ESCLUSIVA PSB – Pescara, Druda: “Collaborazioni in Sudamerica? Vogliamo costruire qualcosa di importante”
Quando si ha un confronto con Roberto Druda, l’argomento principale non può che essere il Sudamerica. Esperto di quella che è una filosofia calcistica che cammina a braccetto con la declinazione più pura di talento, abbiamo contattato in esclusiva l’attuale dirigente del Pescara, che man mano continua a spingersi sempre con maggiore intensità verso quelle […]
Quando si ha un confronto con Roberto Druda, l’argomento principale non può che essere il Sudamerica. Esperto di quella che è una filosofia calcistica che cammina a braccetto con la declinazione più pura di talento, abbiamo contattato in esclusiva l’attuale dirigente del Pescara, che man mano continua a spingersi sempre con maggiore intensità verso quelle zone del mondo. Notizia recente è proprio la volontà del club di collaborare con gli uruguaiani del Montevideo Wanderers (la compagine dalla quale il Pescara ha inoltre prelevato, sempre su segnalazione di Druda, Lucas Torreira, ndr) e gli argentini del San Lorenzo.
Roberto, il Pescara continua a guardare in Sudamerica. Ci parli di queste collaborazioni con Montevideo Wanderers e San Lorenzo.
“Ogni società ha degli interessi da mettere in gioco. Ogni collaborazione ha quindi due fini: economico e di prestigio. Con il Montevideo Wanderers ci sono dei discorsi avviati già da diverso tempo, non a caso abbiamo avuto in prestito un loro giovane, Nicolas Rodriguez. Per quanto riguarda il San Lorenzo, abbiamo fatto una prima riunione con Fernando Kuyumchoglu, coordinador general delle giovanili del club, dove abbiamo parlato delle metodologie utilizzate dal Pescara per il settore giovanile, sia come tecnica che come tattica, oltre a far presente che la nostra è una città dove i ragazzi sudamericani possono maturare ed adattarsi, sia per il clima, che per la gente. Bisogna poi considerare che in Sudamerica spesso i giovani hanno passaporti comunitari, essendoci molti immigrati italiani. Per quanto mi riguarda, la principale motivazione che mi spinge a dialogare con queste realtà è sicuramente quella tecnica. La volontà comune è quella di fare qualcosa di importante. È conosciuta la qualità dell’operato del Pescara, si è consapevoli che la cosa sarà portata avanti con serietà”.
Com’è nata la possibilità di instaurare queste collaborazioni?
“Tutto è nato quando ho cominciato a rappresentare il Pescara in Sudamerica. Ho fatto da anello di congiunzione tra i miei contatti ed il club. Colgo l’occasione per ringraziare la società, che ha dimostrato a più riprese di riporre fiducia in me”.
Sono innumerevoli i suoi viaggi in Sudamerica. Come si sviluppa il calcio giovanile in quella porzione di mondo?
“Ti rispondo così: si parla del gol di ieri sera in rovesciata di Cristiano Ronaldo, giusto? Questo gesto tecnico l’ho visto fare innumerevoli volte dai ragazzini sudamericani che giocavano sulla spiaggia. È una movenza che hanno nel sangue, mentre da noi non è così. Questa è una delle più grandi differenze, lì non ci sono campi in sintetico, le giovanili si allenano sulla terra e sull’erba”.
Quando si parla di calcio giovanile in Italia, si fa sempre riferimento all’assenza di strutture all’altezza, con i giovani talenti che inevitabilmente ne risentono. Nei suoi ultimi viaggi in Argentina e Uruguay, sotto quest’aspetto, cos’ha notato?
“In Sudamerica troviamo delle strutture per i settori giovanili di livello altissimo. Se citiamo ad esempio il Renato Cesarini di Rosario, dobbiamo tutti metterci sull’attenti. Abbiamo tanto da imparare: lì i procuratori ed i genitori non vanno ad assistere ad ogni allenamento, è una questione di cultura calcistica”.
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