Fabbricini: “Balata mi spinse ad andare sulla B a 19. Ripescaggi? Non mi piacevano”
Torna a parlare Domenico Fabbricini e lo fa ai microfoni di Sportitalia. L’ex commissario straordinario della FIGC, successore del dimissionario Carlo Tavecchio, ha approfondito a distanza di quasi un anno la tristemente nota vicenda dei ripescaggi che ha visto l’intera cadetteria e non solo vivere un’intensa estate di fuoco e ricorsi. Queste le sue parole, […]
Torna a parlare Domenico Fabbricini e lo fa ai microfoni di Sportitalia. L’ex commissario straordinario della FIGC, successore del dimissionario Carlo Tavecchio, ha approfondito a distanza di quasi un anno la tristemente nota vicenda dei ripescaggi che ha visto l’intera cadetteria e non solo vivere un’intensa estate di fuoco e ricorsi. Queste le sue parole, riprese dai colleghi de sienaclubfedelissimi.it:
“La Serie B a 19 squadre poteva essere evitata. A me non piacevano i ripescaggi. Credo che il calcio italiano non possa permettersi cento squadre professionistiche, e lo si vede dal fatto che ogni anno ci sono molti segni meno nelle classifiche. Allora pensai che ridurre il numero della squadre su richiesta di quelle di B che volevano il campionato a 19 potesse essere il prodromico alla riforma dei campionati. Pensandoci meglio, senza stravolgere troppo i regolamenti, forse si poteva farla a 20 squadre. Ma da come si stava mettendo c’era anche il rischio di andare a 24, sarebbe diventato un problema enorme. Blocco dei ripescaggi? Era molto complicato stabilire chi aveva più diritto ad essere ripescato, era difficile decidere. Con 19 squadre il campionato era zoppo, capisco che non è mai bello quando c’è una squadra che riposa. Ho tentennato molto, però forse questa era l’unica soluzione per far capire che mettevamo una pietra tombale su questa storia. Mi dispiace per quelle società che mi hanno individuato come il colpevole e che hanno dovuto affrontare un campionato con tante partite e molti riposi“.
“Il potere lo avevo, mi è stato ribadito dopo tutti i gradi di giudizio e poi confermato dal Consiglio di Stato, che ha messo fine alle polemiche dicendo che io avevo, nel mio ruolo e nella tipologia di commissariamento conferitami, il potere di modificare qualunque norma. Ripensandoci, e visto anche quanto hanno patito alcune società, si poteva fare diversamente. Se avessi avuto conforto rapido della giustizia sarebbe stato certamente meglio. Sacrificai delle società che si impegnano tanto e con grandi pubblici alle spalle, ma pensavo realmente che potesse essere il primo segnale forte per la riforma dei campionati. Balata? Lo sento ancora adesso, abbiamo buoni rapporti e condividiamo anche alcune idee. È lui quello che mi spinse ad andare a 19, me lo venne a chiedere quasi in ginocchio. Poi non voglio entrare nel merito di chi c’era dietro, non mi compete. Io però avevo sul tavolo 19 Pec delle squadre di Serie B che volevano il campionato a 19”.