Il desiderio di Strefezza, la lettera d’addio di Inzaghi ed il rimpianto di Aglietti: il mercoledì di Serie B
SERIE B SERIE B – Una giornata molto intensa questo mercoledì, con la pausa per le Nazionali che ha fermato sì il grande tour de force di partite ma non ha sicuramente abbattuto dinamica intense che quotidianamente ci stanno tenendo compagnia. Una su tutte la querelle Cellino–Inzaghi, che quest’oggi ha trovato un primo epilogo. Diverse […]
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SERIE B – Una giornata molto intensa questo mercoledì, con la pausa per le Nazionali che ha fermato sì il grande tour de force di partite ma non ha sicuramente abbattuto dinamica intense che quotidianamente ci stanno tenendo compagnia. Una su tutte la querelle Cellino–Inzaghi, che quest’oggi ha trovato un primo epilogo. Diverse notizie sono emerse e tanti protagonisti hanno rilasciato importanti dichiarazioni, tracciando un bilancio prima del rush finale. Infatti quest’oggi l’attaccante della Reggina, Andrey Galabinov, si è concesso in esclusiva ai nostri microfoni per analizzare con la nostra Redazione la situazione in casa amaranto e non solo. Andiamo a vedere nel seguente articolo i fatti da evidenziare in questo riepilogo.
L’addio con lettera di Inzaghi e l’arrivo di Corini: il riepilogo degli ultimi fatti in casa Brescia
Dopo le numerose indiscrezioni, è arrivata anche l’ufficialità dell’esonero Filippo Inzaghi e dell’arrivo alla guida delle Rondinelle di Eugenio Corini.
A poche ore dal passaggio di consegne, mister Inzaghi, attraverso i suoi canali social, ha pubblicato una lunga lettera d’addio (leggila qui integralmente), in cui ha toccato diversi temi. Ecco uno stralcio:
“…Ci tengo però a concludere con una riflessione che verrà approfondita nelle sedi competenti… Seppur privilegiati, anche noi sportivi siamo dei lavoratori, soggetti ad obblighi, doveri e diritti; sottoscriviamo contratti di lavoro come chiunque nel mondo del lavoro, che prevedono i diritti e, soprattuto, i doveri. Trovo assurdo che uno Stato come l’Italia che per l’appunto è una ‘Repubblica basata sul lavoro’, le alte cariche dello sport non assumano responsabilità per tutelare gli impegni contrattuali, scaricandole da una persona all’altra, ma sono sicuro che la ruota giri sempre per tutti e dopo la tempesta venga sempre la quiete. Grazie di tutto Brescia e grazie a tutti voi bresciani. Ad maiora, Pippo“.
Sabiri ha convinto la Samp
Abdelhamid Sabiri, trequartista della Sampdoria arrivato a gennaio in prestito dall’Ascoli, sta stupendo tutti con la maglia blucerchiata, avendo già realizzato un gol contro la Juventus e due assist nella gara con il Venezia. Il tedesco di origini marocchine si sta sempre ritagliando più spazio e sembra aver già convinto tutti, a partire dal tecnico Giampaolo. Il classe ’96 è arrivato a Genova in prestito con obbligo di riscatto, fissato a circa 1 milione, in caso di salvezza: al momento la permanenza in Serie A non dovrebbe complicarsi per la Samp, che quindi può continuare a gustarsi il proprio gioiello. Per l’Ascoli, inoltre, come riporta calcioascoli.it, ci sarebbe anche un premio aggiuntivo a salire legato alle presenze (con un minimo di 6) e ai gol del calciatore.
Il desiderio di Strefezza
Gabriel Strefezza, autentico uomo chiave del Lecce, è stato intervistato dal “Corriere dello Sport”, dove ha toccato vari temi. Ecco le sue parole, riportate da calciolecce.it:
“Sono approdato qui con il desiderio di arrivare a quota dieci gol in questa stagione, ne avevo parlato anche con mia moglie . Ci sono riuscito e sono contento, ma sappiate che ora non mi voglio più fermare. Qui ho parlato con Baroni, mi ha chiesto di giocare vicino alla porta perché i palloni sarebbero arrivati e così è stato”.
