ESCLUSIVA PSB – Filippini: “La strada intrapresa dal Brescia è quella giusta, lotterà fino alla fine per la Serie A. Su Stroppa e Lucarelli…”
ESCLUSIVA PSB FILIPPINI – Una carriera da calciatore memorabile, legata indissolubilmente alle “sue” Brescia e Livorno, ed una nelle vesti di allenatore, sbocciata da poco, e ancora tutta da scrivere. Passo dopo passo. Stiamo parlando di Antonio Filippini, raggiunto in esclusiva dalla nostra redazione, con il quale abbiamo analizzato alcuni dei temi caldi inerenti il campionato […]
ESCLUSIVA PSB FILIPPINI – Una carriera da calciatore memorabile, legata indissolubilmente alle “sue” Brescia e Livorno, ed una nelle vesti di allenatore, sbocciata da poco, e ancora tutta da scrivere. Passo dopo passo. Stiamo parlando di Antonio Filippini, raggiunto in esclusiva dalla nostra redazione, con il quale abbiamo analizzato alcuni dei temi caldi inerenti il campionato cadetto: dal cammino delle Rondinelle a quello di Monza e Ternana guidate, rispettivamente, dagli ex compagni Stroppa e Lucarelli.
Un avvio di campionato, nel complesso, sicuramente positivo quello del Brescia di Inzaghi, attualmente terzo in classifica, a pari merito con il Lecce, e distante solamente una lunghezza dal secondo posto della Cremonese. Prima della sosta il passo falso contro il Como, il primo fin qui per Cistana e compagni. Che idea si è fatto del percorso fin qui condotto dalle Rondinelle e dello stop contro i lariani di Gattuso?
“A prescindere dalla sconfitta contro il Como, credo che il Brescia stia facendo un ottimo campionato. E’ un passo falso probabilmente inaspettato, ma che ci può stare dopo il pari di Frosinone e il successo in rimonta di Ascoli. Il club ha avviato un percorso ripartendo da un tecnico e da molti calciatori nuovi, ma l’amalgama giusta c’è già e si vede. Bisogna solo trovare il giusto equilibrio di squadra e tra i giocatori ma, ripeto, tutto lascia presagire che la strada intrapresa sia quella giusta e sono sicuro che questo gruppo lotterà fino alla fine per andare in Serie A”
Equilibrio, per l’appunto. Miglior attacco del torneo con 19 reti ma anche una difesa che concede più del previsto, considerato che solamente cinque squadre hanno subìto finora più goal rispetto alla compagine lombarda, bucata già 12 volte. La certezza, è che la qualità e la profondità della rosa del Brescia, oltre che la capacità degli uomini di Inzaghi di arrivare in porta, sia riscontrabile in egual misura in poche altre realtà cadette, ma che più di qualcosa dietro debba essere registrato per poter ambire alla vetta della classifica e tenere il passo delle agguerrite pretendenti.
“Sicuramente, se fai tanti goal, significa che hai un attacco molto attrezzato che ti può far fare la differenza in positivo, però sappiamo bene come, specie in un torneo complesso come la Serie B, avere una delle miglior difese sia il viatico principale per ottenere i risultati e raggiungere gli obiettivi prefissati, perché non sempre è facile riprendere l’avversario o rimontare partite che si mettono male. Sistemare la fase di non possesso in casa Brescia è quindi la prerogativa principale al momento per Inzaghi, e sarà sicuramente importante per diminuire l’entità dei goal incassati in vista del prosieguo del torneo, visto che con il passare delle partite il margine di errore concesso sarà sempre minore”
Proprio a Brescia ha avuto modo di incrociare la strada di Giovanni Stroppa nella stagione 1999/2000, il quale è attualmente alle prese con il difficile avvio di stagione del suo Monza. Un tecnico che ha già dimostrato di saper vincere e convincere sul piano del gioco in cadetteria con il Crotone, ma che finora non è riuscito a dare la propria impronta ai brianzoli. Crede sia un problema di natura tecnico-tattica, caratteriale oppure a livello strutturale manca effettivamente qualche tassello, specie in attacco dopo l’infortunio di Favilli, funzionale a quella che è la filosofia di gioco dell’allenatore biancorosso?
