ESCLUSIVA PSB – Berrettoni: “Cosmi bravo e capace. La promozione col Verona? Esaltante”
Il calcio italiano lo conosce bene. Meglio delle sue tasche? Dopo 20 anni tra i campi è logico che sia così. Dalle gare al sapore di Europa con Lazio e Perugia alle annate in giro per il paese con indosso una maglia e l’obiettivo di segnare. In tal senso di reti gonfiate ne ha viste e […]
Il calcio italiano lo conosce bene. Meglio delle sue tasche? Dopo 20 anni tra i campi è logico che sia così. Dalle gare al sapore di Europa con Lazio e Perugia alle annate in giro per il paese con indosso una maglia e l’obiettivo di segnare. In tal senso di reti gonfiate ne ha viste e fatte tante, specie nelle annate al Bassano Virtus. Le categorie minori sono diventate il suo habitat naturale. Adesso che la sua specie, quella degli attaccanti di razza pura, è a rischio lui non ha alcuna intenzione di smettere, anzi. Emanuele Berrettoni è così, un atipico 37enne che dimostra tale numero solamente all’anagrafe. Contattato dalla nostra redazione, la punta del Pordenone ci ha parlato di sé tra aneddoti, esperienze e considerazioni.
Lei ha fatto parte del Perugia targato Gaucci. L’allora presidente è stato uno dei più grandi protagonisti del calcio italiano, che ricordo ne ha?
“Un presidente sicuramente vulcanico, ma comunque pieno di passione per quello che faceva: a suo modo un visionario. Ha valorizzato tanti ragazzi che venivano da categorie inferiori, riuscendoli a lanciare nel grande calcio con ottimi risultati sia a livello personale che di squadra. Sicuramente un patron che con il suo modo estroso ha fatto del bene al calcio italiano“.
Peraltro lo stesso Gaucci, intorno agli anni 2000, portò in panchina a Perugia un’allora poco conosciuto Serse Cosmi. Con quella squadra vinceste anche una Coppa Intertoto potendo così accedere alla Coppa UEFA…
“Lo stesso Mister Cosmi vedeva cose che gli altri non vedevano. Lanciò degli sconosciuti che nessuno avrebbe potuto immaginare sarebbero andati così bene per il calcio che conta. La partecipazione in Coppa UEFA è stato l’apice della sua gestione“.
Restiamo sul tema Cosmi. La soprende il fatto che attualmente l’allenatore sia senza panchina?
“Si, è un allenatore bravo e capace. L’anno scorso con l’Ascoli è riuscito a raggiungere una salvezza difficile e nel momento in cui arrivò insperata“.
Andiamo avanti con le stagioni e dedichiamoci all’universo dell’Hellas Verona. Nella stagione 2010-11 incappa in un grave infortunio che la relega ai box per qualche mese. Una volta ritornato incide subito nella corsa alla promozione scaligeria in Serie B…
“È stato un anno particolare nel quale abbiamo toccato il fondo e siamo poi risaliti come squadra. Tra le prime gare mi ruppi il ginocchio e saltai tante partite, una volta rientrato eravamo a un punto o due dai play-out ma siamo riusciti a risalire fino ai play-off per poi vincerli: un’esperienza esaltante“.
Al Bassano Virtus vive l’esplosione della sua vena realizzativa, anni molto importanti per lei e per il suo calcio. La fusione col Vicenza ha portato alla scomparsa dal professionismo di questa società che è stata una fetta di storia del calcio veneto…
“Ho ricordi positivi, sono anni in cui ho giocato e segnato tanto. Questa è la squadra con cui ho siglato più reti da quando gioco a calcio. Dispiace che non faccia più parte del calcio professionistico, ma sono sicuro che negli anni a venire ci ritornerà in quanto adesso vi è una società seria e che ha voglia di fare le cose per bene. Lì ho lasciato tanti amici e persone importanti, vado a Bassano quando posso“.
Lei è stato protagonista anche con indosso le maglie di Catania, Lazio, Ascoli, Napoli e non soltanto. La possiamo definire un po’ come un baluardo del calcio nostrano…
“Baluardo? Magari! Quando stai nel mondo del calcio professionistico da 20 anni è logico che cambi tante squadre, specie se da giovane non trovi una realtà in cui si ci trovi bene. La mia fortuna è quella di aver giocato sempre in piazze belle e importanti dove il calcio ha primaria importanza“.
Nel calcio professionistico da 20 anni e da tre a questa parte in quel di Pordenone. Adesso si appresta a vivere una nuova stagione con ambizioni e nuovi obiettivi da raggiungere, nonostante i vari traguardi già raggiunti. Che sensazioni ha?
“L’anno scorso non è andata benissimo, quest’anno vediamo dove possiamo arrivare: non ci poniamo limiti. Bisogna sicuramente cercare di stare tra le prime sapendo che c’è più di una squadra attrezzata meglio e con un budget diverso rispetto alla nostra.”
A livello personale che ambizione si pone?
“Basta stare bene, è la missione fondamentale. Dopo tanti anni ognuno sa quello che può fare e dove può arrivare, l’importante è che a livello fisico riesca a dare continuità a livello di allenamento e partite“.