Cittadella, Iori: “Qui promettono e mantengono. Il mio futuro? Penso che allenerò”
IORI CITTADELLA – Contro il Benevento non ci sarà, ma Manuel Iori non si è tirato indietro dal caricare il suo Cittadella. Il capitano dei veneti ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport, dove sono stati diversi i temi trattati: “La partita contro il Benevento dovrà azzerare il nostro periodo negativo, dovremo giocare con la […]
IORI CITTADELLA – Contro il Benevento non ci sarà, ma Manuel Iori non si è tirato indietro dal caricare il suo Cittadella. Il capitano dei veneti ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport, dove sono stati diversi i temi trattati: “La partita contro il Benevento dovrà azzerare il nostro periodo negativo, dovremo giocare con la mente libera così da dimenticare che abbiamo vinto una sola nelle ultime nove gare. Il momento che stiamo vivendo è fisiologico, tutte le compagini prima o poi accusano delle flessioni. La nostra è una squadra che per fare punti ha bisogno di giocare bene, quindi dobbiamo sempre cercare la prestazione. Stiamo lavorando sui nostri errori, ma l’ansia non ci appartiene. Bisogna considerare che la Serie B a 19 squadre non ti concede errori, aggiungo che sarebbe stato meglio avere un torneo a 20, perché il turno di riposo è fastidioso. Chi non è in grado di reggere il sistema è meglio che non si iscriva, a differenza del Cittadella, dove la tradizione della famiglia Gabrielli, nata sotto la spinta di Angelo, continua e si rafforza. La proprietà ha dato tantissimo alla piazza, e l’ambizione non manca. Sono la solidità fatta persona, e sul piano sportivo ci pensa Marchetti a costruire squadre competitive. Qui promettono e mantengono. Il mio addio al calcio? Ascolterò corpo e mente, così da rendermi conto quando sarò un elemento estraneo rispetto a chi mi circonda. Ammetto che inizio a pensare al dopo, magari farò l’allenatore. I tecnici più incisivi nella mia carriera? Foscarini e Venturato, con loro ho disputato gran parte delle mie partite. Le amicizie nel mondo del calcio? Poche sono vere, ma esistono. Nel mio caso, cito ad esempio quella con Pascali. Rimpianti dopo il settore giovanile del Milan? Nessuno, perché all’epoca non ero pronto. Ho fatto fatica, ma l’uscita dal vivaio rossonero mi ha dato più forza. Mi sono tolto belle soddisfazioni. Amo la lettura, recentemente ho finito un libro su marketing e creazione di società: parla delle ambizioni in ambito lavorativo applicate allo sport“.