Lecce, Rodriguez: “L’azione più importante di una partita è quella che devi ancora fare”
LECCE RODRIGUEZ – Pablo Rodriguez Delgado, talentuoso attaccante attualmente in forza al Lecce e protagonista di una stagione sopra le righe, si è raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com. Queste le sue parole: “L’azione più importante di una partita, non è quella che hai concluso oppure sprecato. E’ quella che devi ancora fare. Quando sei in campo […]
LECCE RODRIGUEZ – Pablo Rodriguez Delgado, talentuoso attaccante attualmente in forza al Lecce e protagonista di una stagione sopra le righe, si è raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com. Queste le sue parole:
“L’azione più importante di una partita, non è quella che hai concluso oppure sprecato. E’ quella che devi ancora fare. Quando sei in campo può capitare che sbagli qualcosa, ma l’importante è farsi trovare sempre sul pezzo e riscattarsi dell’errore precedente. Quando ero a Madrid , Raul mi ripeteva sempre che i grandi campioni sono quelli in grado di stare sempre nella partita, senza perder mai di vista l’obiettivo. Quello che cerco di fare è di non farmi mai condizionare. Ancora nessuno ha visto il vero Pablo Rodriguez. Le prime settimane a Lecce sono state molto complicate. Infortunio prima e Covid poi mi hanno reso la scalata difficile, ma adesso sto ingranando. A lasciare Madrid per raggiungere il Salento mi ha convinto Corvino. Ho avvertito fin da subito la fiducia che la società riponeva in me. Per questo ringrazio tutto l’ambiente Lecce e il presidente. Quando penso al calcio, penso ai miei idoli: Raul e Totti. Conoscere Raul è stato qualcosa di indescrivibile, che porterò per sempre dentro. Totti era un campione a tutto tondo, aveva un modo tutto suo di far calcio. La partita contro il Vicenza è stata importantissima, una liberazione per me dopo il periodo di stop. L’esultanza è nata davvero per caso. Ero al telefono con due amici, che scherzando hanno fatto quel gesto lì. Il prossimo gol lo dedichi a noi e lo farai esultando così, mi hanno detto. Ho mantenuto la promessa. La gente ha apprezzato e quel punto ho deciso che sì, la mia esultanza sarebbe rimasta quella. Il calcio è ciò che più amo e, fin da bambino, sognavo potesse diventare il mio lavoro. Fortunatamente così è stato. Dopo il calcio potrei diventare imprenditore, ho studiato marketing e pubblicità, potrei mettermi alla prova. I tatuaggi non mi piacciono e sono astemio, come i miei genitori. Non sono un grande patito di videogiochi, ma ogni tanto faccio una partita con i miei compagni.”