28 Ottobre 2020

Chievo, Garritano: “Questo il miglior periodo della mia carriera. Cosenza? Se segno non esulto”

GARRITANO CHIEVO – Luca Garritano, perno di un Chievo Verona lanciatissimo e reduce da tre successi consecutivi, è stato raggiunto dai microfoni de “La Gazzetta dello Sport“: “Sono davvero felice di essere determinante per questa squadra. Credo che tutto il lavoro svolto mi stia ripagando. Non mi sono mai esaltato per un successo e nemmeno […]

GARRITANO CHIEVO – Luca Garritano, perno di un Chievo Verona lanciatissimo e reduce da tre successi consecutivi, è stato raggiunto dai microfoni de “La Gazzetta dello Sport“: “Sono davvero felice di essere determinante per questa squadra. Credo che tutto il lavoro svolto mi stia ripagando. Non mi sono mai esaltato per un successo e nemmeno abbattuto per un ostacolo. Per questo non mollo mai e credo che questo sia il miglior periodo della mia carriera. I valori che peso hanno? Mia moglie, mio figlio e la mia famiglia sono riferimenti indispensabili per me. E poi nel corso degli ultimi anni ho dato più peso a certi dettagli come l’alimentazione e il riposo che mi fanno essere un professionista ancora più completo. Colpe per il fatto di non essere esploso? Direi che c’è stato un concorso di colpe. Io forse non ho saputo dare il meglio in passato e mi sono imbattuto in dinamiche che non mi hanno certo aiutato. Ma non mi sento il fardello sulle spalle. 

Avendo chiuso alla grande la scorsa stagione, penso che il limitato stacco temporale tra i due campionati ci abbia favorito. È rimasta intatta la mentalità, i nuovi si sono integrati benissimo e Aglietti ci sta chiedendo qualcosa di nuovo tatticamente e fisicamente. E poi l’atteggiamento, la voglia di aiutarsi reciprocamente, ognuno suda per il compagno e poi quando abbiamo la palla cerchiamo di divertirci. Il campionato sarà livellato verso l’alto, ci sono squadre buonissime, attrezzate. La sfida che ci attende contro il Cosenza? Se segno non esulto, ma farò di tutto per segnare, giocare bene e vincere. Sono un professionista, non mi viene alcun dubbio. Mi emozionerò, ma giocherò come sempre. Ricordando anche che a Cosenza è nato mio figlio Mattia e che nell’ultima giornata dello scorso campionato un mio gol al Pescara aiutò il Cosenza a salvarsi. Un segno del destino.

Cosenza è casa mia, andavo in Curva Sud con gli amici del quartiere a tifare Cosenza. Ho visto la squadra andare in C dalla D e se non l’avessi vista l’avrei sentita perché la casa dei miei genitori dista 5 minuti dallo stadio. Ho lasciato la città a 14 anni, quando l’Inter mi pescò dal Real Cosenza. I primi 10 giorni furono i più difficili, avevo pensato di mollare. Oltre mille chilometri da casa, io che sono legatissimo a mamma Annamaria, papà Adolfo e a mio fratello Mattia, grandissimo tifoso della Roma. Mi hanno raccontato che quando in Coppa segnai
ai giallorossi rimase pietrificato  (sorride, ndr). A Milano è stata dura rispettare le regole, però l’Inter è stata una scuola di vita prima che di calcio. E ringrazierò sempre Stramaccioni per avermi fatto esordire tra i professionisti. Aglietti? Sono fortunato ad averlo incontrato, prima come uomo e poi come allenatore. Ci sta facendo prendere consapevolezza dei nostri mezzi. È più difficile che insegnarti uno schema“.