ESCLUSIVA PSB – Vicenza, Giacomelli: “Speciale il traguardo delle trecento presenze. Da qui alla fine sette finali per raggiungere l’obiettivo”
ESCLUSIVA PSB VICENZA GIACOMELLI – Una stagione partita male non necessariamente terminerà allo stesso modo: è convinto di questo Stefano Giacomelli, capitano e bandiera del Vicenza. Con carattere, personalità e abnegazione l’organico biancorosso ha rimesso in piedi la stagione agguantando la zona play-out e adesso non ha alcuna intenzione di fermarsi. Per analizzare le differenti […]
ESCLUSIVA PSB VICENZA GIACOMELLI – Una stagione partita male non necessariamente terminerà allo stesso modo: è convinto di questo Stefano Giacomelli, capitano e bandiera del Vicenza. Con carattere, personalità e abnegazione l’organico biancorosso ha rimesso in piedi la stagione agguantando la zona play-out e adesso non ha alcuna intenzione di fermarsi. Per analizzare le differenti fasi che hanno contraddistinto il percorso del Lane, abbiamo intervistato in esclusiva proprio Stefano Giacomelli. Queste sono le sue dichiarazioni:
Per esperienza, ma soprattutto per doti umane, sei uno dei punti cardine per questa squadra. Avvalendoci proprio di questo tuo status, e della grande conoscenza del calcio e dell’ambiente Vicenza, qual è la tua chiave di lettura inerente alle difficoltà che avete manifestato ad inizio stagione?
“E’ una stagione complicata, inutile negarlo. Abbiamo avuto tante difficoltà. Ci sono alcune stagioni in cui parti bene e fila sempre tutto liscio; altre in cui parti male e strada facendo tutto si complica. Noi siamo stati fortunati perché dopo una partenza cattiva stiamo rimettendo in piedi la classifica, recuperando tanti punti su Alessandria e Cosenza. Ripeto, ci sono state tante difficoltà, sono stati commessi diversi errori. Errori nostri, errori di altre persone. Adesso, però, dobbiamo rimanere concentrati sul presente.”
L’avvio di stagione, come dicevamo, non è stato dei migliori. Solo 7 punti conquistati nelle prime 17 giornate ed una classifica scoraggiante. Dalla gara contro il Cittadella (terminata 3-3) in poi il cambio di marcia della squadra è stato significativo. Portate a casa 17 punti in 14 giornate e avviene il tanto voluto aggancio alla zona play-out. Come si giustifica un cambiamento tanto sostanziale quanto efficace?
“A gennaio abbiamo cambiato tanto. Quando si cambia tanto le possibilità sono due: o migliori la tua situazione o la peggiori definitivamente. Noi siamo stati bravi a compattarci e a remare tutti verso la stessa direzione. Il cambio di marcia, secondo me, è avvenuto nella nostra testa. Il mister ha portato tante novità, nuovi aspetti su cui lavorare e noi ci siamo gettati a capofitto nel lavoro quotidiano. Poi ciò che fa la differenza sono i risultati. I risultati utili ti aiutano ad approcciare meglio le partite successive. Oltre al carattere, in questa seconda fase di stagione è fuoriuscito anche maggiore cinismo. Sia in fase difensiva che in fase offensiva. Subiamo meglio, sappiamo soffrire di più. Quando poi si presenta l’occasione siamo bravi a concretizzare.”
La ripresa della squadra coincide con il periodo di chiusura del calciomercato. A conferma che il lavoro del club sul mercato, con il ds Balzaretti, è stato importante. Interventi mirati, volti a dare all’organico elementi già pronti alla causa, sia a livello umano che a livello tattico. Quanto è stato importante l’arrivo dei nuovi ragazzi e cosa hanno portato al gruppo?
“La società è stata bravissima in questo. E’ intervenuta con oculatezza, rinforzando la squadra nel modo giusto. Sono arrivati tanti giocatori che hanno portato esperienza e personalità. A Vicenza è arrivata gente di carattere, perché accettare una sfida del genere non è da tutti. Penso che le motivazioni caratteriali siano state il punto chiave dei giocatori approdati qui. E’ importante sottolineare che sono arrivati tanti giocatori stranieri che non parlavano nemmeno l’italiano, con cui era difficile amalgamarsi fin da subito. Invece questo gruppo è riuscito a costruire qualcosa di bellissimo sotto l’aspetto umano. Nonostante sono solo tre mesi che lavoriamo insieme ci sentiamo già una cosa sola. Tutti hanno a cuore la salvezza del Vicenza: i nuovi, che come dicevamo si sono messi subito al servizio della causa; e la vecchia guardia, che ha contribuito attivamente a far ambientare i nuovi. L’ambiente adesso è sereno.”
Nel calcio delle facili risoluzioni ai problemi e delle tante invocate rivoluzioni, nonostante l’ultimo posto in classifica si sia protratto per diverse fasi della vostra stagione, la società ha sempre ribadito la fiducia verso il mister. Questa fiducia, dalla società verso l’allenatore e da quest’ultimo verso il gruppo, in cosa si è tramutata nel prosieguo della stagione?
