ESCLUSIVA PSB – Danti: “Cosenza mi ha fatto prima uomo e poi calciatore”
Domenico Danti di avventure nel corso della sua carriere ne ha vissute tante. Costruitosi come calciatore tra le fila del Cosenza, è adesso uno dei punti fermi della Virtus Verona. La squadra veneta viene dalla vittoria di un campionato di Serie D, mentre adesso è in piena lotta salvezza alla sua prima apparizione nel campionato […]
Domenico Danti di avventure nel corso della sua carriere ne ha vissute tante. Costruitosi come calciatore tra le fila del Cosenza, è adesso uno dei punti fermi della Virtus Verona. La squadra veneta viene dalla vittoria di un campionato di Serie D, mentre adesso è in piena lotta salvezza alla sua prima apparizione nel campionato di Serie C. Il classe ’89 è uno dei punti fermi della compagine rossoblu, con la quale sta attirando interessi dalle categorie superiori e non solo. Dopo anni difficili il nativo di San Giovanni in Fiore non vuole fermarsi. Intervenuto ai nostri microfoni, il calabrese ci racconta parte della sua esperienza nel mondo del pallone.
Nato e cresciuto calcisticamente in Calabria, ma adesso alla Virtus Verona. Mancanza della sua terra?
“Più l’anno scorso, adesso non tanto. Ho trovato un ambiente familiare, mi sento davvero a casa. Ho stretto amicizia con tante persone, mi vogliono bene. Quando riesci a entrare subito nell’ambiente è diverso”.
Questo è il suo secondo anno ai veneti. L’anno scorso avete vinto il campionato di Serie D, adesso siete in piena lotta per la salvezza nel Girone B di Serie C. Come sta vivendo questo campionato la tua squadra?
“All’inizio abbiamo pagato la scottatura della Serie C, eravamo quasi tutti esordienti in questa categoria. Nonostante questo abbiamo giocato sempre bene, ma siamo stati un po’ sfortunati o abbiamo peccato di ingenuità. Giocavamo bene ma negli ultimi minuti prendevamo sempre gol, se le partite finissero all’85’ noi avremmo avuto venti punti più”.
A proposito di salvezza, in Serie B lotta per il medesimo obiettivo il Cosenza. Da ex come li sta vedendo?
“Cosenza è una grandissima piazza in cui ho passato tre anni splendidi, facendo una cavalcata dalla Serie D alla C1 vincendo due campionato. Quella piazza lì è casa mia. Quando i tifosi ti vogliono bene riesci a esprimere il meglio di te. Cosenza mi ha fatto prima uomo e poi calciatore, mi hanno voluto bene sin dall’inizio. Ero un pupillo degli ultras. L’anno scorso ho sperato vincessero i playoff e quest’anno spero si salvino il prima possibile. Il campionato è ancora lungo, magari potranno puntare ai playoff ma l’importante è mantenere prima la categoria: quello che verrà dopo è in più. Sta facendo un ottimo campionato, come matricola sta facendo molto bene e sono contento di questo”.
Sia tifosi che addetti ai lavori parlano di un Domenico Danti che con le qualità tecniche in dote avrebbe potuto raccogliere molto di più.
“Ho avuto un periodo sfortunato. Il Siena mi ha acquistato dal Cosenza, loro erano appena retrocessi dalla Serie A e avevano una squadra molto forte. Volevano vincere il campionato per tornare subito in massima serie. Mi sono trovato davanti i vari Calaiò, Mastronunzio, Larrondo, Reginaldo, Immobile e quindi avevo poco spazio. Così ho deciso di passare in prestito alla Reggina dove ho avuto un inizio traballante infortunandomi subito alla spalla restando fuori per tre mesi. Sono rientrato nelle ultime dieci partite, in cui ho fatto un gol molto importante allo stadio ‘Olimpico’ contro il Torino che ci consentì di andare ai playoff da cui uscimmo in semifinale. Sono poi andato al Vicenza dove nelle prime quattro partite con mister Baldini giocavo, ma con l’arrivo di Cagni trovai meno spazio. Aveva una mentalità totalmente diversa sui giovani, faceva giocare i più esperti in virtù anche di una classifica, eravamo penultimi, non delle migliori. Da lì sono andato alla Nocerina, dove a seguito dei fatti del derby contro la Salernitana sono stato squalificato per un anno e mezzo. Ho perso il treno e sono dovuto poi ripartire da Barletta, ma erano già passati due anni senza giocare: è stato brutto, ricominciare dopo questo stop non è stata la stessa cosa”.
Le voci circa un suo salto di categoria non mancano. Dopo qualche anno difficile, quel tanto amato calcio le sta mostrando il suo lato migliore.
“Su questo devo dire grazie anche alla Virtus Verona e in particolare al presidente Luigi Fresco e al direttore sportivo Matteo Corradini. Qui ho trovato la serenità giusta e quando stai bene mentalmente le gambe vanno da sole. La testa fa tutto secondo me. Le voci non mancano? Penso solo a salvare la Virtus Verona, a maggio vedremo. Ho ancora due anni di contratto qui, avendo il mio cartellino decideranno loro, però mi fa piacere che ci siano tanti club di categoria superiore su di me”.
FOTO: Cosenza Channel