ESCLUSIVA PSB – Superbi: “Mi piacerebbe una Serie B a 22. Problemi di sostenibilità? Sì, ma in Serie C”
La Virtus Entella va a caccia del pronto ritorno in Serie B. La squadra ligure, in seguito alle note vicende estive, si è vista sbarrare le porte d’accesso al secondo campionato nazionale vedendosi così costretta a ripartire dalla terza serie. In Serie C, precisamente nel Girone A, i chiavaresi si trovano in vetta alla classifica, […]
La Virtus Entella va a caccia del pronto ritorno in Serie B. La squadra ligure, in seguito alle note vicende estive, si è vista sbarrare le porte d’accesso al secondo campionato nazionale vedendosi così costretta a ripartire dalla terza serie. In Serie C, precisamente nel Girone A, i chiavaresi si trovano in vetta alla classifica, ma ciò non consente loro di dormire sugli allori. Le agguerrite avversarie daranno filo da torcere ai Diavoli Neri fino al termine dell’annata calcistica, il che obbliga tutti a tenere alta l’attenzione. Intervenuto ai nostri microfoni Matteo Superbi, direttore sportivo della società biancoceleste, ha analizzato il percorso della propria squadra e non solo.
Lei ricopre il ruolo di direttore sportivo della Virtus Entella dal 2008. Un bilancio di questo suo percorso con i liguri?
“Sono arrivato qui con la Virtus Entella che stava vincendo il campionato di Eccellenza. Diciamo che in questi anni siamo andati ben oltre le previsioni di quanto potesse fare questa società. Il progetto era partito con delle ottime possibilità di fare qualcosa d’importante, la strada era molto lunga e la squadra non aveva mai disputato il campionato di Serie B. Sicuramente in questi anni abbiamo fatto una grande crescita sotto tutti gli aspetti: dal settore giovanile alla prima squadra. Nonostante i risultati dell’anno scorso, c’è l’obiettivo di tornare a fare calcio ad ottimi livelli”.
In estate siete stati protagonisti delle ormai note vicende legate alla riammissione in serie cadetta. In questi ultimi giorni alcune delle società coinvolte hanno fatto alla FIGC richiesta di risarcimento danni. La Virtus Entella si muoverà sotto questo aspetto?
“Ci siamo già mossi insieme ai nostri avvocati. I tempi in Italia, purtroppo, per queste situazioni non sono mai brevi, però è una cosa che abbiamo fatto”.
Passando al campo. Fate parte del Girone A, raggruppamento nel quale siete in testa. Eppure la concorrenza è agguerrita e di certo non sarà semplice. Vede la squadra pronta a questo rush finale?
“E’ dal mio punto di vista il girone più impegnativo. Ci sono squadre retrocesse dalla Serie B che si sono andate a unire ad altre ottime compagini che facevano già la Serie C negli scorsi anni, come il Piacenza, il Pisa e la Robur Siena. Noi occupiamo un’ottima posizione di classifica, ma la strada è ancora lunga. Dobbiamo vivere settimana dopo settimana cercando di dare il massimo. Le altre hanno ancora otto partite da disputare, noi ne avremo undici visti i recuperi. Avremo questa difficoltà in più perché giocare tante gare infrasettimanali non è per niente facile, sia da un punto di vista nervoso che da uno fisico. La squadra fino a questo momento ha risposto molto bene. In queste gare sono stati importanti anche tanti giocatori che non erano partiti dall’inizio; questa deve essere da qua in avanti una risorsa molto importante perché disputando così tante gare ravvicinate non possiamo pensare di avere quindici titolari, ma di averne ventidue o venticinque. Questo è quello che abbiamo cercato di fare nell’ultima campagna acquisti. I giocatori che sono entrati sono stati importanti per raggiungere il successo, sarà fondamentale tenere questo spirito: se si riuscirà a ottenere qualcosa d’importante tra qualche mese, il successo sarà di tutti. La squadra mi sembra che si sia calata molto bene di questa dimensione”.
Avete un organico tra i più completi della terza serie. I giocatori considerabili “di un’altra categoria” sono davvero parecchi, com’è stato possibile calarsi in questa realtà calcistica, sia per loro che per voi dirigenti, in maniera così rapida?
“Diciamo che quello è un sempre un passaggio difficile per società e giocatori, tanti dei nostri calciatori si trovavano a farla per la prima volta o a distanza di anni. In queste occasioni la cosa importante da fare è mettersi a lavorare con grande umiltà, cercando di dimostrare sul campo di essere più bravi degli altri. Il fatto che siamo stati fermi per un paio di mesi senza giocare ha fatto crescere una rabbia agonistica dentro tutti noi, dai giocatori alla società: questo ci ha caricato molto. Il giocare tante partite ha permesso di scaricare questa energia positiva in campo. Abbiamo avuto fino a oggi un’ottima regolarità, dopo ogni passo falso ci siamo ripresi in maniera netta e precisa: dobbiamo continuare a fare così. Rimanendo con i piedi ben saldi a terra, ci sono ancora tante partite, ben undici per noi, e tanti punti in palio. Dobbiamo cercare di vivere alla giornata ed essere concentrati nel fare più punti possibili, a partire dalla prossima gara contro l’Alessandria”.
L’uomo chiave del vostro attacco è Mota Carvalho. Negli anni passati lo abbiamo visto esordire in Serie B con la vostra maglia, mentre quest’anno è uno dei trascinatori del club. Il suo arrivo ai chiavaresi è stata una sua intuizione?
“No, era stato preso da Manuel Montali, responsabile del settore giovanile, e da Andrea Grammatica, al tempo responsabile dell’area tecnica. Lavorando sulla prima squadra, quando qualcuno emerge in maniera importante è nostro dovere e gratitudine portarlo con noi. Abbiamo sempre creduto molto in questo ragazzo, in questo momento è uno degli attaccanti più importanti per la categoria. Credo che possa fare molta strada se continuerà a lavorare e migliorarsi con impegno durante gli allenamenti”.
La Serie B sarà a 20 squadre. Il format a 22 era così insostenibile come sostenevano alcuni?
“Secondo me no. La Serie B ha sempre avuto il grande fascino di un campionato che non finisce mai, il fatto di disputare così tante partite permetteva alle squadre di ribaltare situazioni impensabili. Mi piacerebbe di più vedere la serie cadetta a ventidue squadre, ma questo non accadrà. Io non credo che il problema di sostenibilità si abbia in Serie B, ma seriamente in Serie C. I diritti televisivi in Serie B sono una buona fetta, mentre in terza serie è completamente diverso poiché gli introiti sono nettamente inferiori. La sostenibilità delle squadre di Serie C è il grosso problema, non di quelle della cadettiera”.