Reggina, Gallo: “Menez cercava il riscatto sentimentale. Abbiamo lavorato per prendere Hernanes”
GALLO REGGINA – Luca Gallo, presidente della Reggina, si è raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com: “Quando andavamo nei mercatini dell’usato, capitava spesso di vedere un mobile scassato. Mio padre mi diceva sempre di non guardarlo così com’era, ma di immaginare come sarebbe potuto diventare. È quello che ho fatto con la Reggina un anno e mezzo […]
GALLO REGGINA – Luca Gallo, presidente della Reggina, si è raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com: “Quando andavamo nei mercatini dell’usato, capitava spesso di vedere un mobile scassato. Mio padre mi diceva sempre di non guardarlo così com’era, ma di immaginare come sarebbe potuto diventare. È quello che ho fatto con la Reggina un anno e mezzo fa. Da ragazzino, quando uscivo da scuola, mi mettevo a lavorare con lui in bottega. Siamo di origini umili, sono stato sempre abituato a lavorare duro. I miei erano saliti a Roma da Rogliano, un piccolo paesino della provincia di Cosenza. A Rogliano purtroppo la riparazione di una sedia veniva pagata spesso con un caffè al bar. Ero un romantico e sognatore, anche se si viveva di speranza
Quando sono arrivato le condizioni erano a dir poco disastrose. I giocatori non prendevano lo stipendio da mesi. Ogni calciatore aveva una sola maglia che un magazziniere, anche lui non pagato, puliva, lavava e riconsegnava agli atleti. Bastava un contrasto o una trattenuta per creare un problema. E la situazione per gli allenamenti era drammatica: veniva affittato per il tempo necessario un campo a Gallico, poco lontano da Reggio. Un campetto che ovviamente poteva essere prenotato anche da gruppi di amici o dopolavoristi per le loro partitelle. E la Reggina doveva attendere il proprio turno, come un gruppo amatoriale. Era un disastro, anche perché sentivo la città lontana dalla squadra.
Ho pensato a mettere le basi per una società sana, poi però nel calcio servono anche i successi sportivi. E per quello mi sono affidato a due professionisti eccellenti: il direttore sportivo Massimo Taibi e il nostro allenatore Domenico Toscano. Menez? L’idea ci è venuta durante il lockdown, parlando con Massimo (Taibi). Solo che il giocatore tentennava, come fanno le belle donne quando si fanno desiderare. Un giorno il direttore mi disse che Menez voleva parlarmi, facendomi capire che, più dell’aspetto economico, aveva necessità di sentire il progetto umano. Ho fatto una videochiamata. Eravamo in 4: io, il ds, Jeremy e suo fratello, che è anche suo agente. Gli ho spiegato sogni e intenzioni. Mi sono accorto subito che dall’altra parte c’era una persona perbene che cercava un riscatto sentimentale. Voleva un club in cui trovarsi bene, un posto in cui essere amato. Da lì è stato tutto in discesa.
Lafferty? Taibi e Toscano lo hanno seguito per mesi. È stata una scelta molto legata alle sue caratteristiche tecniche. È stato ritenuto un giocatore perfettamente funzionale alla squadra. Con lui però non ho fatto discorsi motivazionali. Anche perché non parlo bene inglese, si perderebbero le sfumature. Mastour ha dei colpi da campione e io sono innamorato dei giocatori artisti. Parlo spesso con lui a Sant’Agata. Tecnicamente ha tutto per sfondare ma deve essere più tosto caratterialmente. Lavorare di più per la squadra e specchiarsi meno nelle sue giocate. Non è perso, vedrete. Credo tanto in lui.
Abbiamo lavorato per prendere Hernanes. Per il momento la situazione si è bloccata, ma il mercato è lungo e chissà. Purtroppo dovremo anche vendere e sarà doloroso. Certamente dobbiamo puntellare centrocampo e difesa per adeguarci a un campionato durissimo. Plizzari? Ci piace molto, ma stiamo valutando anche altri profili“.