Lovisa fa chiarezza
Continua il botta e risposta tra Mauro Lovisa, presidente del Pordenone, e i tifosi neroverdi. Dopo che il numero 1 della società si era lamentato per la scarsa affluenza di spettatori allo stadio, gli ultras dei Ramarri hanno replicato chiedendo rispetto per chi sostiene da sempre la squadra. Lovisa, tramite un messaggio pubblicato sul sito ufficiale del club, ha voluto precisare il destinatario della propria lamentela, sottolineando come la parte di tifoseria più calda non fosse assolutamente inclusa nel suo discorso.
Ecco di seguito il testo integrale con le dichiarazioni del presidente neroverde:
“Nessuno manca di rispetto o mette in discussione i tifosi neroverdi che ci sono sempre. Ho chiamato e chiamo in causa, invece, gli assenti. Non capisco perché i nostri ultras, e mi dispiace molto di ciò, si siano sentiti destinatari delle mie dichiarazioni post Brescia. Loro, il fanclub e gli altri sempre presenti, parliamo in questo momento (purtroppo) di 200-300 persone, sono da considerarsi dei “nostri”: hanno sempre dimostrato la loro fede neroverde, anche in trasferta. Tutti gli altri – e l’ho già evidenziato nelle scorse settimane – dovrebbero unirsi o riunirsi a loro, tifare insieme. E invece dove sono queste persone, teoricamente – visto il nostro storico di crescita passata e anche al netto di quelli propri impossibilitati a seguirci da logistica o età – alcune migliaia? Ben a loro mi riferivo, in un ragionamento generale in cui tanti di quelli che erano dei nostri o si dichiaravano tali sono letteralmente “scappati”, prima perché si gioca a Lignano (e magari a Udine erano sempre presenti) e subito dopo per i risultati di una stagione sì difficile, ma non certo iniziata oggi e che avrebbe meritato ben altra partecipazione. È nelle difficoltà che una fede si deve fortificare e consolidare, dimostrando attaccamento alla maglia e ai colori. Quella maglia che devono indossare e onorare non solo i calciatori, tecnici e i presidenti, ma anche i tifosi per potersi definire tali. Troppo facile e comodo criticare, pontificare o addirittura complottare nei bar, reali o ancor peggio virtuali, nascondendosi magari dietro pseudonimi social. Questi – gli assenti – hanno e avranno sempre torto. La squadra, che vinca o perda, va sempre sostenuta, tifata e anche criticata, a fine partita, se non si ritiene abbia dato tutto. Ma allo stadio, dalla curva, dopo averla incitata. Che titolo hanno di parlare gli assenti? La Serie B è un bene preziosissimo e “nuovissimo” per il Pordenone Calcio (3 anni in 101 anni di storia): oltre che sul campo, la categoria va difesa (è tuttora la nostra) anche sugli spalti. Anche se non a Pordenone, dove sappiamo perché oggi non possiamo giocare. Se chi quest’anno si è “abbonato” al divano o ai social fosse stato presente allo stadio qualche punto in più l’avremmo probabilmente fatto. Si badi bene: non è assolutamente un alibi per la squadra – che da gennaio in poi, comunque, se l’è giocata sempre a testa alta con tutte, corazzate comprese – e per la Società, che ha ammesso a più riprese i propri errori, ma una legittima constatazione dopo che il nostro progetto tanto ha dato al territorio, sul piano sportivo come su quello sociale”.
Il rimpianto di Aglietti
Alfredo Aglietti, ex allenatore della Reggina, ha parlato ai microfoni di Telenuovo del suo trascorso sulla panchina amaranto.
Queste le sue parole, riportate da tiforeggina.it:
“Siamo partiti troppo bene. Il problema è stato quello. Nelle prime undici-dodici partite eravamo secondi- terzi in classifica. Si è iniziato ad immaginare cose che in quel momento non erano state programmate. La squadra stava lavorando molto bene. Poi ci sono state un paio di sconfitte che hanno fatto perdere certezze. Avevamo fatto 4-5 sconfitte di fila, se fossero state diluite nel tempo sarebbero state magari viste in maniera diversa. Vedi che la squadra va sempre più giù e si sa quale diventa la soluzione. Ci tenevo molto a fare bene a Reggio, peccato davvero. Cancellieri lo avevamo trattato anche noi a Reggio. Mi piace molto, è un giocatore moderno. Amione l’ho portato a Reggio. Io l’ho sfruttato poco perché era abituato a giocare a tre, secondo me non era ancora pronto. Adesso con Stellone sta dimostrando che ha grandi qualità“.