Esclusiva PSB – Foggia, Di Bari: “La felicità si tocca con mano. Serie B? Umiltà e…”
GIUSEPPE DI BARI FOGGIA GIUSEPPE DI BARI FOGGIA – Diciannove anni dopo, “B”entornato Foggia. I pugliesi tornano in cadetteria, la città festeggia, la squadra esulta dopo il dispiacere della passata stagione. Dietro tutto ciò va però rimarcato il lavoro della società, partita dalla Serie D in quel 2012 che sembra oramai lontanissimo. Allora, così come […]
GIUSEPPE DI BARI FOGGIA
GIUSEPPE DI BARI FOGGIA – Diciannove anni dopo, “B”entornato Foggia. I pugliesi tornano in cadetteria, la città festeggia, la squadra esulta dopo il dispiacere della passata stagione. Dietro tutto ciò va però rimarcato il lavoro della società, partita dalla Serie D in quel 2012 che sembra oramai lontanissimo. Allora, così come oggi, Giuseppe Di Bari ha sempre messo a disposizione della società nella quale ha militato da calciatore (in tutte le categorie professionistiche, dalla defunta C2 alla A) le proprie qualità di direttore sportivo. In esclusiva per PianetaSerieB.it, queste le sue dichiarazioni.
Direttore, cominciamo con la domanda più banale di tutte: come sta?
“È ovvio che l’aria che si respira è un’aria di festa, forse di piacevole incoscienza perché dopo 19 anni quasi si è increduli dinanzi all’obiettivo raggiunto. In città c’è gioia, felicità, tutto ciò si percepisce e quasi si tocca con mano”.
Che significato ha questa promozione per un foggiano, dirigente della squadra della propria città, che ha visto una società così gloriosa ripartire dalla Serie D?
“Sono partito da zero, dai dilettati appunto. Ti dico che tutto ciò ha un sapore diverso, è stato come cominciare la scalata di una montagna con l’obiettivo di arrivare il più in alto possibile. Il mio sogno, che non ho mai nascosto, è sempre stato quello di poter fare grandi cose in questa società, dove ho militato in tutte le categorie professionistiche da calciatore e spero nel prossimo futuro di poterlo dire anche con riferimento alla carriera dirigenziale”.
Nell’epoca dei social networks, nei limiti del possibile la privacy viene scavalcata e vi è un contatto tra persone più diretto. Tramite questi strumenti, è sembrato che la vera forza di questa squadra, oltre ad innegabili qualità tecniche e la bravura del tecnico, sia stata la coesione del gruppo.
“La forza di un gruppo che vince è sempre la coesione, lo stare bene insieme e vivere in sintonia dentro e fuori dal campo. Queste componenti ti portano ad avere risultati importanti. Ogni anno, dalla Serie D ad oggi, ogni elemento che entrava in questo ambiente, sapeva che sarebbe entrato a far parte di una famiglia, di una squadra con valori non indifferenti che ha ottenuto ciò che meritava”.
Dopo la passata stagione, c’era la sensazione che quest’annata in Lega Pro dovesse ridare al Foggia quello che gli era stato tolto dodici mesi fa. Così è stato, ma adesso in Serie B ritenete necessario un periodo di assestamento oppure la volontà è quella di essere ugualmente protagonisti?
“Partiamo dal presupposto che la nostra è una società ambiziosa ma che sa mantenere i piedi per terra. Adesso ci godiamo la vittoria, ma prossimamente ci siederemo a tavolino con l’allenatore e programmeremo ciò che riterremo sarà corretto per il nostro percorso di crescita nel medio-lungo termine. Poi, sai, l’appetito vien mangiando, partiremo con i piedi di piombo sapendo di essere in una nuova categoria ma con l’intenzione di dare il massimo”.
Francesco Fedele
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