ESCLUSIVA PSB – Venezia, Marcheggiani: “Dimostreremo di aver meritato la Serie B”
Quella del Venezia fino ad ora è stata una stagione trionfale, con la promozione in Serie B centrata e la possibilità di mettere, dopo la Coppa Italia Lega Pro, anche la Supercoppa di categoria in bacheca. Una proprietà forte, con basi solide e la voglia di costruire qualcosa di importante in una piazza che da […]
Quella del Venezia fino ad ora è stata una stagione trionfale, con la promozione in Serie B centrata e la possibilità di mettere, dopo la Coppa Italia Lega Pro, anche la Supercoppa di categoria in bacheca. Una proprietà forte, con basi solide e la voglia di costruire qualcosa di importante in una piazza che da troppo tempo attendeva di tornare agli antichi fasti. Giusto però dare merito e porre l’accento sul grande lavoro che c’è dietro ai risultati dei Leoni Alati, motivo per il quale PianetaSerieB.it ha raggiunto in esclusiva Giampaolo Marcheggiani, direttore scouting degli arancioverdi.
La prima squadra è in corsa per il triplete, ma anche dalle giovanili sono arrivati ottimi risultati. Ciò a testimonianza che il vostro percorso di crescita non prende nulla sottogamba.
“Quando sono arrivato qui con Perinetti due anni fa, non c’era nemmeno la sede e, a causa dei tre recenti fallimenti, il Venezia perse centinaia di ragazzi. Ricostruire non è mai facile ma in queste due annate sotto il profilo organizzativo, societario e di settore giovanile è stato fatto un lavoro davvero importante. I risultati si sono visti e, oltre qualsiasi obiettivo sportivo, quello che conta è l’impostazione che ne è alla base. Quindi se il Venezia cresce lo fa sia come società, ma anche come settore giovanile”.
La Lega Pro è una categoria difficile, dove non di rado si trovano compagini arcigne da affrontare e con strutture non sempre all’altezza ed una possibilità di fare calcio sensibilmente ridotta. Quanto ciò ha influito, almeno relativamente vista poi la promozione, sul vostro lavoro?
“Sicuramente non è facile. Con tutto il rispetto per determinate formazioni, andare a giocare in certi impianti con terreni di gioco non all’altezza della categoria, penalizza soprattutto squadre che hanno un’idea di calcio che fa della gestione del pallone la propria forza. La squadra che scende in campo per giocare, e poi si scontra con la quasi impossibilità di fare due passaggi per la cattiva gestione del campo, soprattutto nel periodo invernale, può andare in difficoltà. Poi la cosa che è stata evidente, e questo lo posso dire sia in Lega Pro che in Serie D, è che tutte le squadre aspettavano il Venezia per la partita dell’anno, e addirittura facevano turnover in vista di quest’evento, perché fare un punto o vincere contro il Venezia rimane scritto da qualche parte. Sicuramente ciò sarà successo anche al Parma dato il blasone di queste società”.
Nonostante il patron Tacopina abbia dichiarato di vedere il Venezia in Serie A, crede che adesso ci saranno i margini per essere sin da subito protagonisti in cadetteria oppure bisognerà inevitabilmente pagare un periodo di adattamento, in quanto parliamo pur sempre di una nuova categoria?
“Le cose vanno fatte passo per passo. Una scalata Serie D – Lega Pro – Serie B non si vedeva da 57 anni, questo a testimonianza dell’incredibile progetto che c’è dietro. Per ora ci godiamo questa vittoria che è spettacolare, prepariamo la partita contro il Foggia, e poi ci siederemo a tavolino per programmare la prossima stagione. L’esigenza di questa società era arrivare in questa categoria, dove faremo di tutto per mostrare di averla meritata senza avere l’obbligo di vincere che invece c’è stato in Lega Pro”.
A livello giovanile, come cambierà il vostro modo di lavorare? Ci saranno maggiori investimenti anche alla luce delle squadre di maggior caratura che saranno affrontate?
“Di tutto questo se ne occuperà il Responsabile del Settore Giovanile Mattia Collauto, verso il quale c’è massima fiducia e che sta già lavorando, insieme ad i suoi collaboratori, alla costruzione delle squadre della prossima stagione. Sicuramente ci sarà da affrontare il campionato Allievi Nazionali e soprattutto la Primavera, ci saranno squadre di alto livello ma sai che quando si parla di giovanili più che il risultato bisogna guardare alla crescita costante dei ragazzi, è soprattutto in quest’ottica che bisogna lavorare”.
Prima parlavamo dell’obbligo di vincere che aveva il Venezia in Lega Pro, per qualità tecniche della rosa, per le basi solide che ha e per la volontà di tornare in cadetteria. Tutto ciò sarà però stato fonte di enormi pressioni, perché quando si parla di certe compagini, anche una sconfitta può entrare nell’occhio del ciclone. Come si rimane lontani da tutto ciò, oppure come lo si trasforma in voglia di fare bene?
“Non è facile, e sia in Serie D che in Lega Pro abbiamo vissuto periodi difficili. Basta pensare che quest’anno, nonostante il girone di ritorno devastante che abbiamo fatto, nel girone di andata non siamo stati sempre primi. La forza del gruppo, della società, del mister, è stata quella di mantenere serenità e consapevolezza di quello che si stava facendo. Poi, quando parli del Venezia, ti aspetti sempre di vincere, ed infatti questa è una squadra che in due stagioni ha vinto tra campionati e coppe più di 53 partite, abituando così bene tutte le persone a noi vicine. Ulteriori meriti per quanto fatto, ci tengo a sottolinearlo, vanno attribuiti considerando che questa è una società che veniva dalle difficoltà degli ultimi anni, arrivando addirittura ad inserire in Serie D 24 giocatori nuovi, e ne abbiamo cambiati altrettanti per la Lega Pro. Tutto ciò, se abbinato al fatto di dover mantenere certi standard qualitativi, non è stato sicuramente agevole”.
In Lega Pro oltre a Venezia vi sono o vi sono state piazze importanti, come Parma, Lecce, Foggia e chi più ne ha più ne metta. In ottica seconde squadre, potrebbe essere tolto spazio a compagini se non storiche come quelle prima citate quanto meno meritevoli di potersi giocare le proprie carte in questa categoria?
“Sicuramente ci sono squadre che hanno maggiore interesse ed altre che invece ne hanno meno. I grandi club, dati gli ottimi giocatori che hanno in Primavera, sarebbero sicuramente a favore delle seconde squadre per poter monitorare meglio i propri ragazzi ed avere un quadro più chiaro circa la loro crescita senza doverli mandare in giro per l’Italia ed avere la speranza che racimolino minuti. Credo che sia un argomento sul quale vi saranno sempre punti positivi e negativi, e sarà molto difficile trovare un punto d’incontro tra tutte le società”.
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