“Il mister non è mai stato in discussione. Come dicevo prima i risultati fanno la differenza e a noi per larghi tratti della stagione sono mancati. Però abbiamo sempre avuto fiducia, sia nel lavoro della società che nelle competenze del mister. E’ troppo facile mandare via un allenatore quando le cose non vanno per il verso giusto. In Italia purtroppo accade troppo spesso, pochi risultati negativi e si viene esonerati. Vengono mandati a casa anche allenatori 4’ o 5’ in classifica. Bisogna invece dare fiducia e far lavorare serenamente un gruppo. Noi l’abbiamo avuta e adesso lottiamo concretamente per un obiettivo che a fine girone di andata sembrava inarrivabile.”
Nonostante l’importante dispendio fisico per le molteplici gare giocate a stretto giro e i tanti infortuni con cui avete dovuto fare i conti, avete costruito la vostra ripartenza proprio negli ultimi due mesi. Per ultima è arrivata la vittoria vitale contro l’Ascoli. Cosa ha rappresentato per voi quest’ultimo periodo e come avete canalizzato il lavoro durante la pausa?
“Abbiamo vissuto un mese e mezzo, quasi due, di forte stress. Le forze fisiche e mentali sono state chiamate agli straordinari. Abbiamo affrontato diverse trasferte con dodici-tredici giocatori della prima squadre e tanti ragazzi della Primavera. Abbiamo avuto tanti infortuni. Nonostante tutto, però, il lavoro dei ragazzi è stato sempre encomiabile. Anche quando abbiamo perso alcuni punti in maniera rocambolesca. Non abbiamo mollato mai e ciò ha fatto la differenza. La vittoria contro l’Ascoli sottolinea ancora una volta il carattere del gruppo. Adesso abbiamo agguantato la zona play-out e ci giocheremo tutto gara dopo gara. Questa settimana è stata molto importante per recuperare energie e per lavorare bene. Diverse doppie sedute di allenamento hanno migliorato la condizione atletica, visto che con tutte queste partite non c’è modo di allenarsi al massimo.”
Contro il Brescia cosa vi aspettate di trovare? Con il cambio allenatore le incognite sono tante.
“Il cambio di allenatore rende tutto un’incognita. Non sappiamo come verranno a prenderci, come ci aggrediranno. Dovremo essere bravi a mantenerci sul pezzo e a pensare solo a noi stessi. Avremo tutti i ragazzi per questa trasferta, tranne Cappelletti che sta recuperando. Quando questa squadra è al completo se la può giocare con tutti. Andremo a Brescia per dare battaglia, consapevoli di potercela fare. Lo scorso anno lì abbiamo vinto 0-3, speriamo di ripeterci. Poi ci attenderà il match contro il Crotone, fondamentale per il futuro.”
Agganciata la zona play-out, il destino del Vicenza adesso è totalmente nelle vostre mani. Parlare di numeri e percentuali sarebbe insensato. Concretamente, però, quanto è reale la possibilità di raggiungere la salvezza? Quali saranno gli aspetti fondamentali per far sì che da qui alla fine l’obiettivo diventi realtà?
“Il campionato di Serie B, come ben sappiamo, è lunghissimo. Dunque noi abbiamo sempre pensato al nostro percorso. Dobbiamo pensare a noi e a proseguire sulla strada intrapresa. Ormai abbiamo agganciato le diretti concorrenti per la salvezza e siamo a -1 dall’Alessandria, con cui ci giocheremo quello che verosimilmente sarà il verdetto finale all’ultima giornata. Dobbiamo stare sul pezzo perché ci attende una sorta di mini torneo, dove chi conquisterà più punti si salverà. Affronteremo ogni gara come se fosse una finale per raggiungere l’obiettivo.”
Trecento presenze con la stessa maglia rappresentano un traguardo importantissimo. Trecento presenze con la stessa maglia le si possono raggiungere solo se alla base del rapporto ci sono rispetto, fiducia e amore. Hai tagliato questo traguardo indossando la maglia del Vicenza, attraversando momenti difficili, come il possibile addio nel 2015 e il fallimento societario nel 2018, sempre con lo stesso spirito. Se ti guardi indietro cosa pensi? Quante possibilità pensi di avere per raggiungere la vetta occupata da Giulio Savoini a quota trecento diciassette presenze?
“Il traguardo delle trecento presenze è un qualcosa di speciale, mi onora tutto ciò. Club e città rappresentano la mia seconda casa. Spero di restare ancora a lungo. E’ stata una scelta d’amore che ho portato avanti nel tempo e raggiungere un traguardo del genere mi gratifica più di ogni altra cosa. Sono a meno diciassette presenze dal record di Savoini e ho tutte le intenzioni di eguagliarlo. Spero sia possibile farlo perché per me sarebbe importantissimo. Entrare nella storia di un club con 120 anni di storia sarebbe incredibile. Non mi vedo con nessuna altra maglia se non quella biancorossa. Come dicevi tu, ci sono stati momenti duri in tutti questi anni, su tutti quello della possibile cessione nel 2015. La società aveva deciso che dovevo lasciare il club e aveva già un accordo con l’Avellino. La trattativa era praticamente chiusa ed io ero a casa a preparare le valigie. Ero solo. Piangevo perché non condividevo quella scelta. Parlai anche con il mio procuratore per dirgli che da Vicenza non volevo andare via, ma era già tutto fatto. A distanza di mezz’ora mi richiamarono per dirmi che la trattativa era saltata. L’Avellino decise di prendere un altro giocatore, ed io fui l’uomo più contento del mondo. Spero di giocare ancora tanto con questa maglia perché amo tutto del club.”