25 Giugno 2022

ESCLUSIVA PSB – Foschi: “Il Palermo può essere la sorpresa della B. Nel 2019 ci boicottarono. Mio amore per i rosa immenso”

FOSCHI PALERMO SERIE B – L’acquisizione delle quote di maggioranza del Palermo da parte della holding City Football Group ha inaugurato una nuova era per il club rosanero. Possibilmente rosea secondo le aspettative dei tifosi, rinvigorite dagli ambiziosi progetti illustrati dalla rinnovata compagine societaria durante la conferenza stampa di presentazione allo stadio “Barbera”. Un clima […]

FOSCHI PALERMO SERIE B – L’acquisizione delle quote di maggioranza del Palermo da parte della holding City Football Group ha inaugurato una nuova era per il club rosanero. Possibilmente rosea secondo le aspettative dei tifosi, rinvigorite dagli ambiziosi progetti illustrati dalla rinnovata compagine societaria durante la conferenza stampa di presentazione allo stadio “Barbera”. Un clima di grande entusiasmo che non può non rievocare l’epopea vissuta dal club durante i primi anni della gestione del compianto Maurizio Zamparini. Intrecciando il passato e il presente, la nostra redazione ha intervistato in esclusiva Rino Foschi che, oltre ad aver arricchito diversi club italiani con le proprie doti da dirigente, è riuscito a legare indissolubilmente il proprio nome a quello del Palermo. Un binomio che, ripresentandosi più volte nel recente passato, è riuscito ad elevare il legame affettivo rispetto a quello professionale, a prescindere da un avvenimento sportivamente tragico quale l’esclusione del club rosanero dal campionato di Serie B nell’estate del 2019. L’intervista completa:

 

Salve Direttore. Focalizzandoci sulla B, la risonanza delle squadre neopromosse e di quelle retrocesse ha reso il campionato una Serie A2 agli occhi di molti addetti ai lavori. Condivide questa visione?

“Condivido assolutamente il pensiero. Quest’anno più degli altri anni il campionato cadetto può essere considerato una A2. Le compagini che vi parteciperanno sono davvero molto importanti e credo che sarà una stagione più bella e appassionante rispetto a quelle passate. Inoltre, oltre alle neopromosse e alle retrocesse, sono presenti club dalla grande tradizione come il Parma. Non so davvero cosa aspettarmi, sicuramente ci sarà una buona dose di spettacolo in qualsiasi giornata”.

 

Palermo respira un clima di grande entusiasmo in seguito alla promozione e alla cessione della società all’importante holding City Football Group. Ritiene che sia possibile vedere i rosanero ai fasti di un tempo nel breve termine?

“Sicuramente servirà tanto lavoro e programmazione, ma è un grandissimo gruppo che non intende fare figuracce in giro per il mondo. E’ chiaro che non siano come i presidenti italiani e gli imprenditori locali che hanno un altro tipo di passione, è giusto parlare di imprenditorialità e di interessi. Ciò che conta veramente è che vogliano concretizzare dei progetti seri. Sono certo che con questa nuova proprietà il Palermo possa fare qualcosa di davvero interessante e tornare ai livelli del passato nel giro di poco tempo. Non è una piazza qualunque, parliamo della quinta città d’Italia. Ricordiamoci che l’ultimo Palermo che disputò la Serie B nel 2019 soffriva maledettamente nonostante si trovasse nelle prime posizioni della classifica. Adesso si può davvero sognare un futuro roseo“.

 

Ritiene che questa cessione sia la concretizzazione di quel sogno nutrito da lei e dal compianto Maurizio Zamparini di rendere grande il Palermo e di consegnarlo ad una società forte, più volte esplicitato in passato?

Anche, ma la nostra storia è completamente diversa e ormai discontinua rispetto al Palermo attuale. Nel nostro caso, parliamo di due uomini che hanno amato e continuano ad amare i colori rosanero. Nel 2003, assieme a Maurizio, c’era una grandissima voglia di fare bene e siamo riusciti ad ottenere delle soddisfazioni enormi che auguro anche ai nuovi dirigenti. Dopo di me arrivò un altro dirigente valido come Sabatini che fece bene. Negli anni successivi è accaduto qualcosa di strano: i tifosi avevano un po’ abbandonato ma potevo capirli. Inoltre, ci boicottarono in quel famoso 2019. Tutto il contrario di quello che è successo adesso, con una squadra nuovamente in Serie B che vive sull’onda dell’entusiasmo. E’ chiaro che la nuova proprietà debba sognare la Serie A, non può non farlo con dei tifosi così“.

 

Torniamo un attimo indietro, 2019: un anno buio per il club escluso dal campionato di Serie B. Quale fu la goccia che fece traboccare il vaso e cosa le ha lasciato quella terribile esperienza sportiva?

