed evitare inutili processi. Chievo entro due anni in Serie A. Su Boscaglia, Marcolini ed Italiano…”
ESCLUSIVA PSB – Una carriera disputata ad altissimi livelli, condìta dalla soddisfazione di aver raggiunto importanti traguardi e di aver condiviso lo spogliatoio con campioni di indubbio spessore: è questo l’identikit di Maurizio Ciaramitaro, ex calciatore tra le altre di Trapani, Chievo Verona e Livorno che ha avuto modo di lavorare e conoscere diversi protagonisti […]
ESCLUSIVA PSB – Una carriera disputata ad altissimi livelli, condìta dalla soddisfazione di aver raggiunto importanti traguardi e di aver condiviso lo spogliatoio con campioni di indubbio spessore: è questo l’identikit di Maurizio Ciaramitaro, ex calciatore tra le altre di Trapani, Chievo Verona e Livorno che ha avuto modo di lavorare e conoscere diversi protagonisti dell’attuale campionato cadetto durante il proprio percorso professionale. Ecco, in esclusiva per i nostri microfoni, le sue considerazioni sul rendimento di alcune delle compagini di Serie B in cui ha avuto modo di militare in carriera:
Ciao Maurizio, cominciamo dall’analizzare il delicato momento del Trapani, compagine di cui sei stato un simbolo negli ultimi anni della tua carriera da calciatore. I granata stanno disputando un torneo molto complicato e rappresentano attualmente il fanalino di coda del campionato cadetto.Visto anche il recente ricorso della società al mercato degli svincolati, qualche lacuna dal punto di vista tecnico appare oggettivamente evidente. Cosa ne pensi del percorso dei ragazzi di Baldini e come si riesce a cambiare marcia in un momento del genere?
“Credo che per uscire da un momento del genere fare processi non serva a molto, ma sarebbe necessario che tutto l’ambiente granata si ricompattasse: dai giocatori all’allenatore, passando per società e tifosi, si deve creare un unico corpo che vada dritto verso il proprio obiettivo. Dal punto di vista tecnico qualche lacuna, come giustamente rimarcavi, forse al momento ci sarebbe, ma l’obiettivo della squadra deve essere solamente quello di fare più punti possibili da qui alle prossime partite. A Gennaio, eventualmente, ci sarà la possibilità di inserire qualche elemento di spessore ed esperienza nel gruppo che ad oggi forse manca, sia per andare a puntellare la rosa ove ve ne sia necessità, ma anche per avere un punto di riferimento per quanto riguarda l’aspetto mentale.”
Gli ultimi mesi, per quanto concerne le dinamiche societarie, sono stati alquanto tribolati: che idea ti sei fatto a riguardo? Quanto tali vicissitudini hanno, e stanno, incidendo sui risultati del gruppo?
“Tali vicende andrebbero viste e vissute dall’interno per poterne dare un giudizio coerente. Per come la vedo io però, questi fattori possono incidere sui risultati, ma fino ad un certo punto. Quando scendi in campo devi avere la forza e la voglia di azzerare tutto: certe dinamiche le ho vissute, essendo stato calciatore, e tutto ciò che si dice in giro o nell’ambiente lascia il tempo che trova. Non conosco fino in fondo la situazione societaria dei siciliani ma credo che la proprietà dopo aver rilevato il club, averlo iscritto ed aver fatto dei sacrifici economico-finanziari notevoli farà di tutto per evitare una retrocessione che sarebbe davvero un peccato per questa splendida squadra e città. Ci vuole pazienza e fiducia perchè gestire una società in Serie B non è la stessa cosa che farlo in C.”
Nella tua esperienza tra le fila granata hai avuto modo di lavorare con mister Boscaglia, ora alla Virtus Entella. Che ricordi hai dei tuoi anni in granata e del tecnico siciliano, oggi tra i più stimati della Serie B?
“Ti dico la pura e semplice verità: io amo questa piazza e questa maglia semplicemente perchè i miei anni a Trapani mi hanno dato tantissimo sotto tutti i punti di vista. Lì ho ricevuto tanto affetto e stima da parte di tutti coloro che ci lavoravano dentro: dallo staff, ai compagni fino ai tifosi ed alla gente comune. Proprio per tutti questi motivi Trapani ed il Trapani avranno sempre un posto speciale nel mio cuore. Mister Boscaglia lo conosco molto bene, anche perchè se ho vissuto questa splendida esperienza in granata lo devo in particolar modo a lui che mi ha voluto fortemente nel suo gruppo. E’ un allenatore preparatissimo dal quale ho imparato tantissimo. Secondo me ha le qualità tecniche ma, soprattutto, umane per togliersi ancora ulteriori soddisfazioni ed arrivare anche in massima serie. Glielo auguro con tutto me stesso.”
