25 Marzo 2020

Gravina: “Proveremo a fare di tutto per giocare, ipotesi luglio e agosto. Sul taglio degli stipendi…”

GRAVINA FIGC – Gabriele Gravina, presidente della FIGC, in questi giorni è inevitabilmente al centro del dibattito riguardante il futuro del calcio italiano. Raggiunto dai microfoni di Radio Marte nel corso di “Si Gonfia La Rete“, ecco le sue dichiarazioni evidenziate da tuttonapoli.net: “Il nostro compito deve essere quello di programmare delle date che comunque […]

Gravina

Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro

GRAVINA FIGC – Gabriele Gravina, presidente della FIGC, in questi giorni è inevitabilmente al centro del dibattito riguardante il futuro del calcio italiano. Raggiunto dai microfoni di Radio Marte nel corso di “Si Gonfia La Rete“, ecco le sue dichiarazioni evidenziate da tuttonapoli.net: “Il nostro compito deve essere quello di programmare delle date che comunque diano una speranza a tutti coloro che amano il nostro sport. Oggi è il momento di programmare, fare una sorta di censimento sulla situazione e il momento di crisi nello sport e nel calcio. Stiamo cercando di mettere insieme tutti gli elementi e i progetti così che si possa cogliere in questo momento di negatività anche una speranza, per cambiare qualcosa del nostro mondo e ripartire.

Terminare la stagione qui? Io per cultura, chi mi conosce lo sa, mi arrendo con grande difficoltà. Fino a quando avrò la possibilità, conserverò la speranza di far ripartire i campionati. Farò qualsiasi tentativo per arrivare a questa definizione. Sono cosciente e consapevole che è prematuro pensare a una data, ma dobbiamo pensare in positivo, anche per la salute degli italiani, dobbiamo sperare che questa situazioni termini nel più breve tempo possibile. Proveremo a fare il massimo per giocare anche a costo di chiedere il supporto delle massime istituzioni internazionali, mi riferisco alla Uefa e alla Fifa, di andare oltre il 30 giugno quindi sfruttando anche luglio e agosto. Dobbiamo pensare che il calcio, lo sport, si basano sul valore del confronto e dell’agonismo, quindi deve esserci sempre il verdetto del campo. Porteremo avanti la nostra idea e se ci arrenderemo lo faremo con l’onore delle armi.

Difficile trovare un voto unanime in Lega? Credo che sappiamo benissimo che quando si va sul piano dell’interesse personale è difficile mettere insieme tutti per quello che può essere l’interesse generale. In questo momento però non c’è spazio per gli interessi del singolo. Mi appello al buon senso, tanto poi alla fine è la Federazione che dovrà decidere.

Una data oltre la quale è impossibile portare a termine la stagione? Dipende. L’Italia ha maggiore difficoltà nel recupero perché abbiamo 13 gare da recuperare e probabilmente si dovrà inserire le partite delle competizioni internazionali. Oggi parlare di date non ha alcun senso. Dobbiamo essere consapevoli e coscienti che per definire il nostro campionato ci servono 45-60 giorni. Se ci vengono concessi il mese di luglio e quello di agosto, così come si sta orientando la Uefa e tutte le federazioni, potrebbe quello il periodo di riferimento. Al di là di come andrà finire, ne parliamo perché è giusto farlo, ma dobbiamo oggi concentrarci innanzitutto sul fatto che a partire dal campionato 20/21, il calcio possa ricominciare con entusiasmo e una nuova filosofia.

L’analisi del momento la facciamo secondo i dati che ci vengono forniti di giorno in giorno. Oggi non possiamo fare altro che rimetterci a quelle che sono le decisioni e le norme concentrate ora in alcune ordinanze.

La posizione delle Federcalcio sul taglio degli stipendi? Si terrà conto delle diverse condizioni. Un conto è parlare di Serie A, un conto sono le categorie minori. Quando si tocca uno stato di emergenza bisogna essere coerenti al concetto di solidarietà, mostrare che siamo un sistema unico ed essere tutti consapevoli che potranno esserci delle rinunce. Dobbiamo metterci tutti insieme, sederci a un tavolo, dare il nostro contributo e fare delle rinunce, che chiederemo anche ai calciatori. Terremo conto delle varie e diverse condizioni.

Il prossimo step? L’appuntamento è domani pomeriggio per lavorare su una serie di proposte da portare avanti, proposte che riguardano alcuni emendamenti da far valutare alle autorità di Governo, ma ci sono tantissimi temi di nostra pertinenza. Noi non vogliamo chiedere soldi, ma stiamo denunciando uno stato di crisi. Nessuno darà contributo al calcio, chiediamo di agevolarci con una serie di norme che possano dare uno sviluppo moderno al nostro calcio. Ci vedremo domani, poi ci incontreremo di nuovo la prossima settimana per un tavolo di lavoro permanente e costante, mettendo insieme idee indispensabili per formare progetti. È questo che bisogna fare oggi.

Play off? Sono testardo, proverò a portare avanti questa proposta per dare maggiore interesse al campionato di Serie A. Vedo che ci sono in Serie B e nella lega nazionale dilettanti. Difficile visto che non è prevista dalle norme la soluzione d’emergenza che avevo proposto per quest’anno, io non sono uno che si impone, l’ho proposto solo come ultima scialuppa di salvataggio. Ma per il futuro ci lavoreremo perché per me resta un’idea interessante e spero un giorno quest’idea possa essere condiviso dai protagonisti, così da dare ancor più interesse alla Serie A.

Assegnazioni a tavolino o annullamento? Tutto ciò che riguarda l’idea di non fare partite e non arrivare fino in fondo alle competizioni, la ritengo una sconfitta mia e del valore della competizione. Si aprirebbe uno scenario antipatico. Permettetemi ancora di rinunciare, ostinatamente, a fare riflessioni che portano a una conclusione del genere. Finché sarà possibile, continuerò a rigettare queste ipotesi“.