Gabriele Gori al tempo della modernizzazione del centravanti: Cosenza il suo habitat naturale
GORI CENTRAVANTI COSENZA – Nell’epoca in cui il calcio sta vivendo una delle maggiori trasformazioni tecnico, tattiche e strutturali, uno dei ruoli più discussi e sempre al centro dell’attenzione è quello dell’attaccante. Troppo spesso ci siamo trovati dinanzi ad attaccanti capaci di far gol in tutti i modi possibili, ma criticati poiché assenti durante la […]
GORI CENTRAVANTI COSENZA – Nell’epoca in cui il calcio sta vivendo una delle maggiori trasformazioni tecnico, tattiche e strutturali, uno dei ruoli più discussi e sempre al centro dell’attenzione è quello dell’attaccante.
Troppo spesso ci siamo trovati dinanzi ad attaccanti capaci di far gol in tutti i modi possibili, ma criticati poiché assenti durante la fase di costruzione; o attaccanti che interpretavano la fase di costruzione del gioco in maniera encomiabile ma che poi sotto porta faticavano ad avere la letalità richiesta a questa figura. Per questo, nonostante siano passate solo sei giornate dall’inizio del campionato di Serie B, è doveroso aprire una breve parentesi su Gabriele Gori.
Nato a Firenze il 13 febbraio 1999, è un centravanti forte fisicamente, abile nel gioco aereo, nel far salire la squadra e nell’agevolare lo sviluppo della manovra. Dopo la prolifica annata in prestito All’Arezzo in Serie C, nel 2019-2020, dove ha messo insieme 21 presenze condite da 9 gol, decide di puntare su di lui il Vicenza, neopromosso in Serie B, che lo preleva sempre in prestito dalla Fiorentina. Il salto di categoria, però, sembra metterlo in difficoltà. Oltre alle diverse prestazioni sottotono, anche i numeri non gli sorridono: a fine anno saranno solo 3 i gol messi insieme in 27 presenze. Di ritorno alla Fiorentina, attorno ai primi di Agosto il Cosenza intavola la trattativa con il club Viola e, il 13 agosto, il tutto diviene ufficiale.
A Cosenza trova un ambiente nuovo, frizzante, determinato. Lo spogliatoio è un agglomerato di gioventù e spensieratezza. Mister Zaffaroni ha le idee chiare fin dall’inizio e ciò sembra giovare all’attaccante toscano. Il modulo che viene prevalentemente schierato è il 3-5-2 e al servizio dell’attaccante, oltre ai due esterni Situm e Sy, c’è Giuseppe Caso, con cui fin da subito c’è grande affinità. Nella seconda uscita stagionale, sconfitta per 5-1 contro il Brescia, Gori trova il primo gol. Si ripeterà subito contro il Vicenza, nella vittoria per 2-1 dei suoi. Il terzo ed ultimo gol, in queste prime 6 presenze, arriva contro il Como, nella vittoria per 2-0.
Tutti e tre i suoi gol sono caratterizzati da aspetti fondamentali per chi dell’attaccante ne vuole fare il suo mestiere: fisicità, qualità, visione del gioco, intelligenza nella copertura e nell’attacco degli spazi, percezione della porta e fiuto del gol. Il primo gol messo a segno contro il Brescia, ha messo in risalto lo strapotere fisico che lo contraddistingue in area e l’ottima lettura degli spazi; il secondo, contro il Vicenza, ha risaltato l’istinto a duettare con il suo compagno di reparto e il cercare sempre e comunque la porta; il terzo, contro il Como, oltre ad una pregevole tecnica, che gli ha consentito di sistemarsi per il tiro in un fazzoletto, ha messo in risalto la sua capacità di percezione della porta anche senza visuale.
Oltre ai dati numerici, però, l’attaccante ha dimostrato di essere costantemente al centro della manovra dei suoi, con lampi di freschezza, mentale e atletica, a campo aperto e con una buona tecnica in fase di costruzione. Il grande centravanti non è più il miglior realizzatore del mondo. È soprattutto un calciatore in grado di fornire una presenza fisica importante nel reparto offensivo, che permetta ai centrocampisti e agli altri uomini offensivi di assediare ed invadere l’area avversaria nei corridoi che si creano intorno a lui. Vedasi l’assist a Caso nel 2-0 contro il Vicenza, con la sua presenza a ridosso della propria area che ha attirato a sé i difensori avversari, creando così spazio al suo compagno. Allo stato delle cose è questo quello che può considerarsi il vero centravanti moderno, capace di finalizzare e di far finalizzare. Un giocatore in grado di avviare la manovra offensiva, e di essere il primo artefice di quella difensiva, di rottura. Un giocatore sempre sul pezzo, attento e mai impreparato nell’arco dei 90’ minuti. Un giocatore cardine nella doppia fase, che sa leggere le diverse fasi del match. Utile ai suoi compagni per tirare il fiato e bravo ad accelerare i tempi quando il gioco lo richiede.
Nonostante la sua giovane età, è quanto di più vicino al prototipo del vecchio centravanti classico in grado di far gol e del nuovo centravanti moderno di movimento in grado di supportare i compagni. Gabriele Gori può ad oggi considerarsi un centravanti associativo, ovvero un compromesso di sintesi tra la fase di conclusione dell’azione e la regia offensiva.