Virtus Entella, Gozzi: “Boscaglia è un grande professionista. Cassano? Unico”
GOZZI VIRTUS ENTELLA – Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Antonio Gozzi, presidente della Virtus Entella, ha spaziato tra vari argomenti, tutti di eguali interesse: “Mio padre mi portava a vedere l’Entella da bambino, io sono chiavarese. Tanti anni dopo mio figlio militava nel vivaio e mi coinvolsero in società. Coincidenza, arrivò una seria crisi del […]
GOZZI VIRTUS ENTELLA – Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Antonio Gozzi, presidente della Virtus Entella, ha spaziato tra vari argomenti, tutti di eguali interesse: “Mio padre mi portava a vedere l’Entella da bambino, io sono chiavarese. Tanti anni dopo mio figlio militava nel vivaio e mi coinvolsero in società. Coincidenza, arrivò una seria crisi del club, ma ci tengo a precisare che non c’entravo eh (sorriso). Così, dalla mia posizione, dissi, ‘va bene, faremole cose per bene’. Penso sia stato così.
Io faccio l’imprenditore. Dato, quindi, il ruolo che ricopro, ho una malattia: pensare progetti e realizzarli al meglio. Così con l’Entella abbiamo pensato prima al settore giovanile; man mano arrivavano tanti ragazzi perché il club saliva di categoria, così abbiamo realizzato uno studentato; l’educazione scolastica è successivamente diventata una esigenza, perché se un ragazzo non diventa professionista avrà altri strumenti nella vita. Il calcio ha superpoteri: quindi o crea supereroi o si finisce dal lato oscuro della forza.
Lo scudetto del campionato disabili? Storia fantastica. A Savona c’era una squadra che partecipava al campionato. Un giorno sono venuti da noi a dirci che volevano giocare con le nostre maglie, rappresentare l’Entella, gli piaceva il nostro messaggio, la nostra realtà. Noi siamo rimasti un po’ sorpresi, tra Savona e Chiavari c’era in passato una bella rivalità. Insomma, hanno giocato come Entella e hanno vinto il campionato. Naturalmente perché sono stati bravissimi, non per via delle maglie. Ragazzi fantastici.
Boscaglia? Un siciliano verace, molto simpatico. Un grande professionista, un uomo di comando. Che cerca il bel calcio e conosce benissimo la Serie B. Cassano? Unico. Con Antonio fu una settimana bellissima. Vivevamo in un buco nero, non potevamo giocare per la vicenda grottesca che tutti conoscono. Lui ha portato una rigorosa professionalità, trascinando tutti. Ci ha aiutato molto. Adoro quel tipo di giocatori. La stagione in cui mi sono più divertito è il 2012/13, quando avevamo Ighli Vannucchi. E a lungo ho inseguito Brienza, poi quando c’è stata la possibilità di prenderlo pensavo fosse avanti con gli anni: mi sbagliavo, perché ha giocato alla grande fino a pochi mesi fa. Ancora mi rimprovera, ‘lei diceva che ero vecchio…’.
Chi trionferà nella prossima Serie B? Benevento, Perugia, il Cittadella che per noi è un modello. E credo che il Pisa stupirà“.