Nel prossimo weekend i granata saranno di scena a Livorno, altra squadra in cui hai avuto modo di militare, in un delicatissimo scontro salvezza contro la squadra di Breda, anch’essa al momento in zona retrocessione ed in cerca di immediato riscatto. Ti aspettavi un rendimento tanto deludente da parte dei toscani e quanto reputi sia decisivo tale confronto per il percorso di entrambe, nonostante la ancora prematura fase del torneo?
“Anche a Livorno ho avuto modo di giocare e di togliermi delle grandi soddisfazioni, vincendo un campionato e raggiungendo una preziosa salvezza. In Toscana poi ho avuto l’onore di giocare e confrontarmi con grandi campioni come Lucarelli e Protti e di affrontare avversari del calibro di Riganò, Zola, Suazo, Toni…Più che una Serie B, quella di allora era una A2 (ride ndr). Chiusa questa parentesi, il campionato è ancora molto molto lungo e ci sono ancora tantissimi punti a disposizione, però gli scontri diretti sono fondamentali aldilà di quando si giochino. In particolare nel momento in cui una squadra si trovi in questi momenti di difficoltà, perchè se vinci ne trai beneficio soprattutto dal punto di vista psicologico, in quanto ti proietti alle sfide successive con un piglio decisamente diverso. Per chi perde, naturalmente, è una mazzata poichè ti ritrovi un gruppo con il morale sotto i tacchi, le opportunità per recuperare diminuiscono ed a Gennaio, per quanto tu possa cercare di inventarti qualcosa sul mercato, raggiungere la quota salvezza non è mai facile visto che le altre corrono forte.”
Uno dei traguardi raggiunti in carriera di cui andrai più fiero, sarà sicuramente la promozione in Serie A ottenuta nel 2008 con il Chievo Verona: all’epoca condividevi lo spogliatoio assieme a Michele Marcolini, attuale tecnico clivense. Quante possibilità dai ai veneti, ad oggi, di ripetere l’impresa promozione riuscita circa dieci anni fa? Ti convince il percorso posto in essere da parte dello stesso allenatore gialloblù e la sua idea di calcio?
“Michele mi convince moltissimo perchè già da calciatore era un ragazzo per bene, sapeva muoversi bene in campo ed amava sempre mettersi a disposizione dei compagni e del gruppo. Pertanto lo vedo benissimo in questa veste e sono sicuro che farà bene e si toglierà delle grandi soddisfazioni. Per quanto riguarda il Chievo, è una società seria, sana e che ti mette nelle condizioni per lavorare ed esprimerti al meglio. Quella clivense è una vera e propria “isola felice”, nonostante gli ultimi due anni siano stati un pò difficili. Campedelli ha però un’esperienza talmente ampia che nessuno credo possa insegnargli niente in questo ambito. Nel giro di massimo due anni sono convinto che i gialloblù si troveranno a confrontarsi nuovamente in Serie A e la società continuerà a fare bene così come ha dimostrato di saper fare fino ad oggi.”
Corsi e ricorsi storici: non solo Marcolini, perchè quell’anno militava a Verona anche un certo Vincenzo Italiano, per ironia della sorte protagonista della promozione in cadetteria del Trapani della passata stagione, ed oggi allo Spezia. Come spesso accade per calciatori del suo ruolo, molti lo reputavano già da calciatore un allenatore in campo, concordi?
“Con atteggiamenti e modi diversi rispetto a Marcolini, ma anche Vincenzo già all’epoca si vedeva che fosse un allenatore già in campo che gli sarebbe piaciuto intraprendere questo percorso professionale. E’ un professionista esemplare che vive per il calcio, per fare calcio e per migliorarsi costantemente. Lo scorso anno ha compiuto un’impresa straordinaria ed ha dimostrato tutto ciò che ho appena detto sulle sue indiscusse abilità. Quest’anno a La Spezia ha avuto bisogno di un fisiologico periodo di adattamento ma ora i risultati gli stanno dando ragione appieno. Sono sicuro che con il passare del tempo dimostrerà sempre più il suo valore e la sua immensa capacità nel fare questo lavoro.”