“Ho affrontato Giovanni questa estate con la Pro Sesto durante il ritiro precampionato, ed ho anche avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con lui. Penso che, anche nel suo caso, tutto stia nel riuscire a trovare l’amalgama giusta. I giocatori che ha a disposizione devono comprensibilmente acquisire le sue idee, e credo sia per lo più una questione di tempo, perché quando una squadra sviluppa così tanto sul piano del possesso palla e del controllo del gioco i frutti prima o poi arrivano. L’organico biancorosso è forte e sono sicuro che il club, assieme al tecnico ed ai calciator stessi, riusciranno a dire la loro per tutto l’arco del torneo”
Altro tecnico cadetto con il quale ha condiviso un’importante avventura da calciatore è Cristiano Lucarelli, ovviamente nella sua amata Livorno. Anche i rossoverdi erano partiti con qualche difficoltà di troppo ma dal pari in extremis strappato a Monza, la stagione delle Fere sembrava aver preso la direzione giusta, prima del nuovo stop di Cremona. Dove, a suo avviso, può davvero arrivare la compagine umbra? Crede che in questo primo scorcio di campionato abbia paradossalmente un po’ pagato lo strepitoso campionato di Serie C dominato nella passata stagione?
“Parto dalla fine, e ti rispondo di sì. E’ probabile che l’ambiente, ancor prima della società e dei calciatori, abbia un po’ cavalcato l’onda della stagione senza aggettivi dello scorso anno, pensando che magari si potesse fare da subito altrettanto bene anche in Serie B. Gli effetti del cambio di categoria però ci sono e il salto nella nuova realtà si fa sempre sentire, per questo un periodo di adattamento alla stessa è indispensabile. La Ternana da ora può però dimostrare di poter recitare un ruolo da protagonista in cadetteria, e credo possa benissimo lottare per un posto nei prossimi playoff. Se Donnarumma, un attaccante che ha sempre fatto la differenza, torna quello che conosciamo tutti, possono ambire anche a qualcosa in più. Al momento, però, credo che la sesta/settima posizione debba essere il loro obiettivo”
Da qualche stagione a questa parte la Serie B pare aver cambiato registro, con tante società sulla carta pronte ad affidarsi ad allenatori giovani con un’idea di calcio moderna e propositiva, un po’ in controtendenza con quelli che erano i dogmi e le etichette spesso associate al torneo cadetto: pensiamo a Zanetti, Dionisi e Italiano e a quelli oggi protagonisti in cadetteria. Cosa ne pensa di questo cambio di prospettiva? Quale tecnico o squadra l’ha finora convinta o incuriosita di più, in tal senso?
“Questo cambio generazionale ci sta ed è fisiologico, un po’ come avviene in tutti i settori lavorativi alla fine. Anche perché molti allenatori sono ormai un po’ avanti con l’età, e quindi i tecnici emergenti si propongono ora anche in Serie B, sfruttando questa sorta di rivoluzione a cui facevi riferimento e alla quale stiamo assistendo negli ultimi anni. Su chi mi ha colpito in particolare, non voglio dare una risposta secca perché sono tutti allenatori preparati e che hanno dimostrato il proprio valore anche in Serie C o in altri contesti, quindi non sarebbe giusto citarne solo uno in particolare. Secondo me però, dopo tanti anni, la Cremonese sta facendo finalmente bene e, probabilmente, ha trovato l’allenatore giusto per mentalità e gioco. Nelle ultime stagioni il Cav. Arvedi ha speso tanto puntando in alto, ma i grigiorossi si sono quasi sempre salvati solo nelle ultime giornate. Ora, invece, sembrerebbe che l’andazzo sia completamente diverso”