Tornai a Palermo perché mi chiamò Zamparini dicendomi che le cose si stavano mettendo male. Terminato il campionato è accaduto l’inimmaginabile, qualcosa che non è mai successo e che non dovrebbe mai succedere: l’esclusione dai play-off di una squadra per delle vicende risalenti agli anni passati, legate all’operato di Zamparini sul fronte delle plusvalenze, oggi sempre più associate a diversi club. In seguito, ammisero di aver sbagliato rimettendo la squadra in B. Al termine di quella vicenda giudiziaria, fui licenziato da quei “personaggi”. All’inizio riuscimmo a fare qualcosa di davvero importante, togliendo il club agli inglesi che mi truffarono. Era coinvolto anche Emanuele Facile, ma fui ingiustamente licenziato durante il calciomercato perché cercavo dei soldi per il mio Palermo. Qualcosa di davvero brutto. Successivamente, riuscii ad acquistare le quote, a licenziarli e a riprendermi la società. Continuai a cercare degli acquirenti ma fummo costretti a cedere agli ultimi soggetti rimasti, nonostante il mio parere contrario. Feci il presidente con la speranza di centrare la Serie A ma trovai un clima più di contestazione che di promozione. Non sopportai quel pareggio col Padova e decisi di esonerare Stellone, richiamando Delio Rossi con la convinzione che potesse garantirmi la possibilità di centrare l’obiettivo. Mi ritrovai da solo e qualcuno di importante non mi aiutò. Gravina mi disse di non preoccuparmi mentre speravo di trovare un proprietario sano. Niente da fare: l’obiettivo sfumò e fui licenziato da Arkus Network soltanto perché volevo ottenere dei soldi per portare avanti il club. Loro poi scapparono di notte sancendo la morte della società. Quella vicenda rappresenta ancora oggi la più grande tragedia sportiva della mia carriera, non riesco a darmi pace. Alla creazione della nuova società diedi anche la mia disponibilità a Dario Mirri per ripartire dalla D”.

 

A proposito di Dario Mirri. Dalla mossa disperata del 2019 con l’invio dei 2,8 milioni di euro per evitare le penalizzazioni dovute al mancato pagamento degli stipendi all’incredibile cavalcata della promozione in Serie B. Avvalorata dalla cessione del club ad una delle holding calcistiche più importanti del mondo. Ritiene che tutto questo possa essere chiamato capolavoro imprenditoriale?

“Certo. Sono davvero molto contento per Dario. Ha fatto quello che nessuno pensava. Mi prestò quei soldi per gli stipendi salvandomi, pur mettendo a repentaglio i propri interessi. E’ un tifoso di prima fascia e merita ciò che ha ottenuto perché è il frutto di un grande lavoro. Nonostante la sua grande passione, però, il presidente ha rischiato davvero navigando tra la Serie D e la C in anni economicamente bui come quelli della pandemia, caratterizzati da introiti irrisori. E’ riuscito a farcela con grande passione e voglia, puntando su un allenatore motivatore e su un ottimo direttore sportivo come Castagnini“.

 

Un allenatore motivatore. Proprio quel Silvio Baldini che venne esonerato durante la stagione della storica promozione in Serie A nel 2003/2004…

Ricordo i malumori di Zamparini sul suo operato e sul comportamento. Decise di mandarlo via nonostante la mia opposizione. Ancora non capisco come Baldini vada in giro a dire che fui io a cacciarlo. Lo volevo a tutti i costi dopo i trascorsi ad Empoli. Lo conoscono tutti, ama Palermo più di me e posso affermare che abbiamo la stessa “malattia”. C’è anche un aneddoto risalente a qualche anno fa che non ho mai dimenticato: quando ci fu la possibilità di tornare in rosanero mi disse “se vai giù a Palermo portami con te, posso fare anche l’allenatore della Primavera”. Questo la dice lunga sulle sue qualità umane e professionali. Fare calcio a Palermo non è come farlo da altre parti, ti dona delle soddisfazioni impagabili. A Zamparini chiedevo dei contratti annuali, qualora non facessi bene era giusto che andassi via. Credo che nessuno abbia fatto ciò che ho fatto io per questa squadra. Quando arrivai a Genova, uscivo dall’ufficio e di sera mi recavo al porto per osservare il mare e le navi in partenza verso Palermo. Qualche tifoso rosanero riusciva a riconoscermi notando qualche lacrima sul mio viso”.

 

Un’altra grande piazza in cui ha lasciato il segno è proprio quella di Genova, sponda rossoblù. Cosa servirà al Genoa per calarsi immediatamente in una realtà complicata come la B? E cosa pensa dell’affare Coda, giudicato economicamente eccessivo da alcuni addetti ai lavori?

Sarà dura, ma anche il Genoa può contare su un gruppo imprenditoriale molto forte. Sicuramente bisognerà trovare la giusta alchimia, costruendo un mix di giovani ed esperti che possa permettere al club di stabilizzarsi nei piani alti della classifica. Su Coda rispondo che il calcio odierno è così: è giusto che un calciatore che abbia fatto grandi cose in Serie B e che può ancora dare garanzie debba essere pagato bene. Una situazione simile accadde con Toni a Palermo. Luca riuscì a conquistare l’attenzione del grande calcio soltanto all’età di 26-27 anni dopo qualche stagione deludente a Brescia. Poi decise di andare via perché la Fiorentina gli offrì uno stipendio dalle cifre più elevate“.

 

Ribadita l’enorme difficoltà di formulare dei pronostici per il prossimo campionato di B, ritiene che ai nastri di partenza le favorite siano Genoa, Cagliari e Parma oppure che, come al solito, ci si debba aspettare delle sorprese?

Una sorpresa me l’aspetto sempre e chiaramente dico che può essere il Palermo. Genoa e Parma sembrano quasi assodate perché hanno società importantissime, così come il Bari. Ma non dimenticate il Palermo: il pubblico è il dodicesimo uomo in campo e l’ha dimostrato nei play-off di Serie C. C’è un enorme entusiasmo, una società che ha l’esperienza per fare bene, la possibilità di vedere 30.000 tifosi a partita. Se si verificano cose del genere sarà davvero durissima per le altre squadre, a prescindere dal valore delle rispettive rose”.